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Isaksen, una risposta dall’Europa per tenersi la Lazio

L’Europa è stato un trampolino di lancio per restare alla Lazio: una scintilla di Isaksen che deve diventare fuoco continuo

Isaksen, croce e delizia. Un talento intermittente, capace di accendersi come una scintilla per poi spegnersi improvvisamente, lasciando spazio a ombre e dubbi. Come riportato nell’edizione odierna del Corriere dello Sport, a Napoli lo avevamo visto scintillante, un vero e proprio “fuoco d’artificio”, per poi ritrovarlo spento e opaco nelle uscite successive.

Isaksen, una risposta dall’Europa per tenersi la Lazio (LaPresse Foto) – Lalazio.com

Contro la Real Sociedad, l’ennesima doppia versione: prima scialbo e quasi impalpabile, poi improvvisamente sfolgorante, trascinante. Questi “ritorni di fiamma” caratterizzano la sua storia con la maglia della Lazio, fatta di alti e bassi, di promesse non sempre mantenute.

E proprio la prestazione in Europa League contro gli spagnoli assume un valore cruciale in ottica mercato. Tenerlo o cederlo? Questo l’interrogativo che aleggiava intorno al danese. Finora, non sono arrivate offerte “convincenti”, solo proposte di prestito con diritto di riscatto.

Isaksen e le prospettive di mercato

L’Olympiakos si è fatto avanti, ma senza garantire l’obbligo di acquisto. Lotito, dal canto suo, punta alla cessione a titolo definitivo per incassare una cifra congrua e sbloccare più agevolmente il mercato in entrata, senza dover ricorrere a “formule magiche”. Inoltre, il presidente biancoceleste vuole evitare di perdere i vantaggi fiscali legati all’ex Decreto Crescita, che sarebbero garantiti solo in caso di cessione in Italia, e non all’estero, soprattutto se si trattasse di un prestito.

Isaksen e le prospettive di mercato (LaPresse Foto) – Lalazio.com

Di Isaksen si è parlato anche in ottica Napoli, nell’ambito di una suggestiva ipotesi di scambio con Ngonge. Un’idea rimasta sul tavolo delle trattative, soprattutto a causa della richiesta della Lazio di un indennizzo di 3 milioni di euro, non accettato dal Napoli, che invece era favorevole a uno scambio alla pari.

Ngonge, dal canto suo, aspetta ancora la Lazio, avendo messo in stand-by altre possibili destinazioni. Insomma, un vero e proprio “intrigo di mercato”, con valutazioni che faticano a combaciare: Isaksen è stato acquistato un anno e mezzo fa per 12 milioni più 4 di bonus, mentre Ngonge è stato valutato 20 milioni con i bonus un anno fa. Non è facile far quadrare i conti.

La differenza tra campionato ed Europa

C’è un dato che non può essere ignorato: l’Isaksen “europeo” ha una media decisamente migliore rispetto all’Isaksen visto in Italia. In Europa League, infatti, il danese ha segnato un gol e fornito due assist in 5 partite, giocando da titolare solo in occasione della sfida con la Real Sociedad.

In Serie A, invece, ha realizzato 2 gol e fornito 2 assist in 21 partite, di cui 15 da titolare. Giovedì, contro gli spagnoli, è stato decisivo, causando l’espulsione di Munoz (doppio giallo) e l’ammonizione di Zubimendi, mettendo in difficoltà l’intera retroguardia avversaria con le sue accelerazioni e i suoi dribbling.

La differenza tra campionato ed Europa (LaPresse Foto) – Lalazio.com

Ed è proprio questo che Baroni chiede a Isaksen: puntare l’uomo, liberarsi in dribbling, creare superiorità numerica. Un qualcosa che il danese fa, purtroppo, con troppa discontinuità. In Italia sembra più bloccato, timido, mentre in Europa si trasforma, diventando più sciolto e intraprendente.

Non a caso, la Lazio era rimasta “folgorata” dalle sue accelerazioni quando lo aveva visto in azione con il Midtjylland proprio in Europa League, con due gol segnati ai biancocelesti tra andata e ritorno nella stagione 2022-23.

Ora, Isaksen è atteso alla “prova del nove” contro la Fiorentina. Non può steccare di nuovo. È qui che si gioca il suo futuro, il salto di qualità finora mancato, per allontanare definitivamente gli “spettri” del mercato.

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Marco Ercole