Il papà del giocatore del Chelsea sta seguendo con molta trepidazione questa situazione di mercato del figlio: “La cosa più importante è che torni in Italia”
Una trattativa che sta tenendo sulle spine due tifoserie, quella laziale e quella granata. Non che si amino le squadre, molto meno rispetto a qualche tempo fa le società anzi Lotito e Cairo si sono anche riavvicinati, soprattutto dopo le ultime elezioni in Lega, ma sul mercato per Cesare Casadei se le stanno dando di santa ragione. E in mezzo c’è proprio lui, il calciatore, che sta decidendo cosa fare in attesa che il suo club prenda la decisione finale. Lui non spinge più di tanto, ma attende con fiducia l’evolversi della situazione, chi invece non vede k’ora che si concluda è il papà Davide Casadei che da lontano, nella sua Cervia, ascolta tutto e non si sbilancia più di tanto.
L’hanno visto crescere, Davide ed Elena, i due genitori che oltre a Cesare hanno anche Edoardo ed Ettore, i due fratelli più grandi, una famiglia semplice, unita che si vuole bene e guarda con attenzione quello che succede a Cesare, il più piccolo, il più famoso e in vista. “Noi siamo qui che non vediamo l’ora che tutto finisca e che il Chelsea decida per bene il futuro di Cesare, poi che siano Lazio o Torino, non voglio e non posso dire granché, sono due bellissime città, e due squadre importanti, Cesare sa bene tutto e di solito sceglie bene…”.
“Cesare è riservato, ma tignoso come pochi”
E’ felice che il figlio Cesare sia conteso da due grandi squadre, spera solo che tutto sia finito in tempi brevi perché loro non vedono l’ora che il figlio rientri in Italia: “E’ quello che desideriamo più di tutto, anche perché, per essere sinceri, al Chelsea non gioca e non cresce come dovrebbe, è un grandissimo club ma ci sono rimasto male che Pochettino l’abbia richiamato al Chelsea per poi non farlo giocare. Perché gioca poco con Maresca? Bisognerebbe chiederlo a lui, Cesare ha fatto sempre il suo lavoro, testa bassa e in campo dando tutto in allenamento e sul terreno di gioco“.
E’ giovane, ma molto ben considerato, solo che non ha ancora avuto la possibilità di dimostrare bene il suo valore. Su di lui sono pronti a scommetterci a occhi chiusi tanti addetti ai lavori, in mezzo al campo può giocare mezzala destra o sinistra, è stato impiegato anche come trequartista, ma lui è e vuole essere un centrocampista: “Cesare è lì che gioca, poi lui si adatta a tutto, è un lavoratore, uno che vuole emergere sicuramente, ma soprattutto giocare a pallone e ama quello che fa. E’ l’ultimo di fratelli, Edoardo ed Ettore erano più grandi e lui per giocare con loro ha dovuto spingere e imporsi sin quando piccolo, ecco da dove nasce tutta quella tigna che poi lui mette dentro il campo. Speriamo bene, so che a breve si deciderà, io non voglio sapere nulla, Roma e Torino sono due grandi città, certo io magari avrei una leggera preferenza per la capitale anche perché oltre ad essere una città meravigliosa c’è anche il mare vicino e Cesare è cresciuto col mare a due passi, fa parte del nostro Dna….“