Zona Cesarini? No, chiamatela Zona Lazio

L’ennesimo gol ben oltre il 90 minuto sancisce una straordinaria caratteristica di una squadra che non ha nessuna intenzione di arrendersi agli eventi e risolve tanti match in extremis

Una partita epica. Una gara leggendaria, di quelle che non dimenticheremo più. Riuscire a vincere nei minuti di recupero, in trasferta, in Europa, in una partita a eliminazione diretta, è già una grande impresa, farlo in inferiorità numerica diventa un miracolo, riuscirci in doppia inferiorità, nove contro undici, all’apice di una partita di grande sofferenza, si trasforma in un atto eroico. Ma La Lazio quest’anno ha una peculiarità importante, una caratteristica che l’ha portata più volte a riprendere o risolvere le gare negli ultimi minuti, non si arrende mai, sintomo di una mentalità vincente portata dal suo allenatore.

Zona Lazio
Zona Cesarini? No, chiamatela Zona Lazio – LaLazio.com – Ansa foto

Il gol di Isaksen all’ultimo secondo degli otto minuti di recupero consegna sicuramente una vittoria incredibile ai biancocelesti, ma resta sempre soltanto il primo tempo di una gara che si gioca sui 180 minuti, andata e ritorno, e quindi non deve far credere a tutto l’ambiente che il più è fatto. Il lavoro va completato giovedì prossimo allo stadio Olimpico.

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Chiamatela Zona Lazio

C’era una volta la Zona Cesarini, un modo entrato nel lessico calcistico per raccontare i gol decisivi segnati negli ultimissimi minuti di gioco. Una definizione presa proprio per omaggiare Renato Cesarini, attaccante della Juventus degli anni 30, diventato famoso proprio per aver segnato alcuni gol al 90′, ma che oggi non possiamo che trasformare nella Zona Lazio. Il gol a Plzen di Isaksen, al minuto 97, arriva dopo soli 4 giorni dall’altro gol segnato su rigore da Pedro, a Milano contro il Milan, sempre al minuto 97. Riuscirci una volta può essere un caso, farlo due volte a pochi giorni di distanza potrebbe essere fortuna, farlo con costanza durante l’arco di una stagione allora vuol dire avere certe caratteristiche che ti permettono di non mollare mai, di avere fiducia nei propri mezzi tanto da non farti arrendere agli eventi e provare a ribaltare all’ultimo tuffo anche quelle partite che sembrano segnate o stregate.

Gol nel finale
Chiamatela Zona Lazio – LaLazio.com . LaPresse.it

Merito di un tecnico, Marco Baroni, che ha spinto molto sul piano motivazionale con la squadra, ha insistito nel cercare di far acquisire una mentalità votata sempre all’attacco, anche quando sarebbe “più comodo” accontentarsi del risultato maturato fino a quel momento sul campo. E non può essere un caso se in questa stagione la Lazio ha realizzato ben 22 gol negli ultimi 15 minuti di gioco, di questi 8 dal minuto 80′ al minuto 90′ delle partite e addirittura 9 oltre il 90′, quando si è entrati nella fase di recupero decisa dagli arbitri, e quattro assolutamente decisivi nel cambiare l’esito finale della gara.

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Una squadra che non molla mai

Gol decisivi arrivati oltre il 90′ che hanno indirizzato la stagione biancoceleste. Il gol di Marusic a Lecce al minuto 92′ che porta i tre punti in trasferta, il rigore di Pedro a Milano domenica scorsa per una vittoria quasi tabù e il meraviglioso arcobaleno di Isaksen ieri sera in Repubblica Ceca addirittura in nove contro undici, sempre all’ultimo minuto del recupero concesso dall’arbitro, e il gol di Pedro contro il Porto al 94′ nella fase a girone di Europa League, che ha regalato tre punti fondamentali per il cammino finale. Ma il discorso si allarga al gol di Dia per il pareggio in extremis contro il Napoli in campionato, a un altro gol dell’attaccante spagnolo a pochi minuti dal termine contro l’Empoli in campionato, in una partita diventata improvvisamente complicata. ““La squadra sa che deve attaccare, che deve riempire l’area, le vittorie ti danno mentalità e convinzione. oggi è l’ennesimo gol che facciamo negli ultimi minuti e questo significa che la squadra ci crede sempre fino all’ultimo”, ha dichiarato al termine della rocambolesca ed eroica partita di ieri sera a Plzen l’allenatore Baroni. Una vera e propria filosofia calcistica che i giocatori hanno fatto loro.

A Lecce ultimo respiro
Una squadra che non molla mai – LaLazio.com – LaPresse.it

Non mollare mai, non arrendersi, provare a giocare anche quell’ultimo pallone che sembra non significare nulla, ma che invece può trasformarsi in un tesoro inaspettato. Una mentalità mandata a memoria da una squadra che fa sì che la Lazio in tante altre occasioni ha chiuso definitivamente della partite arrotondando il punteggio proprio con un gol arrivato nel finale dei match. Un merito farsi trovare lucidi al momento della stoccata decisiva, a volte anche un premio all’abnegazione e alla voglia di andare oltre l’ostacolo per una classifica cannonieri della Zona Lazio del tutto particolare. In testa Pedro con 6 gol, poi Isaksen con 4, Marusic, Castellanos, Dele Bashiru con 2, Zaccagni, Vecino, Tchaouna, Noslin e Dia a 1 gol nell’ultimo parte di partita e oltre. Più l’autogol di Altare del Venezia alla prima giornata di campionato.

 

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