A distanza di un anno dalle dimissioni, il tecnico toscano rivela cosa è successo lo scorso anno e i motivi che lo hanno portato a lasciare la panchina biancoceleste
Il dodici marzo del 2024, dopo il pesante ko casalingo con l’Udinese, Maurizio Sarri rassegnò le dimissioni da tecnico della Lazio, mettendo anticipatamente fine ad una storia intensa, iniziata l’estate del 2021 e che aveva portato il club a raggiungere un quinto, un secondo posto ed una qualificazione agli ottavi di finale di Champions League (la Lazio venne eliminata dai tedeschi del Bayern Monaco). L’addio si è trascinato strascichi e polemiche ancora irrisolte. La Lazio salutò il suo condottiero sostituendolo prima con Tudor e poi con Marco Baroni.
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Quella scelta ha provocato lacerazioni, polemiche e malcontento in tutto l’ambiente. Sarri, nei due anni e mezzo sulla panchina della Lazio era stato amato da una parte della tifoseria e criticato dall’altra; senza mezze misure! Il suo addio ha portato ad una lunga serie di diatribe, che non si sono placate. Tanto da portare poi la dirigenza ad un vero e proprio repulisti nel corso dell’estate. Alcuni calciatori (criticati dalla piazza e considerati da una frangia di tifoseria, particolarmente legata al tecnico, come responsabili dell’addio di Sarri), sono stati allontanati; altri hanno preferito lasciare il club dopo l’abbandono del tecnico.
La verità sull’addio di Maurizio Sarri alla Lazio
Sull’addio di Sarri se ne sono dette e scritte tante: alcuni hanno attribuito ai contrasti con la dirigenza sul mercato, il motivo principale del suo addio: altri al rapporto deteriorato con i calciatori; alcuni hanno ipotizzato una stanchezza dettata dallo stress troppo alto nel lavorare in un ambiente particolare come la Lazio. Ma qual è la verità?? A distanza di un anno, Maurizio Sarri ha fatto chiarezza, eliminando i dubbi e spiegando nel dettaglio cosa è accaduto nell’anno più traumatico e negativo della recente storia biancoceleste.
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Una stagione iniziata con la Lazio intenta a difendere il secondo posto conquistato sul campo e terminato con una squadra alla deriva, ed un tecnico che molla i suoi giocatori dopo aver collezionato sei sconfitte nelle ultime otto gare. Cosa è accaduto? Sarri lo spiega sulle pagine del Corriere della Sera in una lunga intervista. In un passaggio parla del patron biancoceleste Claudio Lotito e parla del loro rapporto: “Lotito è diverso da come appare: gli voglio bene ma le discussioni sono state frequenti nell’ultimo periodo. Dopo un secondo posto e la vendita di Milinkovic Savic mi aspettavo rinforzi. Alla fine, avevo attaccato il mio malcontento alla squadra”.
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La spiegazione è chiara: dopo due stagioni e dopo aver ceduto un big come Milinkovic Savic, Sarri si aspettava una svolta dal mercato. Aveva chiesto dei giocatori specifici: tra le sue richieste c’erano Ricci, Zelinski e Milik. Di questi calciatori, non è arrivato nessuno. Dal mercato ha avuto giovani di prospettiva ed elementi che non aveva richiesto e che ha faticato ad inserire. A quel punto, piuttosto che ripartire con voglia e determinazione in un nuovo progetto, si è immalinconito “trasferendo alla squadra” il suo malcontento. I risultati sono stati la naturale conseguenza di una situazione complicata, che si è trascinata per mesi e che ha portato la Lazio a scendere sempre di più in classifica. Oggi Sarri ha voglia di ripartire con “un grande progetto. Ho lavorato in squadre importanti negli ultimi 10 anni, ora spero di ricevere la chiamata giusta, così da far accendere la scintilla. Sennò sto fermo”.