Accadde oggi 17 Febbraio: tanti auguri a Beppe Signori, idolo di un’intera generazione

I fatti, i personaggi, le gare più importanti disputate dalla Lazio nella sua storia il 17 febbraio. Oggi si festeggia il compleanno di bomber eccezionale

L’idolo incontrastato di un’intera generazione. Uno degli attaccanti più forti che abbia mai indossato la maglia della Lazio. Il secondo bomber di sempre nella storia del club biancoceleste con 127 goal segnati in meno di sei stagioni. L’attaccante imprendibile capace di saltare in velocità ogni difensore e andare in goal con facilità, beffando i portieri avversari con tiri in diagonale di rara precisione e potenza.

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17 febbraio
Accadde oggi 17 Febbraio: tanti auguri a Beppe Signori, idolo di un’intera generazione – Lalazio.com

Beppe Signori, nato ad Alzano Lombardo il 17 febbraio del 1968, compie oggi 57 anni. L’attaccante, che ha vestito la maglia della Lazio dall’estate del 1992 al dicembre del 1997, è stato un vero e proprio punto di riferimento per i giovani che seguivano la Lazio negli anni novanta. Con i suoi goal, la sua velocità, il suo modo di esultare, la capacità di diventare in breve tempo un punto di riferimento per i compagni, Signori è diventato un modello idolatrato e imitato. Con la maglia biancoceleste si è laureato tre volte capocannoniere della serie A. Ha indossato con fierezza la fascia di capitano ed ha rappresentato la Lazio in Nazionale, giocando i mondiali statunitensi del 1994. L’estate successiva, più di 5.000 tifosi sono scesi in piazza per protestare contro la sua cessione, costringendo il presidente Cragnotti a fare marcia indietro.

17 febbraio 1968: tanti auguri a Beppe Signori

Signori sbarca nella capitale l’estate del 1992. Il suo compito è difficile: sostituire in mezzo al campo e nei cuori dei tifosi un goleador come Ruben Sosa. Il bomber uruguaiano ha lasciato la Lazio per trasferirsi all’Inter e il biondo attaccante che arriva dal Foggia, ha l’obbligo di mettersi subito in evidenza. Signori ci mette poco a far dimenticare Sosa: nelle prime sette giornate segna nove goal, che diventeranno 26 al termine della prima stagione. Che saranno altri 24 (nonostante un iniziale infortunio che lo tiene lontano dai campi di gioco per i primi mesi di campionato) alla fine del secondo campionato. I tifosi biancocelesti lo eleggono re, omaggiandolo di una corona sotto la curva nord.

Beppe Signori
17 febbraio 1968: tanti auguri a Beppe Signori – Lalazio.com – La Presse

L’estate del 1994 insorgono contro Arrigo Sacchi, commissario tecnico della Nazionale, che lo utilizza con il contagocce ai Mondiali del 1994. Al termine di quell’avventura torna a Roma e ritrova in panchina Zdenek Zeman, il tecnico che lo ha lanciato ai tempi di Foggia e che per primo credette nelle sue doti realizzative. Beppe si trova a meraviglia negli schemi d’attacco zemaniani. Segna e fa segnare. Solo un paio di infortuni non gli permettono di superare per la terza volta consecutiva quota venti goal, fermandosi a 17 (ma la quota sarebbe stata più alta se gli fossero stati assegnati diversi goal, attribuiti ad autoreti a causa di impercettibili deviazioni avversarie).

Tutti in piazza per Re Beppe

L’estate del 1995, mentre la squadra è impegnata in una tournée internazionale, scoppia improvvisamente una bomba di mercato. Cragnotti ha deciso di cedere alle lusinghe di Tanzi, patron del Parma, che ha offerto per Signori una cifra vicina ai 25 miliardi. Molto più del doppio di quanto il patron spese tre anni prima per portarlo nella capitale. A Roma scoppia un putiferio. Più di 10.000 tifosi scendono in piazza per protestare contro la cessione del loro idolo. Gli ultras invadono le strade del centro, arrivando fin sotto casa di Cragnotti. Il patron è costretto a fare marcia indietro e decide di togliere Signori dal mercato. Il bomber lo ripaga con un’altra stagione da incorniciare. Segna 24 goal, laureandosi per la terza volta consecutiva re dei bomber.

Manifestazione Signori
Tutti in piazza per Re Beppe – Lalazio.com

La quinta stagione laziale di Signori non parte sotto i migliori auspici. La squadra sembra mal digerire gli schemi di Zeman, che a gennaio viene esonerato. Al suo posto torna Dino Zoff: Signori supera quota 100 reti e sembra destinato a restare per sempre nella capitale. I tifosi immaginano per lui un futuro biancoceleste, fatto di goal, campionati giocati con la fascia di capitano e un ruolo in società una volta appesi gli scarpini al chiodo. Ma l’estate del 1997 nel mondo Lazio cambia qualcosa: Cragnotti porta nella capitale Roberto Mancini, scegliendolo come nuovo capo emblematico del gruppo.

Insieme a lui approda sulla panchina Sven Goran Eriksson, il tecnico che ha diretto Mancini nelle ultime stagioni alla Sampdoria e che ha instaurato con lui un feeling speciale. Signori lega con Mancio, nelle prime amichevoli gioca al fianco del nuovo leader biancoceleste. Anche Eriksson sembra puntare su di lui, studiando un modulo a tre punte, con Mancini, Signori e uno tra Boksic e Casiraghi nel ruolo da centravanti.

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L’addio traumatico

Ma dopo poche giornate e qualche risultato negativo, il tecnico decide di cambiare modulo: squadra con due attaccanti e Signori in panchina. Il vecchio capitano non la prende bene. Si sente escluso. Resta a guardare i suoi compagni vincere il derby e si accontenta di scampoli di gara tra Coppa Uefa e Coppa Italia. Beppe è deluso, ma aspetta il suo momento. Il 25 novembre accade l’inevitabile. La Lazio è a Vienna per gli ottavi di finale di Coppa Uefa. In attacco si affida alla coppia Mancini-Casiraghi, lasciando Signori ancora in panchina. All’intervallo la Lazio è in vantaggio 1-0, grazie al gol di Casiraghi. Dopo pochi minuti dall’inizio della ripresa Eriksson manda Beppe a scaldarsi. La Lazio raddoppia con Mancini e ipoteca il risultato. Signori continua il riscaldamento. Sembra sul punto di entrare in campo, quando al 63′ Mancini viene espulso.

Giuseppe Signori
L’addio traumatico – lalazio.com – LA Presse foto

A quel punto Eriksson corre ai ripari, inserendo un centrocampista (Marcolin) per proteggere il risultato. Beppe continua il riscaldamento, ma a quel punto, con un uomo in meno e con la poca voglia di continuare a spingere, il tecnico lascia la squadra invariata, dimenticandosi del suo capitano che per quasi quaranta minuti si è scaldato ininterrottamente. Beppe esplode. Negli spogliatoi sfoga la sua rabbia contro il tecnico e decide di non voler più proseguire la sua avventura in biancoceleste. Da li a pochi giorni lascerà la Lazio per trasferirsi alla Sampdoria.

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Lascia la capitale in lacrime e nei sei mesi a Genova si dimostra incapace di riprendersi: fisicamente e psicologicamente. Il vero Beppe tornerà a segnare valanghe di goal a Bologna, ritornando l’attaccante micidiale capace di realizzare meraviglie nei cinque anni e mezzo con la maglia della Lazio: 127 goal in 195 gare, con una media realizzativa impressionante.

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