Come nasce l’idea di Paolo Di Canio di emulare Giorgio Chinaglia e di correre con il dito alzato sotto la Curva Sud dopo un gol al derby? La verità…
Il gol di Paolo Di Canio nel derby del gennaio 1989 resta ancora oggi uno dei ricordi più belli per i tifosi biancocelesti legati alla stracittadina: la rete, l’iconica corsa sotto la Curva Sud, momenti indimenticabili per ogni singolo tifoso. Ma dove nasce quella corsa? Quando è iniziata a balenare nella testa del giovane attaccante biancoceleste, l’idea di quell’esultanza?
Andiamo per ordine e partiamo ricordando il contesto specifico in cui si disputò quel derby. La capitale ritrova la stracittadina dopo quasi quattro anni. Da una parte una Lazio rabberciata, senza Martina, Gutierrez, Sclosa e Gregucci. Dall’altra una Roma, partita in sordina, ma che ha dalla sua parte i favori del pronostico. I biancocelesti hanno vinto fin qui una sola gara in campionato, contro il Verona grazie ad una doppietta di Rizzolo, ma hanno dimostrato di possedere una solidità e una fisionomia che la Roma di Liedholm ancora non riesce a vantare. In casa Lazio i riflettori sono tutti puntati sul giovane Paolo Di Canio.
La scommessa di Paolo Di Canio
L’attaccante del Quarticciolo è al suo primo derby tra i grandi. Di stracittadine ne ha giocate tante tra i giovani, mettendosi spesso in evidenza. “Paolo sin da piccolo era un giocatore straordinario – ha ricordato Juan Carlos Morrone, ex tecnico delle giovanili biancocelesti – dotato di una classe limpidissima. Quando cominciava a saltare gli avversari in dribbling era impossibile prenderlo. Ricordo una finale del torneo Perla del Tirreno, che giocammo proprio contro la Roma. Eravamo due a due a pochi minuti dalla fine. Paolo parte in velocità, salta un difensore romanista, poi un altro, poi un altro ancora. Era davanti al portiere e io dalla panchina gli urlai di tirare con tutta la voce che avevo. Niente, saltò anche il portiere e poi segnò a porta vuota. Esultammo tutti, ma io a fine partita lo presi e gli dissi che gli era andata bene. Se non avesse fatto gol lo avrei ammazzato con le mie mani”.
Per un laziale doc, nato in curva nord e che ha la Lazio nel cuore, l’attesa del primo derby è incredibile. Paolo passa tutta la notte antecedente alla gara con il massaggiatore Doriano Ruggero. Il sonno non arriva. La tensione è tanta. Paolo guarda Doriano e lo sfida: “Domani se segno vado sotto la sud”. “Ma falla finita – risponde Doriano – non hai le palle per farlo. E poi non ti conviene”. “Guarda che glie faccio come Giorgione – replica Paolo – scommetti? Se segno glie vado sotto”. Doriano accetta e prega Dio di perdere questa scommessa. Il resto della notte sono risate e battute per stemperare una tensione sempre più tagliente. In casa Roma Liedholm cambia all’improvviso formazione, decidendo di schierare il brasiliano Renato (fin qui oggetto misterioso, nonostante il clamore che ha accompagnato il suo arrivo nella capitale) dal primo minuto.
Il gol e la corsa sotto la Curva Sud
La notizia giunge alle orecchie di un noto conduttore televisivo romano, che decide immediatamente di girarla a Materazzi. Il tecnico biancoceleste si muove di conseguenza: con Renato in campo la Roma è più sbilanciata e decide di raddoppiare gli esterni giallorossi rinforzando le fasce laterali: Monti e Dezotti si muovono a destra; Beruatto e Acerbis a sinistra. Una mossa che risulterà vincente. Ma la vera intuizione è quella di non attendere la Roma, ma di attaccarla, con un atteggiamento molto offensivo. La Lazio, che tutti si aspettavano guardinga, attacca con Sosa, Di Canio e Dezotti, che a turno si scambiano la posizione, non dando punti di riferimento alla difesa avversaria. A centrocampo Acerbis macina chilometri su chilometri, mentre Icardi gioca una gara praticamente perfetta, muovendosi davanti alla difesa e lasciando a Pin il compito dell’impostazione. La Lazio è fin da subito padrona del campo. Di Canio si allarga spesso a destra, lasciando spazio agli inserimenti di Dezotti. Il giovane attaccante romano è particolarmente ispirato e con le sue finte stordisce Nela, costringendo Policano ad occuparsi quasi esclusivamente della fase difensiva.
Dopo una punizione di Sosa, di poco al lato e una serpentina pericolosa di Di Canio, retto a stento dai difensori giallorossi, arriva il momento chiave della partita: Acerbis lavora un bel pallone sulla sinistra, lanciando Ruben Sosa; l’uruguaiano si allarga e mette al centro un pallone invitante sul quale si avventura Di Canio.“Ho visto arrivare la palla e ho sentito una forza dentro incredibile. Decido di calciare di potenza – ricorderà qualche anno dopo durante uno speciale televisivo – e prendo la palla benissimo. Riguardandolo a distanza di tempo, mi rendo conto di quanto l’abbia preso bene quel pallone”. Tancredi prova a metterci una pezza, ma riesce solo a toccare la sfera che si insacca in rete. A gonfiarsi è la rete sotto la Curva Sud. Paolo non capisce più nulla; salta le transenne, alza l’indice della mano destra e corre verso i tifosi romanisti. La scommessa fatta con Doriano Ruggero è stata vinta. Tre passi, poi un altro salto e il ritorno in campo. “Se mi sono pentito di quel gesto? Si, ancora oggi mi pento di essermi fermato. Dovevo proprio andargli sotto e guardarli in faccia uno a uno”.
“Una vittoria meritata”
La Roma è stordita, la Lazio continua ad attaccare. Beruatto sfiora il palo con un bolide dal limite dell’area: Dezotti non arriva per un pelo sull’ennesima giocata di Di Canio. I biancocelesti rallentano i ritmi e soffrono solo nel finale, su una girata di Voeller. La Lazio (che in contropiede sfiora più volte il raddoppio) può fare festa. A fine partita Giuseppe Materazzi viene portato in trionfo dai suoi giocatori sotto la curva nord e si lascia finalmente andare. “La vittoria è stata meritata per quello che abbiamo fatto vedere sul campo. Nel primo tempo abbiamo giocato un calcio arioso e segnato un bellissimo gol. Nella ripresa abbiamo tenuto sempre il pallino del gioco e ci è mancato solo il gol del raddoppio, che abbiamo sfiorato più volte in contropiede. Una vittoria meritata”.
LAZIO – ROMA 1-0
LAZIO: Fiori, Monti, Beruatto, Pin, Marino, Piscedda, Dezotti (90′ Greco), Icardi, Di Canio, Acerbis, Sosa (87′ Muro). A disp. Bastianelli, Di Loreto, Rizzolo. All. Materazzi
ROMA: Tancredi, Tempestilli, Nela, Massaro, E.Oddi (82′ Gerolin), Collovati, Renato (46′ Conti), Desideri, Voller, Giannini, Policano. A disp. Peruzzi, Andrade, Rizzitelli. All. Liedholm.
Arbitro: D’Elia (Salerno).
Marcatori: 25′ Di Canio