Quando Lazio-Atalanta finì in rissa: “Mai visto niente di simile”

Cristiano Bergodi ricorda in esclusiva per Lalazio.com, una delle sfide più sentite con i nerazzurri: “In campo e sugli spalti successe di tutto”

Una sfida che negli ultimi anni ha sempre regalato gol, emozioni, spettacolo e tante polemiche: Lazio e Atalanta sono due tra le squadre che hanno scritto alcune tra le pagine più emozionanti della recente storia del campionato italiano. I due club si sono giocati spesso un posto nell’Europa che conta, hanno battagliato per le posizioni di prestigio del campionato, hanno dato vita ad un’accesa finale di Coppa Italia e non si sono mai risparmiate: nelle esternazioni in campo e fuori.

Lazio-Atalanta rissa
Quando Lazio-Atalanta finì in rissa: “Mai visto niente di simile” – LALAZIO.COM

I botta e risposta tra Gasperini e Inzaghi (capaci di accendere un’accesa rivalità che ha coinvolto anche i rispettivi vice), le battute di Sarri (“Giocare con l’Atalanta è come andare dal dentista”), le polemiche arbitrali, i torti subiti e ricevuti: Lazio-Atalanta non potrà mai essere considerata una gara come le altre.

Lazio-Atalanta, rissa in campo e fuori. “Una cosa mai vista. In Curva accadde di tutto”

Tra la fine degli anni ottanta e i primi anni novanta, i nerazzurri hanno rappresentato per la Lazio una sorta di bestia nera: nella stagione 88-89 gli uomini di Mondonico hanno inflitto due sconfitte su due ai biancocelesti e li hanno eliminati dalla Coppa Italia. L’anno dopo ancora due ko per i biancocelesti: la sfida giocata a Roma, allo stadio Flaminio risulta ancora oggi indimenticabile: “Mi ricordo tutto di quella sfida – ha detto Cristiano Bergodi in esclusiva ai nostri microfoninon mi ero mai trovato in una situazione come quella. E averla vissuta in uno stadio come il Flaminio, ci ha portato a vivere con ancora più enfasi tutto”.

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Lazio-Atalanta, rissa in campo e fuori. “Una cosa mai vista. In Curva accadde di tutto” – Frame Youtube – Lalazio.com

L’ex difensore biancoceleste fa riferimento alla sfida disputata nell’impianto di Viale Tiziano il cinque novembre del 1989. La Lazio, così come la Roma, giocava le sue gare casalinghe allo stadio Flaminio, a causa dei lavori di ristrutturazione dell’Olimpico in vista dei campionati del mondo di calcio di Italia 90, in programma l’estate successiva. I biancocelesti, guidati da Materazzi, ospitarono i nerazzurri di Mondonico, in un match molto atteso. La Lazio era reduce da due gare terminate 3-0: un successo casalingo contro il Bologna di Bruno Giordano (con doppietta di Ruben Sosa) e una cocente sconfitta a Milano contro l’Inter. “Aspettavamo quella partita – continua Bergodi – anche perchè volevamo riscattare l’eliminazione dalla Coppa Italia dell’anno prima e poi perchè quella Lazio in casa giocava sempre bene. Quell’anno sconfiggemmo Inter e Napoli, le prime due in classifica”.

“L’arbitro Di Cola combinò di tutto”

Il match fu tirato, equilibrato: “Sbloccammo il risultato con Amarildo, e pochi minuti prima colpimmo una traversa con Icardi”. Ma a salire in cattedra, fu l’arbitro Di Cola di Avezzano, con una serie di decisioni assurde: falli invertiti, punizioni severe contro i biancocelesti e non assegnate contro i nerazzurri, più la chicca di un gol (il secondo dei bergamaschi, che avevano pareggiato pochi minuti prima con Evair), realizzato dopo una netta carica ai danni del portiere Fiori: Evair siglò la sua doppietta segnando a porta vuota: mentre tutto il Flaminio si aspettava il fischio per annullare la rete, Di Cola indicava il centro del campo.

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“L’arbitro Di Cola combinò di tutto” – Lalazio.com – Frame Youtube

“Accadde di tutto. Mai viste tante botte in vita mia: sugli spalti ci fu il caos – prosegue Bergodi – e noi dal campo vedemmo tutto. Una contestazione mai vista. Tutta la Curva si indispettì: ad un certo punto con un palo, che non so da dove uscì fuori, tentarono di buttare giù tutta la vetrata, facendo da ariete”. Il comportamento dell’arbitro esasperò gli animi:Per colpa di alcune decisioni ci fu una tensione in quella gara assurda. Ripeto, mai visto niente di simile”. Il caos scoppiò a fine primo tempo dopo il gol convalidato all’Atalanta, ma Di Cola nella ripresa, fece ancora di più: prima sorvolò su un evidente fallo commesso da Bonacina (futuro difensore della Roma e tecnico delle giovanili biancocelesti) su Amarildo, poi annullò una rete al centravanti brasiliano della Lazio per una presunta (e leggerissima) spinta ai danni di un difensore. “Successe il caos. Se ci penso oggi, a distanza di trentaquattro anni mi viene da sorridereconclude Bergodima in quel momento la tensione era altissima. E tutto a causa di una serie di decisioni arbitrali discutibili”.

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