La verità a distanza di quasi quaranta anni. Il 9 marzo del 1986 il portiere fu protagonista di un gesto ignobile. Ecco cosa accadde davvero e perchè…
Il 9 marzo del 1986 è una delle date più nere che la storia della Lazio ha vissuto. Il giorno in cui un calciatore si permise di gettare a terra la maglia e di infangarla con un gesto orribile. Ingiustificabile. Il protagonista di questa storia, a conferma della controversa e particolare storia biancoceleste, è una delle anime più candide che il calcio italiano abbia mai saputo esprimere.
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Astutillo Malgioglio è ancora oggi ricordato come uno dei personaggi più disprezzati dall’intero mondo biancoceleste. In 125 anni di storia, nessuno si è mai permesso di compiere il gesto che portò la società a strappargli immediatamente il contratto e i tifosi a disprezzarlo per sempre. Malgioglio gettò a terra la maglia dopo una prestazione orribile e mentre veniva fischiato dall’intero stadio Olimpico; e ci ha sputato sopra.
9 marzo 1986, la vergognosa reazione di Malgioglio
Per capire cosa accadde allo stadio Olimpico il 9 marzo del 1986 bisogna fare un passo indietro e provare a spiegare lo stato d’animo di giocatori, dirigenti e tifosi della Lazio.Il club è reduce da anni difficili. Dopo l’arrivo di Chinaglia alla presidenza, la squadra è precipitata nuovamente nel baratro della serie cadetta e i conti della società sono perennemente in rosso. I tifosi vivono in uno stato di continua agitazione: alle amarezze per la retrocessione e per l’addio del loro uomo guida, si sono aggiunti gli scandali scommesse (che hanno coinvolto personaggi di spicco del mondo laziale) e il rischio fallimento.

La società è passata in pochi anni dalle mani di Lenzini a quelle di Casoni, Chinaglia e Chimenti e ora si cerca con forza un nuovo padrone che sappia garantire alla Lazio un’esistenza sicura. Senza una società solida alle spalle e con mille problemi da risolvere, la squadra inanella una serie di risultati negativi, tanto che, una formazione nata per tornare in serie A (e affidata a Gigi Simoni, considerato un mago delle promozioni) si trova ben presto invischiata nella lotta per non retrocedere in serie C.
Il gesto e la decisione del club
I tifosi, stanchi, avviliti e sfiduciati, se la prendono con tutti. In primis con i calciatori. Malgioglio, già accolto con diffidenza per il suo passato giallorosso, finisce nell’occhio del ciclone. Il portiere paga una serie di prestazioni negative e il troppo tempo passato nei centri in cui presta servizio per il sostegno alle persone affette da disabilità. In un mondo normale e in un ambiente sereno, il suo lavoro extra campo verrebbe esaltato. Ma in un clima di accesa contestazione e con la squadra che balbetta nei bassifondi della classifica, le ore passate nei centri di recupero portano i tifosi ad accentuare le critiche.

Il 9 marzo 1986, giorno di Lazio- Vicenza, accade l’irreparabile. Malgioglio arriva alla sfida in una pessima condizione mentale. Ai noti problemi ambientali si aggiunge anche la scomparsa del padre, che lo fa sprofondare ancor di più nello sconforto. Probabilmente non era nelle condizioni psicologiche adatte per scendere in campo, ma in quel momento non se la sentì di alzare bandiera bianca. In campo subì quattro gol, di cui almeno due evitabilissimi e finì per essere criticato come mai in passato. A fine partita reagì nel modo peggiore: si tolse la maglia, la gettò a terra, ci sputò sopra e la tirò ai contestatori. Un gesto ignobile. Il peggiore che un calciatore potrebbe mai fare verso una tifoseria e una squadra.
I tentativi di giustificare l’episodio
A distanza di anni dichiarò che quella reazione era frutto di uno striscione apparso in curva e che recitava “tornatene dai tuoi mostri”. Una circostanza che però non trova conferma: nè nei ricordi di chi scrive, nè sui ritagli di giornale dell’epoca, nè nelle dichiarazioni dei suoi compagni che erano in campo quel giorno. “Era sconvolto – continua Spinozzi – sedeva su una panchina all’interno dello spogliatoio. Aveva il viso contratto. Nei suoi occhi potevo scorgere una profonda amarezza. Mi avvicinai per un’amichevole, quanto inutile tentativo di rincuorarlo. Non rispose. Stava chinato, con lo sguardo fisso sul pavimento. Era confuso. I pensieri gli si accavallavano uno sull’altro nella mente”.

Tentò di scusarsi pubblicamente, ma la gravità del gesto e l’eco che ebbe in città, portarono la società alla rescissione del suo contratto. “Al termine di Lazio-Vicenza il portiere biancazzurro Malgioglio è stato al centro di uno spiacevole incidente con i tifosi che lo hanno punzecchiato per la papera che è costata alla Lazio la partita”, si legge su Il Tempo del giorno dopo. “Malgioglio ha risposto togliendosi la maglia e, dopo averci sputato sopra, lanciandola ai suoi contestatori. Un gesto che va comunque analizzato – non giustificato alla luce del particolare momento. Alla fine, per evitare ulteriori incidenti, il portiere è stato accompagnato a casa scortato da un furgone blindato della Polizia. Dal canto suo il presidente Chimenti ha affermato che se questo gesto è stato compiuto con coscienza, il giocatore potrebbe non indossare più la maglia della Lazio”.