L’attaccante senegalese deve riscattare gli errori con Venezia, Inter e Milan. Il tecnico lo rilancerà del primo minuto, chiedendogli solo una cosa
Boulaye Dia ha un conto in sospeso da saldare: nelle ultime tre gare, contro Venezia, Milan e Inter, è rimasto a secco; ma soprattutto (cosa piuttosto inusuale per uno come lui) ha fallito delle occasioni limpidissime in zona gol. In questa stagione, la prima nella capitale, si era messo in evidenza con una serie di belle giocate sotto porta, risolvendo alcune tra le gare più complicate con i suoi spunti. Con il Como era andato a segno, superando in un fazzoletto il difensore avversario e scaricando alle spalle del portiere un tiro imparabile. Stesso copione anche con il Napoli, nei minuti finali della sfida.
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Dopo il gol realizzato a Meret e che ha permesso ai biancocelesti di evitare una sconfitta che sarebbe stata assurda e immeritata, Boulaye Dia si è inceppato. Al Penzo si era presentato a tu per tu con il portiere, dopo un perfetto assist di Zaccagni, sparando sopra la traversa; contro l’Inter si era inserito perfettamente su un assist di Tchaouna, ma ha cincischiato troppo, facendosi ribattere la conclusione dal recupero di Bisseck, mentre con il Milan, ha sparato addosso a Maignan un’ottima chance, dopo un assist al bacio di Rovella.
Dia cerca il riscatto: gli errori da perdonare
La Lazio e Baroni hanno bisogno delle sue giocate. “Non sono affatto preoccupato per i gol”, ha ribadito ieri in conferenza stampa, rilanciando la sua candidatura per la sfida contro il Viktoria Plzen. “Se giochi bene, il gol prima o poi arriva. Io per prima cosa devo lavorare per la squadra e lo sto facendo”. Dall’inizio della stagione Dia si muove alla spalle di un altro attaccante, Baroni ha studiato questo modulo che prevede la presenza di due punte centrali. Dia è quello che generalmente è chiamato a muoversi alle spalle del centravanti designato: “È importante la collaborazione tra gli attaccanti. Ho fatto coppia con Taty, Noslin e Tchoauna, per me è lo stesso. Gioco dove vuole il mister, ho le qualità per muovermi dietro un altro calciatore. Non importa quanto io sia vicino o lontano dalla porta, il mio compito rimane quello di fare gol”.

Baroni gli chiede quello: non importa se parta qualche metro dietro o più avanti: vuole che Dia segni e che lo faccia con continuità. Le tre gare nelle quali è rimasto a secco hanno coinciso con l’assenza di Castellanos. La Lazio non può permettersi di rinunciare contemporaneamente ai movimenti dell’argentino e alla freddezza e alla bravura sotto porta di Dia. “Ho fatto 7 gol in Serie A, la gente mi chiede ancora di più. La Lazio domenica ha dimostrato di potersela giocare con le grandi. Ora però pensiamo all’Europa League”, ha ribadito.
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Dia vuole lasciare il segno: Baroni gli chiede solo una cosa
Gli manca una sola rete per raggiungere la doppia cifra: ai sette gol in campionato, se ne sono aggiunti infatti due in Europa League. Dia li ha messi a segno nella gara d’esordio contro la Dinamo Kiev: da quella sfida in poi è rimasto a secco. Ha bagnato con una rete l’esordio nella fase campionato della competizione; vuole fare altrettanto con la seconda parte del torneo, che prevede gare ad eliminazione diretta.

“Siamo pronti. Abbiamo giocatori di esperienza, che hanno già partecipato a questa competizione e alla fase a eliminazione diretta. La concentrazione è massima su ogni partita. Ora c’è l’Europa League e bisogna mettere da parte il campionato. Pensiamo 90 minuti alla volta, dal fischio finale cominceremo a ragionare sulla sfida con l’Udinese”. Dia è pronto a lanciare la sfida.