Ecco come si comportò il club portoghese nei confronti del falconiere, quando accaddero dei fatti clamorosi. E la decisione presa sull’aquila
L’allontanamento del falconiere Juan Bernabè continua a far discutere tifosi e addetti ai lavori. Al di là degli aspetti formali, dello scalpore che hanno suscitato le foto e i video e della reazione del club, che ha subito chiuso i rapporti con il portoghese, è cresciuto il rammarico per l’addio all’aquila Olympia: diventata negli anni un simbolo per i tifosi e un’icona per tutti i bambini. Il volo dell’aquila prima dell’inizio delle partite interne della Lazio era diventato un momento emozionante e particolarmente atteso: dai sostenitori biancocelesti e anche dagli avversari.
L’aquila Olympia non si vedrà più allo stadio Olimpico. La Lazio, nel comunicato pubblicato ieri, lo ha spiegato con amarezza: “La Società si rende conto del dolore, peraltro condiviso, che ai tifosi provocherà la perdita dell’aquila nelle prossime gare casalinghe, ma ritiene che non è possibile essere associati, tutti, per di più con il simbolo storico dell’aquila, ad un soggetto che, con la sua iniziativa, ha reso inammissibile la prosecuzione del rapporto”. I biancocelesti avevano infatti stipulato un contratto con il falconiere Bernabè, che garantiva la presenza dell’aquila (della quale era responsabile). Venendo meno l’accordo, si rompe anche il legame con l’aquila.
Olympia, abituata a vivere nel Centro Sportivo di Formello, ad andare in ritiro con i calciatori, ad essere presente allo stadio in occasione delle gare interne della Lazio e in tutte le manifestazioni in cui il club era chiamato a presenziare, non farà più parte del mondo biancoceleste. Tutto questo a causa del comportamento del suo falconiere. Ma non si tratta del primo licenziamento per Bernabè. Anche ai tempi del Benfica, il club fu costretto ad allontanarlo, per motivi disciplinari. I portoghesi, che condividono con la Lazio lo stesso simbolo, furono i primi a far volare un esemplare di aquila allo stadio prima delle gare. Bernabè era era il falconiere, responsabile del club portoghese.
Ma nel 2010, poco prima del suo arrivo nella capitale, il portoghese venne licenziato. A causa di una serie di comportamenti ritenuti poco consoni da parte del club. Ecco cosa scrisse il Benfica nel comunicato in cui ufficializzò il suo allontanamento: “Contrariamente a quanto ha più volte affermato, il signor Juan Barnabé non è stato aggredito, bensì ha aggredito ingiustificatamente e gratuitamente un direttore del Benfica SAD, negli istanti precedenti l’entrata in campo delle squadre dell’SL Benfica e del Rio Ave, sabato scorso. Situazione testimoniata da diversi testimoni presenti sul posto e che è stato registrato dal personale di sicurezza”.
Ma non è tutto. Secondo quanto specificato dal Benfica, nel comunicato pubblicato il 20 dicembre del 2010, “questo attacco non è stato un atto isolato Purtroppo negli ultimi anni si sono registrati molti altri incidenti che hanno comportato insulti e minacce a diversi professionisti dell’SL Benfica (Segretario Generale, Pubbliche Relazioni, Dipartimento Commerciale e Marketing e Calcio di base) d). Negli ultimi mesi, questa società ha tentato in tutti i modi di venire incontro al signor Juan Barnabé, convincendolo a cambiare il suo comportamento… Purtroppo, i fatti del 18 dicembre scorso hanno rivelato che non si tratta di un problema isolato, ma piuttosto di un ripetuto e intollerabile atteggiamento di mancanza di rispetto verso chi ha sempre collaborato con lui e, nella loro persona, verso lo stesso Benfica”.
Che decisione prese il club nei confronti del falconiere e dell’aquila? Nel comunicato venne chiaramente specificato che “il simbolo del Benfica è l’aquila, non Juan Barnabé. Il Benfica SAD non può fare a meno di rammaricarsi di questa situazione, ma, alla luce degli attacchi perpetrati e delle dichiarazioni nel frattempo rese, non mancherà di attivare i meccanismi legali a sua disposizione. L’SL Benfica è stato per molto tempo l’unico club al mondo ad avere il suo simbolo sventolato nelle sue partite. E ha smesso di esserlo solo quando l'”aquila” si è trasformata in un business che non ha nulla a che vedere con il nostro club. Un fatto di cui, naturalmente, ci rammarichiamo. Considerata l’importanza riconosciuta del volo dell’aquila, come simbolo vivente del nostro Club, questa Società adotterà le misure necessarie affinché possa tornare presto ad animare l’Estádio da Luz”.