Rovella domina a San Siro con 53 passaggi e 13.163 km percorsi, guidando la Lazio in una sfida cruciale contro il Milan
Ha giganteggiato dove tutto è iniziato, a due passi da casa. Nella partita contro il Milan, Nicolò Rovella si è distinto (tanto per cambiare) per la sua abilità nel recuperare palloni e distribuire gioco, alimentando le ambizioni della squadra biancoceleste.
Come riportato nell’edizione odierna del Corriere dello Sport, le statistiche parlano chiaro: 53 passaggi totali, superando il compagno Gila che ne ha realizzati 51, e 7 possessi guadagnati, un record secondo solo a quello nell’ultima trasferta contro l’Udinese, quando ne aveva totalizzati 9.
La maratona a San Siro continua con Rovella che si conferma il motore del centrocampo. È salito al comando dei contrasti a Milano, insieme a Guendouzi e Zaccagni, ma ha dominato in solitaria con i chilometri percorsi, totalizzando ben 13.163 km.
Dietro di lui, Isaksen si attesta a 12.853 km e Guendouzi a 12.427 km, mentre Reijnders, il miglior calciatore del Milan, è arrivato a 11.988 km. Questi dati, insieme al 92% di precisione nei passaggi (con il 95% nella propria metà campo e l’85% in quella avversaria), confermano il ruolo cruciale di Rovella, che ha inoltre collezionato 2,5 tackle a partita e quasi 5 possessi recuperati per gara.
Rovella, macinatore seriale di chilometri
È stata una serata speciale per il giocatore, che ha sempre dimostrato di avere in sé quella scintilla che fa la differenza. Cresciuto a pochi chilometri da San Siro, Rovella porta con sé il bagaglio di mille ricordi di infanzia e la passione di un ragazzo sognante, cresciuto tra le curve e i cori dei tifosi.
Il colpo di testa di Chukwueze, che aveva quasi fatto sfumare la vittoria, è ora solo un’eco lontana, perché Rovella ha saputo rispondere con la grinta e la determinazione che contraddistinguono il suo gioco.
In queste ultime quattro giornate in cui è stato titolare, Rovella ha disputato partite chiave: ha coperto distanze massime a Cagliari (12.385 km), al Monza (10.529 km), al Napoli (12.527 km) e infine a Milano (13.163 km). La squalifica a Venezia ha rappresentato un’eccezione in un percorso altrimenti costante.
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La sua prestazione contro il Milan, in particolare, è stata strabiliante, dimostrando non solo la sua capacità di resistenza, ma anche il suo impatto nel sistema di Baroni. Con il passare del tempo, il centrale si sta evolvendo, lasciando alle spalle le insicurezze del passato e abbracciando un ruolo da leader. Un giocatore capace di influenzare le sorti delle partite e, con esse, forse, l’intera stagione della Lazio.
