Anche contro l’Inter Gustav Isaksen è stato il giocatore ad aver tirato più volte verso la porta avversaria: la timidezza ora è solo un ricordo
Ha infilato il sinistro sotto la traversa e gettato via ogni blocco mentale. La svolta di Isaksen – come riportato nell’edizione odierna del Corriere dello Sport – parte dal gol-siluro contro il Napoli, una prodezza che ricorda il timbro dell’andata, ma è ancor più spettacolare quella realizzata all’Olimpico. Dopo una lunga inattività dalla sfida al Maradona, decisa dal suo mancino all’incrocio, il danese sembra aver ritrovato il gusto del gioco.
In Coppa Italia si è riconfermato come il pericolo principale per la Lazio, dimostrando che la sua crescita è solo l’inizio di un cambio di passo radicale. Ha messo da parte la timidezza, estraendo coraggio e personalità, qualità troppo spesso assenti nei suoi primi mesi a Roma.
Martedì, contro l’Inter, ha tirato in porta più di ogni altro giocatore in campo, registrando 4 tentativi nello specchio su un totale di 6 per la squadra di Baroni, finché non è stato sostituito da Ibrahimovic per il suo esordio assoluto in biancoceleste.
Isaksen è stato la nota positiva dell’ultima partita. Il discorso, però, non si esaurisce nelle sue conclusioni: la sua prestazione si contraddistingue anche per i 5 recuperi, paragonabili a quelli di Gila, seppur inferiori a quelli di Rovella (7), in linea con il suo ruolo di riconquistatore di possessi.
Nella trasferta a Milano, ha confermato i progressi grazie a una spensieratezza ritrovata: con il gol contro il Napoli ha alleviato le pressioni che lo gravavano, permettendogli di liberare le gambe e creare spazi.
Non gioca più con il freno a mano tirato; a Venezia è stato il più intraprendente, nonostante un’apatia offensiva abbia caratterizzato la partita al Penzo. Ha realizzato 3 tiri totali, di cui 2 in porta, stabilendo un record nel confronto, avvicinato solo dal secondo in classifica Dia (2).
Le prospettive per lui rimangono interessanti: manca del cinismo necessario per fare il salto di qualità, ma il percorso è in atto. In campionato ha segnato 3 reti in 20 partite su 26 come titolare, un numero ben lontano dai suoi standard realizzativi in Danimarca.
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La sua presenza in campo, specialmente dopo l’addio di Felipe Anderson, gli ha aperto la strada sulla fascia destra. Ora, per trasformare il suo rendimento in risultati concreti, serve una maggiore produzione offensiva: più cinismo sotto porta e un contributo maggiore al tabellino. Il Milan, sempre a San Siro, sarà un test cruciale per ribadire il netto miglioramento di Isaksen. La sua intraprendenza deve trasformarsi in gol per certificare una volta per tutte la sua rinascita.