Il centrocampista nigeriano Dele-Bashiru ancora in cerca di imporsi in un ruolo specifico: Baroni continua i test
Quale Bashiru? Come riportato dall’edizione odierna del Corriere dello Sport, è la domanda che Marco Baroni si pone dall’inizio della stagione. Tra tentativi, esperimenti e qualche alto e basso, l’allenatore biancoceleste cerca di sbloccare il potenziale del nigeriano, arrivato in estate con un bagaglio di qualità che lo rende un possibile top player.
Il tecnico lo ha provato in ogni ruolo: trequartista, mezzala, interno, persino ala, sia a destra che a sinistra, per individuare la posizione in cui Dele-Bashiru possa finalmente brillare.
Le doti di Dele-Bashiru non si discutono. Lo ha dimostrato sin dal debutto contro il Venezia, quando ha impressionato con cambi di passo, recuperi e giocate eleganti. Un biglietto da visita che ha subito fatto breccia nei cuori dei tifosi. Ma a quel lampo iniziale è seguito un calo evidente. In campionato il rendimento è sceso sotto le aspettative, e il nigeriano è finito ai margini, trovando spazio quasi esclusivamente in Europa League.
Lì, però, ha ripreso quota: contro la Dinamo Kiev ad Amburgo, ha firmato un gol e un assist in una prestazione completa, fatta di qualità e quantità. In seguito, ha aggiunto un’altra rete contro l’Ajax e un assist contro il Twente. Il cammino europeo gli ha permesso di riguadagnarsi la fiducia di Baroni anche in Serie A, coronata dal primo gol in campionato contro il Bologna, nei minuti finali del match del 24 novembre. Da allora, complice anche qualche defezione tra i compagni, ha iniziato a ritagliarsi più spazio.
Baroni non ha smesso di sperimentare per individuare il ruolo ideale. Lo ha schierato mezzala, trequartista e, contro il Como, come ala sinistra in un 4-2-3-1. Anche in quella partita, Bashiru ha mostrato una fotografia della sua stagione: un inizio dirompente, accelerazioni e tecnica, fisicità e intuizioni, che lo hanno reso uno dei migliori in campo nei primi 30 minuti. Poi, però, è calato, finendo ai margini del gioco. Nemmeno il successivo spostamento a destra è riuscito a invertire la tendenza.
Il vero problema, dunque, non sembra essere il ruolo, ma la continuità. Bashiru fatica a rimanere incisivo nell’arco dei 90 minuti, un aspetto che finora lo ha limitato.
Con le sue caratteristiche, Bashiru ha dimostrato di poter essere efficace in diversi ruoli. A tratti ha lasciato intravedere un giocatore capace di fare la differenza, ma per diventare determinante deve lavorare su due aspetti: concentrazione e costanza.
L’arrivo di Ibrahimovic, un elemento più offensivo, potrebbe riportarlo nella posizione di mezzala o interno di centrocampo, dove la sua fisicità e capacità di inserimento potrebbero fare la differenza. Tuttavia, la chiave per il salto di qualità non sarà tanto il ruolo quanto la capacità di mantenere alta l’attenzione e incidere lungo tutta la partita. Solo allora sarà possibile capire Quale Bashiru sia davvero il migliore.