I dieci torti arbitrali più clamorosi subiti dalla Lazio in oltre 125 anni di storia. Una serie di decisioni che hanno deciso corse scudetto, lotte per la Champions o promozioni
Il rapporto tra la Lazio e gli arbitri è spesso stato conflittuale. I tifosi biancocelesti protestano da anni per una lunga serie di torti, che hanno deciso numerose gare, alcune fondamentali per la lotta scudetto o per la corsa Champions. Il gol realizzato da Arnautovic nella gara di Coppa Italia tra Inter e Lazio, con De Vrij in netta posizione di fuorigioco, è solo l’ultimo tra i tanti casi che hanno penalizzato la squadra biancoceleste.
L’elenco che vi proponiamo (che non comprende le gare di questa stagione), rievoca dieci torti arbitrali rimasti nella testa e nel cuore dei tifosi biancocelesti. Ma si tratta di una piccola lista, che non comprende tutte le gare che, in oltre un secolo di storia, hanno visto i giocatori, i tecnici e i tifosi della Lazio protestare per le scelte assurde dei direttori di gara. Nell’ elenco che segue, scoprirete che in tre di queste dieci gare, c’è lo zampino di un arbitro, ancora in attività.
Quattro marzo 1962, Lazio e Napoli si giocano la promozione in serie A in un’accesa sfida allo stadio Flaminio. Sul punteggio di 0-0 un bolide su punizione del laziale Seghedoni entra in porta e buca la rete (con il portiere Pontiel che si mette le mani sui capelli come gesto di sconforto). L’arbitro Rigato di Mestre prima indica il centrocampo, poi convinto dal guardalinee che resta fermo e non corre verso il cerchio centrale, si convince che il pallone fosse uscito e non assegna (tra lo stupore generale) la rete. A fine anno gli azzurri saliranno in A, con un punto di vantaggio sulla Lazio.
Ciò che accadde durante e al termine di Lazio-Ipswich Town è rimasto nella storia. I biancocelesti di Tommaso Maestrelli, nel secondo turno di Coppa Uefa della stagione 73-74, ospitano gli inglesi, che all’andata si sono imposti con un netto 4-0. Nonostante il duro passivo, Chinaglia e compagni credono alla rimonta e sorretti dai 70.000 dell’Olimpico, partono forte. Dopo 25′ la Lazio è avanti 2-0, ma dopo non aver concesso un rigore ai biancocelesti (netto fallo di mano sulla linea di un difensore), l’arbitro Van Der Kroft regala agli inglesi un rigore per un contatto (inesistente) tra Oddi e un attaccante. I padroni di casa esplodono: qualche giocatore arriva anche a colpire il direttore di gara, che resta in campo e prosegue la sfida come se nulla fosse. L’olandese concede poi alla Lazio un penalty molto dubbio e un gol (in netto fuorigioco) a Chinaglia, ininfluenti per la qualificazione. Al termine della gara esplode una maxi rissa che porterà la Uefa a squalificare la Lazio per un anno dalle competizioni internazionali, impedendole di giocare la Coppa Campioni.
“Io sono convinto che quel giorno l’arbitro non fosse lucidissimo”. Roberto Rambaudi, attaccante della Lazio degli anni novanta, ricorda così la trasferta di Dortmund del 14 marzo del 1995, valida per il ritorno dei quarti di finale di Coppa Uefa. I biancocelesti partivano dall’1-0 della sfida di andata e vennero sconfitti (ed eliminati) 2-0 dai tedeschi. L’arbitro ungherese Vagner (si scoprì poi che la madre era originaria di Dortmund) non concesse un rigore nettissimo nel primo tempo (sullo 0-0) per un fallo in area su Casiraghi. Poi nel finale lasciò la Lazio in dieci per un’espulsione (secondo giallo dubbio) di Chamot.
Penultima giornata del campionato 98-99: la Lazio pareggia a Firenze e subisce il sorpasso del Milan (che la settimana successiva vincerà lo scudetto con un punto di vantaggio sui biancocelesti). Al Franchi Vieri e compagni sono penalizzati da una scelta assurda dell’arbitro Treossi, che non sanziona una netta strattonata del difensore viola Mirri ai danni di Marcelo Salas. Le due squadre erano sul risultato di 1-1: quel rigore (se trasformato) avrebbe permesso alla Lazio di mantenere la vetta della classifica.
La madre di tutti gli errori arbitrali in epoca Var: la premiata ditta Irrati (arbitro di campo) e Rocchi (attuale designatore arbitrale e Var di quella sfida) concessero al Milan un gol segnato da Cutrone con il braccio. Un errore inaccettabile in epoca Var. Cosa accadde quel giorno? Qualcuno ipotizzò che i video non funzionassero, altri che le immagini arrivarono solo durante l’intervallo. Fatto sta, che la Lazio fu clamorosamente penalizzata da una decisione assurda.
La gara che diede il via ad una lunghissima serie di torti arbitrali a sfavore della Lazio, che caratterizzarono la stagione 2017-18. Il tiro di Immobile in Lazio-Torino fu deviato con il braccio largo da Iago Falque. Intervento non sanzionato dall’arbitro Giacomelli, che in campo non vide il netto intervento del difensore granata. Ne seguì un battibecco tra Immobile e Burdisso, con l’ex giallorosso che accentuò in modo evidente il faccia a faccia. Di Bello (che era al Var) richiamò l’arbitro al Var, ma solo per mostrare il battibecco tra i due giocatori. Immobile fu espulso: alla Lazio mancò un rigore netto e fu gravata di un rosso inesistente.
Alzi la mano chi non ricorda il tuffo di Strootman in area di rigore durante il derby di ritorno della stagione 2016-17? Un episodio clamoroso sanzionato dall’arbitro Orsato, sotto gli occhi dell’arbitro di porta. Ancora una volta Di Bello. Fu lui, a pochi centimetri dall’episodio, a non accorgersi di nulla e a non correggere la decisione del direttore di gara. Un errore clamoroso, accompagnato ad un rigore netto non concesso alla Lazio per un fallo ai danni di Jordan Lukaku, travolto in area romanista.
Tagliavento (l’elenco dei suoi errori arbitrali sarebbe lunghissimo e spesso sono avvenuti nei derby) entra in scena l’8 novembre del 2015, nella stracittadina di andata. Il direttore di gara di Terni concede alla Roma un rigore per un fallo commesso da Gentiletti su Dzeko, almeno un metro fuori dall’area di rigore. Inutili le proteste dei biancocelesti.
Una serie incredibile di errori da parte dell’arbitro Collum, condanna la Lazio nella sfida con il Fenerbahce, valida per i quarti di finale di andata della stagione 2012-13 (che si conclude con il successo in Coppa Italia contro la Roma). Una gara che i tifosi biancocelesti ricordano benissimo e che rappresenta ancora oggi un grande rammarico. Nel primo tempo il direttore di gara non concede un netto rigore per fallo di Topal su Ederson in area di rigore, poi espelle Onazi per doppia ammonizione (il secondo giallo è troppo severo): infine ad un quarto d’ora dalla fine concede il penalty ai padroni di casa punendo un colpo di mano di Radu su colpo di testa di Erkin. Ma i due erano praticamente attaccati e il colpo era assolutamente involontario. Infine regala la punizione del raddoppio punendo un intervento di Mauri su Gonul. Il capitano della Lazio anticipa e non tacca l’avversario. Collum fischia fallo (dalla punizione arriverà il gol del raddoppio) e ammonisce il numero 6 che, diffidato, salterà pure il ritorno.
Anche un presidente come Lotito, misurato e mai propenso alla polemica, al termine di Lazio-Milan dello scorso anno perse la testa e sbottò contro Di Bello, protagonista di alcune scelte assurde. Si parte da un rigore incredibile non concesso dopo un fallo di Maignan su Castellanos, per proseguire con le tre espulsioni comminate alla Lazio. Incredibile quella di Pellegrini su Pulisic. Una gara che i tifosi della Lazio non dimenticheranno mai. La terza che ha visto l’arbitro Di Bello protagonista.