I movimenti di ali e terzini riescono a dare alla Lazio un valore aggiunto sulle fasce: il gioco di Baroni che sfida la modernità
Sovrapposizione, dribbling, cross e gol. Come riportato nell’edizione odierna del Corriere dello Sport, è il trionfo della semplicità che diventa pura efficacia. Il gioco della Lazio, guidata da Baroni, si sviluppa sulle corsie esterne, dove esterni e terzini si fondono in una sinergia perfetta per creare superiorità numerica e mettere palloni invitanti in area.
La squadra, che ha sempre fatto affidamento sul movimento coordinato, ha dimostrato che il segreto sta nel saper scegliere il momento giusto per attaccare e quando, invece, accentrarsi per offrire opzioni ai compagni.
Baroni non si limita a imporre verticalità, ma vuole una squadra in grado di dominare anche l’orizzontale. L’idea è di attirare la pressione avversaria su un lato, per poi ribaltare il fronte con un cambio gioco rapido o un cross improvviso.
La strategia, forse un po’ retrò, si basa sulla mobilità degli esterni che, con tagli dritti e incursioni, sanno creare spazi preziosi. Con ben 23 cross tentati ogni 90 minuti, la Lazio guida una classifica di precisione che lascia poco spazio alla casualità: il Cagliari si attesta a 22, l’Inter a 21 e l’Atalanta a 20. In questo contesto, il contributo degli esterni è fondamentale per dare solidità al sistema offensivo.
Le difficoltà nel finalizzare le azioni non derivano tanto da una mancanza di creatività quanto da piccole imprecisioni nei passaggi e nei tocchi finali. Il fatto che non tutti i cross si traducano in gol dipende, in parte, da errori del portoghese, ma anche da chi riceve il pallone.
La Lazio, infatti, non vanta un attacco con colpi di testa dominanti, ma compensa con un’area di rigore costantemente presidiata: ogni cross trova almeno quattro uomini pronti a raccoglierlo, grazie all’inserimento tattico dei giocatori della seconda linea. Questa struttura rende difficile per gli avversari leggere e anticipare le azioni, confermando l’importanza del concetto di mobilità promosso da Baroni.
La formazione non si schiera in linea orizzontale, ma con un rifinitore, di solito Dia, alle spalle del centravanti Castellanos. Questa disposizione, che aumenta l’imprevedibilità nell’attacco, consente continui inserimenti e permette a chiunque, da Taty a Zaccagni o Marusic, di ricevere il cross e, quando il tempismo è giusto, segnare il gol decisivo. A volte basta un semplice gesto, una cosa basilare, per fare la differenza sul risultato.
In sostanza, la Lazio ha saputo rinnovare il proprio gioco sfruttando la mobilità e la densità del movimento offensivo. Anche se non tutti i cross finiscono in rete, la combinazione di precisione, velocità e coordinamento tra i giocatori conferma la validità della strategia di Baroni.
E quando tutto va per il meglio, le cose semplici diventano straordinarie. Il segreto sta nel saper trasformare ogni azione in un’opportunità, nel far sì che ogni pallone ritrovato diventi un potenziale gol, e in questo, la Lazio sta dimostrando di avere una marcia in più rispetto agli altri, mantenendo la propria identità in un campionato sempre più esigente.