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Baroni e il “mal di big”: così nasce la frenata della Lazio

Mister Baroni deve lavorare sull’approccio della squadra contro le big: fino a questo momento il rendimento è preoccupante

La Lazio resta al quarto posto, ma la frenata in campionato è evidente. Come riportato nell’edizione odierna del Corriere dello Sport, gli ultimi risultati parlano chiaro: appena 8 punti nelle ultime 7 giornate. Baroni ha pagato dazio contro Inter, Roma e Fiorentina, con due sconfitte pesanti nei confronti diretti per la corsa Champions e l’Europa League.

Baroni e il “mal di big”: così nasce la frenata della Lazio (LaPresse Foto) – Lalazio.com

Un tratto comune tra il derby e il match con i viola: due gol subiti nei primi venti minuti. L’impatto molle, il ritmo lento in costruzione e la vulnerabilità difensiva hanno fatto il resto. La Lazio, se non accelera e non impone il suo gioco, va in sofferenza. Sullo sfondo, il peso dello sforzo nervoso contro la Real Sociedad: l’energia mentale spesa in Europa sembra aver lasciato scorie difficili da smaltire.

La panchina iniziale di Rovella, per quanto sia cruciale in regia, non può essere l’unico alibi. La manovra dal basso era farraginosa, con i quattro difensori bloccati e Dele-Bashiru in una posizione insolita, quasi da ala sinistra, che costringeva Zaccagni a decentrarsi. La mobilità invocata da Baroni è naufragata nei rischi eccessivi a centrocampo, dove Guendouzi è rimasto solo contro tutti.

Difficile capire perché il tecnico abbia abbandonato il 4-3-3 visto contro l’Atalanta (Dele-Rovella-Guendouzi), ma con la Fiorentina non sarebbe stato comunque praticabile. Rovella, in permesso per il lutto familiare, è rientrato a Formello soltanto sabato sera, dopo aver saltato due giorni di allenamento. Il cambio con Dele, titolare a Napoli accanto a Guendouzi, era una scelta comprensibile. Ma quella con la Fiorentina è stata tutt’altra partita.

Baroni e la piaga degli scontri diretti

Negli ultimi due mesi, complice anche l’assenza pesante di Vecino, la Lazio ha lasciato punti preziosi contro il Como e ha raccolto solo due vittorie in trasferta, contro Lecce e Verona. L’ultimo successo all’Olimpico risale al 24 novembre (3-0 contro il Bologna). È mancata l’occasione per dare una spallata alla classifica. Baroni, invece di fare il vuoto, ora si ritrova circondato: Fiorentina, Milan e Bologna devono recuperare una partita e sono in agguato.

La corsa Champions si fa ancora più complicata se si guarda ai numeri contro le big: appena 8 punti in 9 scontri diretti (media 0.89). Baroni è sotto con Palladino, ha pareggiato con il Milan (2-2 all’Olimpico) e ha perso allo Stadium per l’autogol di Gila. Serve un cambio di passo, perché anche il calendario non lascia tregua.

Baroni e la piaga degli scontri diretti (LaPresse Foto) – Lalazio.com

A metà febbraio l’Olimpico ospiterà il Napoli, in corsa scudetto. Marzo sarà il mese della verità: prima San Siro contro il Milan di Conceiçao (2 marzo), poi Bologna al Dall’Ara (16 marzo), con in mezzo il ritorno degli ottavi di Europa League. Un ciclo da affrontare senza margine d’errore.

Nella prima metà di aprile arriverà il derby con la Roma, una settimana dopo la trasferta di Bergamo. E infine, domenica 11 maggio, Lazio-Juve: potrebbe essere lo scontro decisivo per la Champions e, chissà, anche per il futuro di Thiago Motta. Insomma, Baroni deve tenersi stretto il quarto posto, ma per farlo servono ritmo, carattere e vittorie negli scontri diretti. Il margine di errore è ormai inesistente.

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Marco Ercole