I fatti, i personaggi, le partite e gli eventi più rappresentativi accaduti nella storia della Lazio il 222 Febbraio. L’addio ad uno dei personaggi più amati dal pubblico e il compleanno de “Il Conte”
Il 22 febbraio è un giorno particolare per il mondo biancoceleste, che celebra il compleanno di un campione d’Italia, capace di giocare dieci stagioni con la maglia biancoceleste e di lasciare il segno grazie alla sua straordinaria continuità di rendimento, e l’addio ad uno dei personaggi più iconici della Lazio del primo scudetto. Una figura amata e considerata come l’artefice principale della costruzione di una squadra diventata leggendaria.
Sul campo il 22 febbraio i biancocelesti hanno portato a casa alcune gare significative: su tutte una sfida all’Inter nella stagione 97-98, vinta con un netto 3-0: una vittoria che ha certificato le ambizioni di una squadra che per larghi tratti della stagione ha dato spettacolo, lottando su tutti i fronti e chiudendo l’anno con il successo in Coppa Italia.
Il 22 febbraio del 1966 nasce ad Ancona Luca Marchegiani, l’uomo dei record. È il portiere con il numero maggiore di presenze nella storia biancoceleste. Il numero uno ad aver vinto ed alzato al cielo più trofei. Il quinto nelle presenze in tutta la storia laziale e il portiere che, in oltre 116 anni, ha mantenuto più a lungo la porta biancoceleste imbattuta. Ha difeso i pali laziali per dieci stagioni consecutive, conquistando la nazionale e giocando un mondiale da protagonista. Ha vinto uno scudetto e sei coppe, diventando uno dei portieri più affidabili di tutti gli anni novanta.
Ha indossato con orgoglio la fascia di capitano ed ha vissuto momenti esaltanti e periodi di appannamento, mantenendo sempre un’invidiabile freddezza e un carisma unico, che lo hanno portato a diventare un idolo dei tifosi (che coniarono un gruppo in suo onore) e ad essere rispettato da arbitri, compagni e avversari. Nel suo soprannome, Il Conte, c’è la sintesi della signorilità e dell’eleganza che riusciva a trasmettere e che gli hanno permesso di affermarsi nel grande calcio. Con la maglia della Lazio ha vinto uno scudetto e sei coppe. Nessun altro portiere è mai riuscito a fare altrettanto in 125 anni di storia.
Il 22 febbraio del 1987, mentre la Lazio sta lottando in un campionato incredibile, nel quale è dovuta partire con nove punti di penalizzazione, il mondo biancoceleste dice addio a Umberto Lenzini, il presidente del primo scudetto. L’uomo capace di costruire dal nulla e passo dopo passo, una squadra rimasta nella storia. Ha guidato il club in momenti difficili, senza aiuti di sponsor, diritti televisivi o altri introiti; ha gestito la Lazio al pari di un buon padre di famiglia, permeandosi appieno nel mondo biancoceleste.
Indimenticabili i giri di campo prima delle gare casalinghe, i calci di rigore che doveva battere nello spogliatoio a Felice Pulici prima di scendere in campo, le immancabili gag con i calciatori e con i tifosi. Lenzini è stato il simbolo della Lazio del primo titolo. “Sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto”, disse durante i festeggiamenti per il titolo. Quella sera brindò a lungo con Tommaso Maestrelli. Un’altra delle sue scoperte più belle.