La stracittadina è la madre di tutte le partite per chi segue, si appassiona, si arrabbia e ancora si emoziona per una delle due squadre della Capitale
Di derby nel mondo ce ne sono tantissimi, tutti dividono una città, anzi a volte nella stessa città ce ne sono anche più di uno, e infatti mi sono sempre chiesto come fanno a Londra i tifosi dell’Arsenal o del Tottenham a vivere dieci, dodici derby all’anno viste le tante squadre che giocano in Premier League di quella città. A Roma siamo in due, siamo sempre stati soltanto in due, o meglio, in due da quando hanno imposto l’arrivo della seconda squadra della Capitale che per volere superiore, a colpi di fusioni e di slogan, è diventata una rivale. La differenza tra noi laziali e gli altri è tutta qui, anzi nasce da qui, dal fatto che noi siamo nati da un sentimento condiviso da pochi e poi apprezzato, condiviso e tramandato da sempre più persone, negli anni, mai imposto, ma nato dentro.
Ecco perchè noi laziali siamo così attaccati alla storia, perchè abbiamo una storia, abbiamo una data, un luogo, una motivazione, un’ideale che ha fatto scoccare quel Big Bang nel cielo biancoazzurro. Ecco perchè il derby, cioè noi contro loro, non potrà mai essere una partita come le altre, ma sarà sempre e comunque la battaglia di un modo di essere e di rappresentare degnamente i colori d’appartenenza. Siamo sempre stati di meno perchè è molto più difficile scegliere che far scegliere al posto nostro, nel calcio come nella vita, ma una volta che siamo uno di fronte all’altro abbiamo sempre mostrato, in primis a loro e poi al resto del mondo, le profonde differenze che ci dividono. Almeno per quel giorno, perchè poi durante il resto dell’anno la bellezza di Roma regna sovrana anche sulle passioni calcistiche, ma quando entri dal fornaio o sei fermo al semaforo e incroci lo sguardo della persona al volante al tuo fianco, sai perfettamente se è della Lazio o dell’altra squadra. Perchè è dagli occhi di una persona che ne scruti l’anima e ne senti battere il cuore.
Il derby è una partita diversa
Il derby è una partita strana, particolare, diversa, una partita che sai che prima o poi arriverà, due volte, e quando sai che ce ne potrebbe essere anche un’altra, magari per la Coppa, la sofferenza raddoppia, anzi triplica. Tutti facciamo finta di non pensarci, le giornate di campionato vanno avanti, si vince, si perde, a volte si pareggia, ma dentro sappiamo bene che tutto sarà relativo e conterà il giusto, forse niente, se non si esce almeno indenni dal derby. La stracittadina è una partita che ti fare stare male prima, molto male nella settimana che precede il match, i pensieri si accavallano, immagini qualsiasi cosa, da sconfitte rocambolesche a imprese leggendarie, e vorresti risvegliarti quando è già tutto finito, perchè l’attesa logora e non servono più neanche gli sfottò tipici di Roma o le parole di conforto degli amici da stadio di sempre. La stracittadina ti fa stare male durante perchè te li ritrovi davanti, i nemici di una vita, stavolta li vedi bene, quei colori che eviti sempre con cura di accoppiare sotto qualsiasi forma, ora li vedi sbandierati davanti a te. E stai male al pensiero di non riuscire nell’impresa, di perdere quella battaglia e dover aspettare la successiva, perchè comunque sai che ce ne sarà un’ altra. Hai visto mille partite, hai visto ogni cosa nel calcio, ma non riesci proprio ad abituarti a questa partita. Ecco perchè trovo perfetto chi dice che quando vai in vantaggio nel derby è pure peggio perchè ti illudi dell’impresa, perchè cominci ad assaporare il trionfo, ed essere poi raggiunti potrebbe fare ancora più male.
Mentre se vai sotto nel risultato sei già rassegnato al peggio e ti cominci a preparare alla solita sguaiata festa altrui, ecco perchè se poi arriva il gol che evita una sconfitta lo si festeggia come una grande vittoria. E’ il pericolo scampato! Il derby è quella sensazione di leggerezza che provi al fischio finale. Sia se impazzisci di gioia, sia se ti prepari a resistere al solito carnevale, ma comunque ti sento sollevato perchè è finito. E’ finita l’ansia, la paura, l’adrenalina scende e capisci quanto sei ancora vivo per provare ancora tutto questo. Mi ricordo tutti i derby che ho visto. Sia quelli che ho vinto sia quelli che ho perso. Allo stadio o ad ascoltare una radiolina perchè troppo piccolo per entrare nell’arena, o davanti alla tv con il gesso per colpa di una gamba rotta, ma Signori quel giorno segnò di destro sotto la sud e nella nebbia dei fumogeni accesi proprio da loro. E allora capisci che forse rompersi quella gamba aveva un senso, era il tuo pegno d’amore, il tuo estremo sacrificio. E ancora sento dire che il derby è una partita come le altre…