Cosa è accaduto nella storia della Lazio l’8 gennaio? Gli eventi più significativi che hanno caratterizzato la società biancoceleste
Una data importante, nella quale i tifosi amano incontrarsi e aspettare la mezzanotte per celebrare il compleanno del club. Allo scoccare della mezzanotte, Piazza della Libertà si tinge di bianco e celeste: i colori più belli del mondo, intorno ai quali si stringe un intero popolo. Ma l’otto gennaio è anche un giorno che nella storia biancoceleste ha regalato gare importanti, momenti da ricordare, e compleanni storici.
L’otto gennaio del 2013 la Lazio scrisse un’importante pagina verso la conquista della Coppa Italia del 2013: la sfida Senza Rivincita, la cosiddetta Coppa in Faccia alzata davanti ai cugini giallorossi nello storico derby deciso da Senad Lulic. Quel giorno i biancocelesti di Wladimir Petkovic affrontarono e sconfissero il Catania di Maran allo stadio Olimpico con un sonoro 3-0, che permise a Hernanes e compagni di raggiungere la Juventus in semifinale.
“Ci sono diversi aspetti in ballo”, disse alla vigilia del match il tecnico Petkovic “come orgoglio e rivincita. Ritroviamo alcune forme di gioco viste qualche settimana fa, mancano solo tre-quattro partite prima di raggiungere un obiettivo importante. E la maggior parte di queste si giocheranno in casa”. Il riferimento era al clamoroso 3-0 che il Catania inflisse ai biancocelesti in campionato due mesi prima.
Per la grande rivincita il tecnico biancoceleste prepara una gara d’attacco, senza però ripetere gli errori mostrati in campionato.
La Lazio sblocca il risultato a metà primo tempo. Corner di Candreva sul primo palo, bel movimento di Radu che anticipa tutti e batte di testa il portiere del Catania Frison, con uno stacco preciso. Nell’esultanza il difensore romeno festeggia la sua prossima paternità. Nella ripresa arrivano gli altri gol: al 17′ Floccari vince il duello di forza con Izco, entra in area e dal fondo mette un pallone invitante al centro, sul quale Hernanes si fa trovare pronto per la deviazione sotto misura: è il gol del 2-0. Quello che chiude la gara. Quello che abbassa il morale alla truppa siciliana e che regala ai biancocelesti la sicurezza necessaria. Prima della fine c’è il tempo per il terzo sigillo: ancora una volta è Floccari ad assurgere a protagonista: uno due con Hernanes e palla al profeta dentro l’area di rigore: il brasiliano è solo davanti a Frison all’altezza del dischetto. Tutti pensano a una botta, ma il numero 8 laziale stupisce la folla con una giocata tutta brasiliana: doppio passo, finta sul portiere che viene scavalcato in velocità e palla comodamente appoggiata in rete. La Lazio è nelle semifinali dove affronterà la Juventus.
L’otto gennaio è anche il giorno in cui si festeggiano i quarantacinque anni di Stefano Mauri: colui che alzò al cielo la Coppa Italia del 2013 con la fascia di capitano sul braccio. Capitano di mille battaglie, Mauri ha giocato dieci stagioni con la maglia della Lazio: dal 2006 al 2016, vincendo anche due Coppe Italia e una Supercoppa italiana. Mauri è stato uno dei primi ad interpretare in modo moderno il ruolo del centrocampista di inserimento, muovendosi sia da mezzala che da trequartista.
Una gara ricordata ancora oggi come quella della “rovesciata di Igli Tare”. Un gol bellissimo del futuro direttore sportivo biancoceleste chiuse la goleada biancoceleste contro l’Ascoli di Gianpaolo, che era passato in vantaggio dopo 14′ con Guana. Pareggio laziale con Di Canio e poi reti di Mudingayi, Pandev e sigillo dell’attaccante albanese con una splendida rovesciata.