A Venezia la Lazio è stata prevedibile e poco pericolosa. In gare bloccate come quella di ieri, urge un piano B: nella rosa c’è una risorsa che si può sfruttare con più forza
La Lazio ha mostrato a Venezia una prevedibilità incredibile. Giocando a ritmi bassi e senza quell’aggressività che si era vista in altre occasioni, la squadra di Baroni non è riuscita a mettere in difficoltà l’attenta difesa dei padroni di casa. “Se non alziamo il ritmo e non giochiamo sempre al massimo rischiamo di essere troppo prevedibili”, l’analisi schietta di Baroni, che ha dovuto fare i conti con una squadra incapace di creare occasioni da gol e che sembrava destinata ad andare a sbattere continuamente contro un muro avversario.
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Urgono soluzioni alternative: variazioni al consueto modo di giocare. Senza velocità il palleggio diventa sterile e poco pericoloso; senza grinta e cattiveria, gli attacchi risultano prevedibili e facilmente leggibili. A Venezia la Lazio non è mai riuscita a sfondare; e per larghi tratti della gara, è sembrata incapace di pungere. Come trovare delle alternative? Quale può essere una soluzione alternativa, quando la squadra non riesce a creare gioco e sembra incapace di andare in gol.
Il tecnico ha nella sua rosa una soluzione, alla quale si è già affidato più volte in questa stagione e che in almeno in un paio di occasioni ha tolto le castagne dal fuoco alla Lazio, sfruttando una prerogativa del suo gioco, difficilmente riscontrabile negli altri elementi della rosa. Un elemento che cerca di trovare più spazio, e che nelle ultime gare è stato relegato (forse in modo troppo esagerato) in panchina.
Samuel Gigot è un’arma che il tecnico può e deve sfruttare con maggiore forza in fase offensiva. La sua abilità nel gioco aereo è risultata già decisiva in almeno due gare: contro il Bologna, una sfida chiusa, con gli uomini di Italiano che in inferiorità numerica (espulsione a metà primo tempo di Pobega) si erano chiusi a riccio, Gigot è stato in grado di sbloccare il risultato con un perfetto colpo di testa su corner. Stesso copione a Verona: il gigante francese ha permesso ai biancocelesti di andare in vantaggio, indirizzando il resto della gara dopo soli due minuti, svettando di testa su un calcio d’angolo.
A Venezia, gara bloccata, nella quale i biancocelesti non sono riusciti a trovare spazi e a sorprendere la difesa avversaria, i calci da fermo potevano e dovevano rappresentare un’arma: che non è stata sfruttata. La Lazio ha battuto sei calci d’angolo ed ha calciato almeno tre punizioni pericolose dal limite dell’area; senza creare il minimo pericolo alla porta avversaria. Due volte Romagnoli ha cercato di sganciarsi e di fare da sponda per i suoi compagni. Ma inutilmente. Quando mancano contemporaneamente Castellanos (abile nel gioco aereo) e Vecino (che sa inserirsi alla perfezione e che ha già segnato diversi gol di testa), Gigot può rappresentare un’arma importante. Da sfruttare.
Il difensore ha giocato l’ultima gara da titolare in campionato contro il Verona: match nel quale andò a segno. Poi ha collezionato uno scampolo di minuti a Cagliari (nel finale) ed è rimasto in panchina contro Monza, Napoli e Fiorentina. Tra Inter (gara di Coppa Italia in programma martedì) e Milan (match clou della 27esima giornata), spera di avere maggiore spazio. Per dare una mano in fase difensiva, e rappresentare una valida alternativa al gioco offensivo.