I fatti accaduti il 23 febbraio nella storia della Lazio: gli episodi più significativi che hanno caratterizzato il mondo biancoceleste in questa data
Una vicenda incredibile, per certi versi assurda. Il 23 febbraio la Lazio è stata scossa da un evento mai visto: le dimissioni di un tecnico, che arriva a dire addio alla vigilia di un’importante gara di Europa League, per poi rivedere la sua scelta e partire con la squadra. Ma dopo una lunga mediazione, che sembrava non aver convinto nessuno.
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Nella storia della Lazio è accaduto anche questo. Di assistere ad una situazione assurda, nella quale i giocatori arrivano a Formello senza sapere chi li allenerà il giorno successivo per un match delicato e fondamentale: con il tecnico della Primavera allertato e pronto a sostituire in panchina l’allenatore: tutto questo poco prima di prendere un aereo per Madrid.
Il 23 febbraio del 2012 i tifosi e i giocatori della Lazio vivono una situazione assurda. Il tecnico Edy Reja rassegna le sue dimissioni prima della partenza per la Spagna: in programma c’è il ritorno della sfida di Europa League con l’Atletico Madrid di Diego Pablo Simeone (la gara d’andata si è chiusa 3-1 per gli spagnoli, che hanno ribaltato l’iniziale vantaggio siglato da Klose). L’allenatore della Lazio, esausto per ciò che è successo nei mesi precedenti, rassegna per la seconda volta in stagione le dimissioni.
Al termine della stagione, ricordando quello che era accaduto in quei giorni caldissimi, spiega: “Quello di Roma è un ambiente negativo, da entrambe le parti. Reja, Lotito, giocatori: è stata una critica continua. Qualcuno mi ha anche dato del vigliacco perché ho ripensato alle mie dimissioni prima della partita con l’Atletico Madrid: sono rimasto, invece, perché me l’hanno chiesto i giocatori. Fa male pensare che un quarto posto non valga nulla. Sembra che non abbiamo fatto niente in questi due anni, eppure siamo arrivati due volte in Europa League”.
L’ultima stagione è stata un calvario, nonostante i risultati positivi e una squadra decisamente rinforzata dagli arrivi di Klose, Marchetti, Konko, Cana, Cissé (durato però solo metà campionato) e Candreva, arrivato a gennaio e dimostratosi una pedina fondamentale per la fine del campionato. Una stagione tormentata a causa di innumerevoli fattori esterni: dopo due giornate Reja presenta a Lotito le sue dimissioni; una scelta maturata dopo alcune incomprensioni sul mercato con il direttore sportivo Tare (memorabile il botta e risposta sul ruolo di Cana durante il ritiro di Auronzo) e gli insulti ricevuti a Ponte Milvio da un gruppetto di tifosi biancocelesti dopo la sconfitta casalinga con il Genoa, nel secondo turno.
Reja non gradisce, soprattutto perché l’episodio si manifesta alla presenza della moglie. La mediazione di Lotito e l’appello della squadra (con Klose e Cissé su tutti) portano al dietrofront. Ma a gennaio i rapporti si inaspriscono ulteriormente. Da una parte il tecnico chiede invano l’arrivo di rinforzi (fra tutti Guarín, passato poi in extremis all’Inter), dall’altra alcune operazioni studiate a tavolino (come il passaggio nella capitale di Krasic, gestito dallo stesso manager dell’allenatore) falliscono, portando Reja, Lotito e Tare vicini alla rottura.
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Il 23 febbraio arrivano nuove dimissioni. Mentre la squadra si appresta a salire sul pullman per arrivare all’aeroporto e provare a raddrizzare l’1-3 subito dall’Atletico Madrid in Europa League, esplode il secondo caso Reja. Il tecnico ha deciso di dire basta. Prima della trasferta di Palermo (terminata con un inglorioso 5-1 a favore dei siciliani) c’è stato un nuovo battibecco con i dirigenti. I giornali parlano di discussioni sulla convocazione di alcuni calciatori in dubbio a causa di infortuni.
Fatto è che, prima della partenza per Madrid, la squadra si ritrova senza allenatore. Lotito, furioso, allerta il tecnico della Primavera, Bollini, ma poi, dopo un colloquio con Reja, impone a quest’ultimo la partenza. Il mister, scuro in volto, attacca i cronisti che all’aeroporto di Madrid chiedono lumi. “Ma non è possibile avere un po’ di privacy? Lasciatemi in pace”. Alla fine la situazione rientra, ma la Lazio vive giornate clamorose. Lo stesso Reja verrà messo in bilico anche alla vigilia della sfida con la Fiorentino. A Formello la squadra viene allenata dal suo vice Lopez, mentre Lotito e Tare parlano in un albergo romano con Zola, che avrebbe dovuto sostituirlo in panchina. Il colloquio però non convince il patron, che a quel punto ribadisce la fiducia all’allenatore goriziano. Reja chiude la stagione e porta la Lazio al quarto posto: nonostante il caos vissuto a febbraio.