Simone Inzaghi, Igor Tudor e Marco Baroni hanno avuto un destino simile: tutti hanno commesso lo stesso errore nel loro primo derby sulla panchina della Lazio
Tanto diversi nel modo di gestire il gruppo, lo spogliatoio, la rosa e nell’idea di calcio da proporre, quanto simili nel modo in cui è stato preparato, giocato e purtroppo perso il loro primo derby. C’è un filo sottile che lega Simone Inzaghi, Igor Tudor e Marco Baroni.
Tre tecnici che hanno lasciato segni diametralmente opposti nella storia della Lazio: il tecnico piacentino è rimasto cinque anni sulla panchina biancoceleste, vincendo tre trofei, conquistando due qualificazioni in Champions League e sfiorando uno scudetto; l’allenatore croato ha invece lasciato una piccola traccia della sua esperienza nella capitale, sedendosi sulla panchina biancoceleste per sole nove gare di campionato, prima di dimettersi e lasciare Roma. Baroni ha invece iniziato un progetto la scorsa estate, ripartendo da zero e costruendo una squadra sulle macerie dei resti di un gruppo che si era sfaldato, chiudendo il girone d’andata al quarto posto e trovandosi in testa in Europa League.
Lo stesso errore nel derby: Baroni come Tudor e Inzaghi
Tre tecnici diversi, ma accumunati da un particolare: tutti hanno perso il loro primo derby sulla panchina della Lazio, commettendo un errore simile. Sia Inzaghi, che Tudor e Baroni, hanno provato a giocarsela, non pensando che il derby esula dai normali aspetti tecnici. Inzaghi, nella stagione 2016-17 provò a battere la Roma sul palleggio e sul gioco: sfiorò il gol nel primo tempo con Immobile, ma poi andò sotto dopo un errore (in quel caso della difesa) e la sua squadra cadde nelle provocazioni dei giallorossi (espulsione di Cataldi dopo aver ricevuto una bottiglietta da Strootman).
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Tudor preparò la partita annunciando che “sono sicuro che la Lazio e la Roma faranno divertire il pubblico”, confermando poi la stima per De Rossi, che sedeva sulla panchina giallorossa. La sua squadra tentò di fare la gara, giocando un buon primo tempo (ebbe un paio di chance), poi commise un errore (Romagnoli perse Mancini) e subì la rete decisiva. Anche Baroni alla vigilia del derby ha parlato di “gioia nel giocare gare di questo tipo, che devono farci crescere”. Anche in questo caso la Lazio si è scontrata con una realtà differente: da una parte una squadra che ha interpretato il derby (la Roma) in tutte le sue sfaccettature, dall’altra una formazione che ha provato (senza riuscirci) ad uscire dalle difficoltà attraverso il gioco, cadendo poi nelle provocazioni. La Roma ha colpito duro (contate i falli di Mancini e Paredes) mentre la Lazio ha terminato la gara con espulsi e ammoniti.
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Il derby, da sempre, è una gara a parte, dove solitamente non viene premiata la squadra che gioca meglio, ma quella che lo sa interpretare nel modo giusto. Nella storia della stracittadina, Lazio decisamente più deboli dei giallorossi hanno avuto la meglio riuscendo a capire perfettamente il modo in cui andava giocata la sfida. Giocare, divertirsi, essere gioiosi e contenti di partecipare a questo evento, non sono gli ingredienti che ti portano a vincerlo. Inzaghi lo ha capito nelle successive sfide contro la Roma, quando è riuscito a far diventare la sua squadra “brutta, sporca e cattiva”. L’augurio è che anche Baroni ci riesca….