La squadra biancoceleste rialza la testa dopo la sconfitta in casa contro i Campioni d’Italia dell’Inter grazie a un gol nel finale dell’esterno montenegrino specializzato in pochi gol, ma pesanti
Importante vittoria della Lazio a Lecce, un campo che negli ultimi anni l’aveva vista sconfitta troppe volte e sempre in maniera rocambolesca, rimontata dopo essere passata in vantaggio. Ieri sera, quando sembrava essersi messa in discesa dopo il rigore realizzato da Castellanos e la conseguente espulsione di un difensore dei salentini, proprio sul finire del primo tempo tutto era tornato in parità con il pareggio di Morente a inizio ripresa. Ci ha pensato Adam Marusic a pochi minuti dalla fine a regalare i tre punti fondamentali alla Lazio.
La sconfitta contro l’Inter, soprattutto nelle proporzioni, poteva aver lasciato scorie mentali nella testa di una squadra che fino ad ora aveva fatto della spensieratezza e della sfrontatezza contro qualsiasi avversario e in ogni manifestazione la vera forza per venire a capo di partite anche molto difficili. La vittoria ottenuta comunque in extremis è il segnale che il gruppo aveva voglia di reagire e di non perdere l’occasione per rilanciarsi in vista dei due prossimi impegni molto complicati.
L’eroe che non ti aspetti
E alla fine arriva lui, l’eroe che non ti aspetti, a togliere le castagne dal fuoco, con un destro al volo, non pulito ma perfetto per efficacia a infilare l’angolino basso della porta del Lecce difesa da quel Falcone che ogni volta che vede il biancoceleste davanti sembra che gli spuntino le ali per respingere tutti i tentativi verso di lui. Adam Marusic è uno della vecchia guardia, uno di quelli che, nonostante lo svecchiamento messo in atto dalla società in estate, è restato invece al suo posto. Lì sulla sua fascia di pertinenza, a destra o a sinistra non fa differenza.
Un gol di un’importanza incalcolabile, perchè in 11 contro 10 la Lazio si era fatta rimontare il rigore di Castellanos a inizio secondo tempo e sembrava non riuscire a fa pesare la differenza di un uomo in campo. Invece a 4 minuti dalla fine, quel cross dalla sinistra di Pedro, dopo essere stato respinto alla meglio dal difensore giallorosso, ha trovato pronto il montenegrino che lo ha scaraventato in rete, prima di farsi 80 metri di corsa pazza di gioia verso il settore dei mille tifosi biancocelesti scesi fino a Lecce per seguire una passione che non morirà mai.
La rivincita del soldato Adam
Il calcio, come la vita, quando ti toglie qualcosa prima o poi te la restituisce. Per Marusic era stata una serata da incubo quella di lunedì scorso contro l’Inter, quando era stato chiamato a mettere una pezza al centro della difesa dopo la moria di “centrali” durante la partita. Gli attaccanti dell’Inter avevano approfittato della sua poca abitudine a giocare al centro della difesa, mettendolo troppo spesso in difficoltà. A Lecce era finito di nuovo in panchina, perchè la scelta di baroni era caduta su Lazzari, ma l’assalto finale alla ricerca del gol vittoria gli ha regalato uno spicciolo di minuti e il Dio del calcio lo ha subito ripagato con quella traiettoria imprendibile che ha inferto il suo “destro” al volo.
Quasi 300 presenze in maglia biancoceleste, soltanto una dozzina di gol, ma tutti da tre punti o comunque decisivi per lui. Come quello realizzato al minuto 93 nella “prima” di Tudor sulla panchina della Lazio lo scorso anno contro la Juventus o a Genova con una serpentina partita da casa sua contro il Grifone qualche anno prima, oppure quel meraviglioso arcobaleno disegnato nel cielo di Marsiglia per una vittoria fondamentale in Europa League nel 2019. Il soldato Marusic c’è sempre, risponde sempre presente quando chiamato in causa e il gol di ieri potrebbe segnare una svolta fondamentale nella stagione della Lazio.