Il patron biancoceleste ha assicurato che l’impianto sarà pronto entro quattro anni se dovesse ricevere tutti i via libera del caso ma c’è chi protesta
A ogni costo. E col sorriso sulle labbra, nonostante sia uno dei progetti più difficili e mai concretizzati nella storia della Capitale. Per questo Claudio Lotito vuole abbattere ogni dubbio e quasi ogni muro d’incertezza sul progetto dello Stadio Flaminio. Lui non vuole vedere che ci sono ostacoli e incertezze, visto che ha fatto tutto quello che doveva fare per cercare di depositare una documentazione completa e senza sbavature. Ha smosso mari e monti, soprattutto dal punto di vista politico non si è fatto parlare dietro e continua a farlo, soprattutto adesso che dal punto di vista tecnico e politico potranno arrivare delle rassicurazioni più precise.
Per questo il patron laziale si è detto certo non solo sulle date, ma anche sui costi e diverse rassicurazioni che ha dato alla giunta su eventuali situazioni legate all’assetto archeologico dell’area attorno al Flaminio. E talmente sicuro, Lotito che ha inviato una lettera programmatica al Sindaco Gualtieri anche per rassicurarlo non tanto e solo sulla bontà del progetto, ma sui tempi e sulle modalità. “Il nostro auspicio è che la fase preliminare si esaurisca entro la fine del 2025, per accedere alla fase definitiva nella prima parte del 2026 e all’inizio dei lavori nella seconda parte del 2026. Questo ci consentirebbe di concludere i lavori nella prima metà del 2029”.
Il costo si aggira sui 400 milioni di euro
Per Lotito, almeno quello che assicura a Gualtieri, ma a tutta la giunta è che si farà in modo e maniera, rispettando i tempo per poter “consegnare alla città uno stadio internazionale per gli Europei di calcio 2032”. Per realizzare il nuovo Flaminio, secondo la Lazio e secondo il presidente Lotito, tanto da metterlo nero su bianco, serviranno 392,6 milioni di euro più Iva. Un investimento sostenibile solo con un periodo di rientro stimato in “un periodo non inferiore a 80 anni”. Ed è per questo che la i biancocelesti e il patron avrebbero fatto una richiesta di una concessione che non deve essere “inferiore ad anni 90”.
Per la realizzazione dello stadio Flaminio, l’accordo con il Comune, ed è qui che la politica legata alla giunta romana si è interessata parecchio e segue con attenzione il progetto, non riguarda solo l’impianto di Nervi, ma fare qualcosa di più andando a vedere altri “spazi o strutture sportive di Roma Capitale” in modo tale che diventi un vero e proprio centro servizi.