La società biancoceleste proprio in questi giorni sta festeggiando l’importante compleanno che la colloca come una delle società più antiche del mondo
Una storia così lunga è stata per forza di cose caratterizzata da tanti eventi, da vittorie e sconfitte che hanno indiscutibilmente segnato intere generazioni di tifosi. Ma la storia della Lazio è fatta soprattutto di uomini che, con le loro gesta, con i loro gol, con il loro senso di appartenenza alla maglia con l’aquila sul petto, saranno per sempre ricordati come i più amati dalla gente. Nomi che hanno segnato in maniera indelebile la passione di una generazione, che sono rimasti scolpiti nel muro degli eroi di chi comunque ha fatto la storia gloriosa di questa società.
Una carrellata dei giocatori che hanno segnato pagine indimenticabili della centenaria storia della Lazio, uomini che hanno reso felici milioni di tifosi, intere generazioni che sono andate fiere dei loro colori di appartenenza. Un ricordo indelebile, un click della memoria, un brivido sulla pelle, ecco perchè restano i più amati dalla gente.
Il grido di battaglia
Giorgio Chinaglia ha rappresentato per un’intera generazione il condottiero dietro al quale sfidare qualsiasi avversario. Simbolo e capocannoniere della Lazio del primo scudetto, quella banda di matti che realizzò la più grande impresa della storia del calcio. Il primo scudetto biancoceleste porta sicuramente tante firme, ma è marchiato a fuoco dal carattere di questo centravanti che non aveva paura di nessuno, sdoganando il tifoso laziale nel mondo del calcio romano e italiano.
Il Golden Boy
Vincenzo D’amico è passato attraverso tutte le traversie che hanno segnato la Lazio a cavallo degli anni 80. Diciottenne campione d’Italia con la banda di Maestrelli nel 73-74, fu il capitano di quella banda di ragazzini che salvò sul campo la squadra che poi venne retrocessa comunque per il primo calcio scommesse nel 1979. Per poi prenderla ancora per mano nel 1982-83 e riportarla in serie A. Per tutti Vincenzino è stato forse uno dei più talentuosi giocatori che abbiano mai indossato la maglia biancoceleste.
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Il Monumento della Lazio
Bob Lovati è probabilmente il simbolo della storia della Lazio. Ha cominciato da giocatore alzando al cielo il primo trofeo della società da capitano, la Coppa Italia nel 1958 e forse in pochi ancora possono ricordare le sue gesta da calciatore. Ma tutti poi lo abbiamo apprezzato come vice allenatore di Tommaso Maestrelli l’anno del primo scudetto, come allenatore nei momenti più disperati, come osservatore, accompagnatore, uomo immagine, insomma Lovati è stato e resterà sempre…la Lazio.
Il capitano
Alessandro Nesta ha rappresentato il sogno per migliaia di tifosi laziali. Nascere tifoso della Lazio, cominciare a giocare a calcio nelle giovanili della Lazio e diventare il capitano della squadra negli anni più vincenti della nostra storia. Nesta è stato per un decennio il più forte centrale d’Italia e tra i più forti al mondo, le vicende societarie lo hanno portato lontano da Roma, ma resta un figlio di questa città, almeno della parte laziale.
Il Bomber
Giuliano Fiorini resta il simbolo delle sofferenze di questa società. E’ l’artefice del gol che ha lasciato ancora in vita la Lazio nell’anno più difficile della sua storia. Una zampata a pochi minuti dalla fine, quella con il Vicenza nella partita della vita nella famosa stagione del -9, che ha provocato il più lungo e intenso boato mai ascoltato a un gol della Lazio. Eroe.
Ciro gol
Ciro Immobile ha marchiato a fuoco gli ultimi anni della gloriosa storia della società Lazio. Arrivato in sordina dopo alcune sfortunate esperienze all’estero, ha riscritto a suon di gol tutti i libri dei record. Il miglior marcatore della storia della Lazio, tre volte capocannoniere, ha eguagliato il record di gol in una sola stagione in serie A, vincendo anche la Scarpa d’Oro del miglior bomber d’Europa. Infinito.
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Un tifoso in campo
Paolo Di Canio fa il suo esordio da giovanissimo nella Lazio e diventa subito eroe di un derby anni 80 con il gol vittoria segnato sotto la curva avversaria. Poi la gloria e la fama alla Juventus, al Napoli e soprattutto nel Regno Unito. Sul finire della carriera il ritorno in biancoceleste e ancora un gol vittoria, a quindici anni di distanza dal primo, in un altro derby sempre sotto la curva “nemica”. Un vero tifoso in campo, dopo esserlo stato in curva da giovanissimo. Una parabola unica al mondo.
Bruno gol
Bruno Giordano è stato per molti uno dei giocatori più forti che abbiano mai indossato la maglia della Lazio. Centravanti moderno, tecnicamente fortissimo, capace di segnare gol impossibili, è stato l’idolo di una generazione che ha vissuto gli anni bui della nostra storia. I suoi gol erano gli unici lampi di luce di una Lazio povera, ma vera. Capocannoniere nella stagione 1978-79. Fu l’artefice del ritorno nella massima serie vincendo anche la classifica dei bomber di serie B nel 1982-83
E segna sempre lui
Giuseppe Signori è stato il traghettatore da una Lazio da centroclassifica con ambizioni europee a quella sul tetto del ranking UEFA. Uno dei primi colpi del patron Cragnotti, ha fatto gridare il suo nome a ogni gol per più di 100 volte ai tifosi della Lazio. Piccolo di statura, ma sgusciante e con un tiro di sinistro micidiale, Beppe gol è stato l’idolo di migliaia di tifosi che sono arrivati a marciare per le vie della città per far desistere il presidente dalla voglia di cederlo. Tre volte capocannoniere con l’aquila sul petto.
The history man
Senad Lulic ha vestito la maglia della Lazio per dieci anni. 371 presenze totali e ben 34 gol. Ma uno lo ha fatto entrare di diritto nella storia ultracentenaria della società e soprattutto nel cuore di tutti i tifosi della Lazio. Quel morbido piatto destro, con cui ha appoggiato il pallone in rete al minuto 71 della finalissima di Coppa Italia contro la Roma nel 2013, lo ha reso immortale. Tutta Roma sa che da quel giorno non c’è rivincita. Leggenda.