Contro il Venezia toccherà a Guendouzi reggere il peso del centrocampo senza il “gemello” Rovella: insieme sono i maratoneti della Lazio
Si è fatto in quattro, anzi, in venticinque. Sempre titolare, sempre al centro della Lazio. Guendouzi è l’insostituibile di Baroni, il cuore pulsante di una squadra che ha trovato nel suo dinamismo e nella sua grinta una certezza assoluta. Anche a Venezia, con Rovella squalificato, toccherà a lui prendersi sulle spalle la mediana.
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Come riportato nell’edizione odierna del Corriere dello Sport, non c’è stata partita di campionato in cui il francese abbia saltato il via: 25 su 25 da titolare, minutaggio e prestazioni a braccetto. È il simbolo di una Lazio che non vuole fermarsi. “Per arrivare lontano dobbiamo andare forte, non ci sono altre vie“, ha ribadito Baroni in conferenza. E Guendouzi va forte. Sempre.
Numeri che parlano da soli: nelle ultime cinque partite è sempre stato tra i migliori per chilometri percorsi. Contro il Napoli ha chiuso secondo solo a Rovella (11,967 km), ma nelle sfide con Verona (11,578 km) e Fiorentina (11,460 km) è stato il biancoceleste con più corsa nelle gambe. Una costante.
Baroni gli ha concesso pochi respiri: sostituito appena tre volte in campionato, alla prima giornata col Venezia (87’), a Torino con la Juve (67’) e all’Olimpico col Cagliari (73’). Per il resto, ha chiuso ogni gara sul campo, senza mai tirarsi indietro.
Guendouzi, al centro del progetto di Baroni
Guendouzi non è solo quantità. Con 2.599 minuti stagionali è il giocatore più utilizzato da Baroni considerando tutte le competizioni, davanti a Provedel (2.340) e Rovella (2.311). In Serie A è secondo solo al portiere (2.207 minuti contro 2.250).
Sabato, senza Rovella, dovrà gestire la mediana insieme a Dele-Bashiru, una coppia vista già contro il Napoli all’andata e in casa con la Fiorentina. Due partite, due volti diversi: al Maradona avevano retto, all’Olimpico il nigeriano era stato sostituito all’intervallo con la Lazio sotto di due gol.
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Guendouzi è il riferimento, il lottatore che non accetta mai di mollare. L’ha dimostrato anche contro il Napoli, quando dopo il 2-2 di Dia si è scagliato con rabbia su Di Lorenzo, incapace di accettare un pareggio ingiusto.
È il suo spirito, quello che lo ha fatto entrare nel cuore dei tifosi. Solo l’anno scorso, con Tudor, il suo status era stato messo in discussione per vecchie tensioni nate a Marsiglia. Sembrava fosse arrivato già il momento di dividersi. Poi, però, è arrivato Baroni, Mattéo è tornato al centro del progetto. E da lì non si è più mosso.