Sui social esplode la polemica. I tifosi biancocelesti infuriati con la doppia interpretazione data dai direttori di gara di un episodio identico: il laziale ammonito, il romanista no!
“La legge non è uguale per tutti”. Sui social esplode la polemica dopo la scelta di Fabbri, arbitro di Verona-Lazio, di ammonire Nuno Tavares, nel momento in cui il terzino biancoceleste stava per uscire dal terreno di gioco. Il portoghese, richiamato da Baroni in panchina al 73esimo minuto di gioco, è stato sanzionato dal direttore di gara, mentre abbandonava il Bentegodi.
Il motivo? Tavares stava lasciando il campo partendo dalla sua posizione di terzino sinistro e quindi trovandosi sulla fascia opposta rispetto alle panchine. Per abbandonare il campo è stato quindi costretto ad attraversare tutto il terreno di gioco. L’arbitro Fabbri, in un eccesso di fiscalità, lo ha invitato ad uscire dal rettangolo verde, dalla posizione in cui si trovava: sotto la Tribuna Tevere (immaginando di essere allo stadio Olimpico). Una scelta dettata dalla voglia di non perdere tempo, ma oggettivamente senza senso. L’arbitro avrebbe potuto tranquillamente recuperare il tempo perduto concedendo un minuto in più dopo il 90′.
Fabbri ammonisce Nuno Tavares per eccesso di fiscalità
Tavares, incurante dell’input del direttore di gara, ha scelto di attraversare il campo e di uscire dal lato delle panchine, portando Fabbri ad ammonirlo. Una scelta, dal punto di vista regolamentare, poco discutibile: il direttore di gara aveva avvisato il portoghese, consigliandolo sul luogo in cui era meglio uscire dal campo. Ma sul fronte dell’interpretazione, la decisione del direttore di gara lascia molti dubbi.
Innanzitutto perchè, con le nuove norme, Fabbri avrebbe tranquillamente potuto recuperare il tempo perso, allungando il recupero. E poi perchè, la scelta di imporre al calciatore l’uscita dal campo in un luogo diverso dal luogo in cui generalmente i calciatori abbandonano il terreno di gioco, è sembrata eccessiva. E non appropriata ad un momento in cui la situazione in campo era controllabile. Ma soprattutto perchè, situazioni identiche, sono state valutate in modo completamente diverso in altre gare. E nei confronti di altre squadre.
Lorenzo Pellegrini, stesso episodio, nessun provvedimento
L’episodio più eclatante è stato portato alla luce da alcuni utenti sui social: nel corso dell’ultimo derby tra Roma e Lazio, il capitano della Roma Lorenzo Pellegrini è stato richiamato in panchina da Ranieri, dopo aver sbloccato il risultato nel primo tempo ed aver giocato una grande gara. L’arbitro Fabbri, intimò al capitano giallorosso di non uscire dal terreno di gioco nei pressi delle panchine, ma di abbandonare il campo nei pressi della posizione che stava occupando in quel momento.
Nonostante la raccomandazione del direttore di gara, Pellegrini ha fatto di testa sua ed è uscito raggiungendo il compagno che stava per entrare in campo, che si trovava nei pressi della panchina giallorossa. Pairetto ha sorvolato: nonostante le raccomandazioni alle quali il capitano giallorosso non ha dato seguito, ha preferito applicare il buon senso e non “sprecare un cartellino giallo” per una situazione ampiamente recuperabile attarverso il recupero.
Perchè lo stesso episodio è stato valutato in modo completamente diverso da due arbitri? Perchè nei confronti della Lazio c’è un’attenzione particolare e non viene mai perdonato nulla, come invece accade ad altri club? Il rapporto tra la Lazio e gli arbitri in questa stagione è davvero complicato. Il club biancoceleste è quello che ha subito più cartellini gialli in media, rispetto ai falli commessi. Senza dimenticare le sviste che hanno caratterizzato tutto il girone d’andata (anche a Verona non è stato assegnato un calcio di rigore a favore di Castellanos, dopo che il centravanti biancoceleste aveva calciato, anticipando il difensore, subendo un pestone). La Lazio, come al solito, ha preferito non alzare polveroni. Nel silenzio del club si continuano ad accumulare torti evidenti ed episodi valutati con occhi diversi. A seconda delle squadre che li commettono.