Un elenco lungo e per certi versi inaspettato: nomi di primo piano che hanno fatto la storia di entrambi i club. Sono tanti i tecnici che hanno vissuto il derby su entrambe le sponde del Tevere
Alcuni hanno legato il loro nome in modo indelebile alla storia di una delle due squadre: altri hanno lasciato il segno in entrambi i club. Alcuni hanno fallito con una squadra mentre si sono rilanciati con l’altra: l’elenco dei tecnici che hanno vissuto le emozioni del derby tra Lazio e Roma su entrambe le sponde del Tevere è lunghissimo. Nomi di primo piano, tecnici che hanno vinto scudetti o che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia del calcio. Allenatori in grado di lasciare il segno e di far innamorare i tifosi.
Baccani e Piselli, i primi allenatori di Lazio e Roma: tradimenti inaspettati
Incredibile la storia dei primi tecnici di entrambe le squadre: entrambi sono stati poi chiamati a guidare anche i rivali cittadini. Il primo storico tecnico della Lazio fu Guido Baccani, che arrivò nel club biancoceleste a febbraio del 1900 e ci rimase per oltre ventiquattro anni. Nella Lazio ha ricoperto diversi ruoli dirigenziali, diventando una figura di spicco nella storia del club. Dopo una lunghissima carriera biancoceleste, chiuse la sua avventura nella neonata Roma, che lo scelse come tecnico nel 1929.
Un’avventura durata solo sette giornate e conclusa con l’esonero. Stessa sorte per Pietro Piselli, primo allenatore giallorosso nel 1927 e passato in biancoceleste nel 1929 (proprio quando la Roma scelse Baccani). Geza Kertesz, ungherese, ha guidato entrambi i club, mentre Luigi Allemandi (campione del Mondo con l’Italia del 1934), ha giocato con tutte e due le squadre, prima di allenare i biancocelesti.
Fulvio Bernardini, tradimento e ritorno
Tutta da ricordare, la storia di Fulvio Bernardini: un insieme di sentimenti: intensi, e spesso in netto contrasto. Nella sua vita da laziale si mescolano l’incoscenza, la riconoscenza, l’orgoglio, la classe, il senso di appartenenza, il tradimento e la voglia di ritornare alla base. Ancora oggi il mondo biancoceleste si divide intorno alla sua figura: alcuni lo venerano come uno degli eroi immortali capaci di lasciare il segno nella storia laziale. Altri lo considerano come un irriconoscente e un traditore.
Bernardini ha vissuto tre vite da laziale: la prima lo vede poco più che bambino, come portiere della squadra (fino a quando la mamma non gli impone di giocare in un altro ruolo per evitare di subire colpi troppo violenti); la seconda lo porta a traslocare prima a centrocampo e poi in attacco, diventando un fuoriclasse straordinario capace di guadagnare la convocazione in nazionale, mentre la terza (dopo il lancinante addio e l’inaspettato tradimento col passaggio alla neonata As Roma) riguarda il ritorno sulla sponda biancoceleste del Tevere, quando da allenatore trascinò la Lazio alla conquista del suo primo trofeo ufficiale: la Coppa Italia del 1958.
Tommaso Maestrelli, da capitano della Roma a leader della Lazio
Un capitolo a parte lo merita Tommaso Maestrelli: l’uomo più amato dai tifosi biancocelesti, il tecnico capace di portare il primo scudetto nel mondo biancoceleste e di legare per sempre il suo nome con quello del club, ha vissuto un’esperienza alla Roma: dal 1948 al 1951 ha vestito la maglia giallorossa, indossando anche la fascia di capitano e sfidando la Lazio nei derby.
A distanza di anni ha però legato il suo nome in modo indissolubile al club biancoceleste, diventando l’artefice e il condottiero di una squadra diventata leggendaria. Con la Lazio ha vinto uno scudetto, legandosi in modo viscerale a tutto l’ambiente, che ancora oggi lo ricorda con grande affetto.
Eriksson e la curiosa storia dei vice
Ha rischiato di vincere uno scudetto su entrambe le panchine della capitale Sven Goran Eriksson: con i giallorossi arrivò ad un passo dal titolo nella stagione 85-86, beffato dal Lecce del futuro biancoceleste Eugenio Fascetti, mentre con i biancocelesti ha vinto uno scudetto, una Supercoppa Europea, una Coppa delle Coppe, due Coppe Italia e due Supercoppe Italiana.
Nel suo cammino romano è stato accompagnato da un’ incredibile curiosità: quando ha guidato la Roma ha avuto al suo fianco un’ex biancoceleste (Roberto Clagluna, che ha allenato le giovanili della Lazio e la prima squadra nella stagione 82-83), mentre quando si è seduto sulla panchina biancoceleste è stato accompagnato da Luciano Spinosi, ex capitano della Roma, che lo ha accompagnato nella lunga avventura biancoceleste.
Da Zeman, a Baroni…
Chiusura dedicata a Zdenek Zeman, tecnico capace di portare una mentalità innovativa nel campionato italiano. Il boemo ha guidato la Lazio dal 1994 al 1997: due anni ottimi (un secondo ed un quarto posto) prima di un crollo nella terza stagione, coincisa con l’esonero a gennaio. Dopo pochi mesi Zeman accettò l’offerta del presidente della Roma Sensi e si trasferì a Trigoria: due anni in chiaro scuro, prima del ritorno (coinciso con un altro esonero) nella stagione 2012-13.
Baroni fa parte dell’elenco dei tecnici che hanno avuto una doppia esperienza nella capitale. Sta guidando la Lazio in una stagione fin quì esaltante, mentre da giocatore ha vestito la maglia della Roma nel campionato 86-87, sotto la guida di Sven Goran Eriksson. Un solo anno, prima del trasferimento del Lecce e dell’inizio di un’avventura che lo porterà a vincere il titolo a Napoli nel 1990 (segnando il gol decisivo proprio alla Lazio). Un cerchio che sembra chiudersi.