La Lazio subisce ancora una sconfitta nello scontro diretto contro la squadra allenata da Palladino che fa emergere con prepotenza alcuni errori già visti in altre partite del campionato
Partiamo da un presupposto. I biancocelesti, dopo la campagna acquisti portata a termine questa estate, che ha portato a una piccola-grande rivoluzione della rosa, stanno comunque disputando una stagione ben oltre le aspettative. La squadra allenata da Baroni resta ancora saldamente al quarto posto e, anche se ora è braccata dalle avversarie, ha già raggiunto la qualificazione alla fase a eliminazione diretta della Europa League e ha superato il turno più difficile contro il Napoli di Coppa Italia. E’ innegabile però che nell’ultimo periodo stanno arrivando troppe sconfitte tutte molto simili, nel punteggio e nell’andamento della gara.
Dopo la straordinaria partita infrasettimanale contro gli spagnoli della Real Sociedad, che bissava la bella vittoria di Verona in campionato, la Lazio era attesa alla terza partita in sette giorni e, come nella partita d’andata, non è riuscita a battere la Fiorentina, mettendo in mostra alcuni limiti ben precisi.
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Una partita fotocopia
Una sconfitta amara e difficile da digerire quella subita ieri sera allo stadio Olimpico dalla Lazio contro la Fiorentina. Una partenza shock che ha indirizzato subito l’andamento del match. Due gol nei primi minuti sono difficili da rimontare per tante squadre, figuriamoci per una squadra giovane come la Lazio che ha bisogno di autoalimentarsi di entusiasmo, di freschezza mentale oltre che di energie fisiche. Un leit motive che sta caratterizzando purtroppo la stagione, quello delle partenze negative, alle quali né l’allenatore, né tantomeno gli stessi giocatori riescono a trovare una spiegazione.
Ieri sera ad esempio è stato abbastanza incredibile come l’andamento della partita sia stato praticamente una fotocopia del derby giocato soltanto venti giorni fa, anche quella una sconfitta che ancora la tifoseria non è riuscita a digerire. Il 5 gennaio scorso infatti i biancocelesti escono battuti dalla stracittadina sempre a causa di un inizio di partita imbarazzante, un uno-due assurdo vista l’importanza, la concentrazione e l’attenzione che a prescindere dalle posizioni di classifica, richiede una partita così sentita. La rete di Pellegrini al minuto 10 e il raddoppio di Saelemakers al minuto 17 sono esattamente gli stessi minuti dei due gol presi ieri sera da Adli e Beltran!
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Poca personalità
Erano le due partite più importanti di questo inizio 2025, la stracittadina contro la Roma e lo scontro diretto contro la Fiorentina, due avversarie alle prese, in questo momento, anche con gli stessi problemi: momento non proprio felice, una piazza in subbuglio e risultati che faticavano ad arrivare, proprio il momento perfetto per approfittarne con una vittoria che potesse acuire la crisi e rendere ancora più complicato il loro cammino. Invece in campo è successo esattamente il contrario con un approccio alla gara timido e remissivo da parte biancoceleste e all’ultimo sangue da parte di avversari feriti, all’ultima spiaggia. Molli, piano tattico sbagliato, timidi nel provare a fare le solite giocate: un atteggiamento incomprensibile quello di Zaccagni e compagni che hanno permesso alle due avversarie di andare due gol avanti dopo poco più che un quarto d’ora. Poi c’è voluto l’intervallo delle partite per rimettere in sesto le idee e rientrare in campo con una diversa determinazione.
Ma nonostante un forcing continuo sono emersi anche altri limiti di qualità tecnica che non hanno permesso di riaprire la partita con un gol che permettesse di cercare poi il pareggio con più calma. Soltanto ieri sera il gol di Marusic ha dato qualche speranza nei minuti di recupero, ma troppo tardi per provare una reazione di squadra e non soltanto un arrembaggio di pancia. Due partite fotocopia nell’approccio, nell’andamento, nei minuti dei gol subiti e nella mancata reazione, a poche settimane di distanza, a un problema che mister Baroni e il suo staff devono assolutamente risolvere prima che diventino troppe le occasioni perse.