Una stagione che possiamo definire “sfortunata” dal punto di vista delle decisioni arbitrali e dei relativi check della sala VAR, ma che alla fine penalizzano sempre i biancocelesti
Le ultime settimane sono state piuttosto infuocate per quanto riguarda le polemiche arbitrali. Ora che si entra nel vivo della stagione, ora che i relativi traguardi si fanno sempre più impellenti per le varie società, tutti tendono ad alzare la voce e a rimarcare presunti torti che potrebbero averli penalizzati. Ma nessuno tra gli addetti ai lavori però pare rendersi conto di come alcune squadre siano accompagnate dal “vento in poppa”, mentre altre sono state pesantemente penalizzate fin dalle prime giornate.
La Lazio di Marco Baroni, nonostante tutto, resta ancorata al suo sogno Champions League. Il pareggio con il Napoli capolista, acciuffato negli ultimi minuti di gara, ha comunque permesso ai biancocelesti di restare al quarto posto in classifica anche se adesso raggiunti dalla Juventus. L’impressione è quella di una grande volata che vedrà coinvolte più squadre che si contenderanno molto probabilmente l’ultimo posto utile per centrare la qualificazione nella massima competizione continentale.
Inutile girarci intorno, nonostante quello che si è sempre raccontato, non è assolutamente vero che gli errori a fine campionato si compensano, anzi la storia ha sempre detto il contrario. Più di una volta una retrocessione, un piazzamento europeo e persino uno scudetto, sono stati decisi da clamorose sviste arbitrali che hanno indirizzato il cammino di questa o quella squadra. E la Lazio su questo argomento potrebbe scrivere un trattato per quante stagioni sono state segnate da clamorose decisioni “non corrette”.
Basti anche pensare all’equilibrio che regna nel campionato attuale, con pochi punti a dividere una Champions League a un posto in Conference League, e a quale impatto hanno già avuto sulla stagione di Zaccagni e compagni i clamorosi abbagli di Firenze con il rigore assegnato a tempo scaduto ai viola, oppure la mancata espulsione di Douglas Luiz a Torino pochi minuti prima dell’autogol che ha condannato la Lazio alla sconfitta o a tutto quello che è accaduto a Parma, tra gol annullati e rigori prima concessi e poi tolti dall’intervento del VAR. Ecco, proprio sull’utilizzo dell‘aiuto tecnologico la polemica si fa feroce in questa stagione e uno studio emerso ieri sui check fatti dalla sala video di Lissone non fa che aumentare certi sospetti.
Con o senza l’aiuto della tecnologia e del VAR, la Serie A genera sempre tante polemiche. In parte proprio perchè la tecnologia non viene sfruttata nel migliore dei modi, creando sempre nuovi precedenti e lamentele sul modo di utilizzarla. Sicuramente il VAR ha diminuito l’incidenza degli errori sulle partite, ma poi entra in ballo come, quando e perchè chiamato in aiuto l’ausilio tecnologico. La classifica dei check e delle conseguenti revisioni effettuate in queste 25 giornate in serie A mettono in evidenza clamorose stranezze. Al primo posto delle chiamate a sfavore, cioè quelle dove il VAR ha corretto un fischio arbitrale contro una determinata squadra, annullando un gol o concedendone uno all’avversario, negando un rigore concesso sul campo o concedendone uno invece sfuggito all’arbitro, è proprio la Lazio con 7 correzioni a sfavore.
Un dato incredibile che non fa che alimentare dubbi e perplessità già avute nel corso della stagione. Al secondo posto con 6 revisioni contro troviamo Inter, Genoa, Parma, Lecce e Cagliarti. Con zero revisioni, quindi sempre incredibilmente tutti decisioni “giuste” prese sul campo, troviamo la Roma, passata da De Rossi a Juric, fino a Ranieri, nel corso di soli 5 mesi di stagione. Mentre, rovesciando il dato, la classifica degli interventi del VAR per correggere a favore di una squadra una decisione controversa presa sul campo dall’arbitro, al primo posto troviamo il Parma con ben 11 decisioni riviste e ribaltate. Poi l’Inter con 8 e il Cagliari con 7. Ultima di questa speciale classifica troviamo la Lazio con NESSUN INTERVENTO a favore. Un dato incredibile che sfida anche le più normali percentuali statistiche: un club che subisce più di tutti gli interventi a sfavore e nessuno a favore resta davvero una stranezza difficile da commentare oltre che da spiegare.