Il vice presidente della Uefa ha pensato bene di festeggiare la vittoria nel derby, sfottendo l’allenatore della squadra che guida una sua competizione: quando la classe e lo stile restano inconfondibili
Da che mondo e mondo, il derby della capitale è solito trascinarsi polemiche, sfottò e diatribe. Chi vince si trasforma in martello, mentre chi perde, ha l’arduo compito di diventare incudine, respingendo con orgoglio le prese in giro. In un mondo del calcio in cui passione, sentimento e partecipazione del pubblico, sembrano ormai merce rara, ben vengano le manifestazioni di esultanza dei vincitori, all’insegna del sano sfottò.
Tra tifosi, è giusto prendersi in giro, rilanciando vecchi slogan e battute mai dimenticate. Ognuno con il suo stile: lo spettacolo visto ieri sera sugli spalti dello stadio Olimpico ha inequivocabilmente evidenziato la differenza (in realtà mai messa in discussione) tra le due Curve: dopo anni in cui la Curva Sud ha mostrato nefandezze di ogni tipo (coreografie che non si riuscivano a capire, o che si bloccavano improvvisamente, o che erano oggettivamente inguardabili), i tifosi della Roma sono riusciti a chiudere una scenografia, dedicandola ai tifosi della Lazio. Peccato che, oltre ad arrivare in ritardo di una ventina di anni rispetto a quello che la Nord fece in un lontano derby, i tifosi della Lazio avevano avuto una soffiata, rovinando la sorpresa.
Il post contro Baroni
Lo sfottò tra tifosi è bello, sano, a volte pesante, ma assolutamente giustificabile e condivisibile. E’ ancora, e resterà per sempre, una delle ultime cose sane rimaste nel mondo del calcio attuale. Ma quando a voler salire in cattedra non sono semplici tifosi, ma personaggi che ricoprono ruoli istituzionali, la goliardia lascia il passo alla poca serietà. E ad una mancanza di stile evidente.
Il signor Zibigniew Boniek, ex giocatore della nazionale polacca e attuale vice presidente della Uefa, che nella sua carriera ha giocato tre anni con la Roma, incurante dell’imparzialità e dell’istituzionalità del ruolo ricoperto, ha deciso di celebrare la vittoria dei giallorossi nel derby capitolino, con un post sui social. Passi il testo, con il quale celebra Ranieri, è la foto che accompagna l’immagine a distinguere lo stile e la personalità del polacco: una presa in giro nei confronti di Marco Baroni, con il quale tra l’altro ha anche giocato un anno nella capitale. La foto li ritrae abbracciati con la maglia giallorossa, accompagnata dalla scritta “Daje Barò”.
A parti invertite, cosa sarebbe successo?
Nessuno si scandalizza, per carità… il buon Boniek non è nuovo ad uscite da vecchio ultras giallorosso: nel derby tutto è lecito. L’importante è che, una volta per tutte, venga tolta la maschera dell’ipocrisia e ragionare in ottica futura. Abbiamo scoperto che nel derby, quando è la Roma a vincere, provocare è lecito, così come si può menare tranquillamente in campo senza essere ammoniti o redarguiti; che è giusto colpire un avversario, poi (in caso di reazione), rotolarsi a terra e vedere che ad essere ammonito è solo il provocato che ha reagito; che in una rissa con due panchine coinvolte, l’unico ad essere stato espulso è un laziale; che un vice presidente della Uefa può sfottere un tecnico di una squadra che è al primo posto di una manifestazione organizzata dallo stesso organo; che Dybala può tranquillamente rivolgersi alla Curva avversaria, prendendola in giro, senza che nessuno si scandalizzi.
Tutto questo verrà consentito anche quando sarà la Lazio a vincere un derby? O in quel caso si alzeranno polveroni mediatici? Nel caso, basterà rivolgersi alla Uefa: sarà facile trovare un vice presidente super partes, che giudicherà la questione con la giusta imparzialità, dall’alto del suo ruolo istituzionale e scevro da condizionamenti.