Il capitano biancoceleste dopo un avvio splendido in questo 2025, delude in una gara importante come quella col Venezia
Quando ci sono difficoltà e quando la squadra non riesce a rispondere, sono i giocatori dalla maggior classe, i leader che devono prendere per mano i compagni e cercare di dare in qualche modo la scossa. Con il Venezia anche questo è mancato, e in maniera particolare dai giocatori più rappresentativi. Il più deludente è stato senza dubbio Mattia Zaccagni. Da lui non si pretende che faccia 50 o 60 partite l’anno con lo stesso altissimo rendimento, ma quanto meno che riesca ogni tanto a prendere per mano la Lazio quando ce ne sono le possibilità o quando ci sono situazioni in cui è necessario caricarsi in qualche modo la squadra sulle spalle.
Da lui ci si aspetta sempre quel qualcosa in più. E’ vero che da quando non ci sono più i Luis Alberto, gli Immobile e i Felipe Anderson della situazione, da Zaccagni ci si aspetta il guizzo, la mossa decisiva che possa essere determinante per vincere una partita anche quando la squadra non gioca all’altezza della situazione. A Venezia è mancato soprattutto lui, ma non certo da prenderlo come responsabile, ma da quando è capitano da Mattia ci si attende che poss essere almeno il leader tecnico, il giocatore che prende per mano compagni e partita.
Era il più deluso dopo il pareggio col Venezia. Non riusciva a capacitarsi il motivo per cui la squadra, lui in prima persona, avessero giocato così male. Non verrà mai ammesso, ma forse inconsapevolmente hanno preso sottogamba l’avversario, può succedere ma anche questo deve servire per esperienza in modo tale che non avvenga più. Zaccagni ha preso molto sul serio il suo ruolo da capitano per questo quando avvengono queste cose ci sta male due volte. Sa bene di non essere un cuor di leone, uno di quei leader carismatici che la squadra segue in tutto e per tutto, ma sa altrettanto bene che può compensare a questa piccola mancanza con le sue eccezionali doti tecniche.
All’interno dello spogliatoio inizialmente non era proprio considerato il “vero” capitano, almeno da parte della vecchia guardia, rispettato e osannato come giocatore, ma non tanto come leader, ora a distanza di qualche mese le cose sono un po’ cambiate. Mattia è risalito in qualche modo nei sondaggi interni almeno da quel punto di vista, anche perché in campo sta diventando sempre di più un punto di riferimento, anche su consiglio di Baroni. Quando ci sono difficoltà, lui si fa sempre trovare pronto e a disposizione, cosa che prima non avveniva così puntualmente. Ora la situazione è cambiata e vuole confermare quanto di buono ha fatto in questo avvio di 2025 proprio in una grande sfida di coppa come quella con l’Inter. Una prestazione importante sua e della squadra con un incredibile passaggio del turno, sarebbe un toccasana per lui ma soprattutto per ridare entusiasmo a tutta la Lazio. E anche all’ambiente dopo la prestazione opaca e inguardabile di Venezia.