Lazio, il grande ex suona la carica: “Le manca solo una cosa per essere grande”

Ciro Muro, che oggi compie 61 anni, elogia la squadra biancoceleste: “E’ una di quelle che esprime il calcio migliore”, ma poi ribadisce: “C’è una cosa sulla quale deve migliorare”

La sua classe fu fondamentale per tornare in serie A nella stagione 87-88. L’anno successivo, con Giuseppe Materazzi in panchina, è stato uno dei calciatori più utilizzati, ed ha messo tutta la sua esperienza al servizio di una squadra che ha raggiunto la salvezza solo all’ultima giornata. Ciro Muro oggi compie 61 anni. “Il calcio è stato la mia vita e la Lazio ne ha rappresentato una parte importante. Sono molto legato ai biancocelesti e quest’anno mi stanno facendo divertire molto“, dichiara in esclusiva ai nostri microfoni.

Lazio
Lazio, il grande ex suona la carica: “Le manca solo una cosa per essere grande” – Lalazio.com – La Presse foto

LEGGI ANCHE: L’EX DABO ELOGIA GUENDOUZI: “E’ CRESCIUTO TANTISSIMO”

La sua storia calcistica è bella e romantica. A cinque anni perde la madre ed è costretto a trasferirsi in un istituto. Qui viene notato da un osservato del Napoli, che casualmente era venuto a trovare un suo amico che lavorava nella struttura. Si ferma a guardare una partitella che i ragazzi svolgono nel campetto centrale e resta senza parole quando vede quel ragazzino di undici anni che con il pallone Corso e Sormani arriva Maradona. fa cose straordinarie.

Le punizioni con “il Dio del calcio”

Da quel momento Ciro Muro si trasferisce a Soccavo. “Ero l’unico napoletano della squadra che viveva nel centro sportivo“, ricorda. Il piccolo Ciro cresce, si ferma ore a guardare Sormani e Mariolino Corso (che allenavano i giovani), calciare le punizioni. Uno di potenza, l’altro a foglia morta. Prova ad imitarli e un giorno li incuriosisce. I due ex calciatori lo chiamano e lo coinvolgono nei loro tiri. “Mi ricordo Corso che allenava il portiere Di Fusco e gli diceva. ‘Il tiro lo vedi partire?. Lui rispondeva di si, e allora ribadiva: Se lo vedi partire perchè non lo prendi mai’, e continuava a segnare. Alla fine si era formato un trio”.

Maradona e Muro
Le punizioni con “il Dio del calcio” – Lalazio.com

Dopo Corso e Sormani arriva Diego Armando Maradona: “Il Dio del calcio. Io ho giocato con lui, battevo le punizioni con lui e una volta, quando fu assente, ho giocato al San Paolo con il numero dieci. Diego era unico. Con me un fratello maggiore. Si raccomandava, con tutti i giocatori più tecnici, di non perdere i palloni, altrimenti costringevamo i portatori d’acqua a correre troppo. ‘Se noi possiamo far vedere la nostra tecnica è perchè loro corrono per noi – diceva sempre – allora non li facciamo correre a vuoto. Non perdiamo palloni inutili’. Era lui a preoccuparsi per gli altri. Un gigante”.

Lo scudetto al Napoli e l’arrivo alla Lazio

Con Maradona si dividono le punizioni.Una volta a Brescia, c’era una punizione ideale per un destro, lui prende il pallone, ma si accorge che anche io volevo calciare. Mi da la palla e mi dice: ‘Ok, provaci tu, se non fai gol, da adesso in poi non le calci più’. Feci gol e lui fu il primo ad abbracciarmi”. Con il Napoli Muro vince lo scudetto: “Nella stagione 86-87, nonostante fossi la riserva di Maradona, segnai 5 gol e feci 27 presenze. A fine anno mi arriva la chiamata della Lazio e non ci pensai due volte”.

Muro Lazio e Napoli
Lo scudetto al Napoli e l’arrivo alla Lazio – Lalazio.com

“Diego provò in tutti i modi a convincermi a restare, ma io avevo deciso. Gli dissi che al Napoli sarei stato sempre una riserva, mentre avevo voglia di giocare. Lui provò a convincermi che ci sarebbe stato spazio anche nella stagione successiva. Ma io avevo voglia di giocare. E poi la Lazio era una squadra importante. Una società che stava tornando a ristrutturarsi”.

La Lazio di oggi: “Fantastica. Ma deve lavorare sulle punizioni”

Muro è impressionato dalla Lazio di oggi. “Mi piace tantissimo. Baroni sta facendo un lavoro eccezionale. Lo conosco bene avendoci giocato contro e poi a Napoli hanno tutti un grande ricordo di lui. Ha vinto lo scudetto da protagonista. La Lazio è una delle poche squadre che ti fa divertire quando gioca a calcio”. C’è una cosa, sulla quale si può migliorare. “Lo dico da diretto interessato, visto che era una mia caratteristica. Serve qualche gol su calcio di punizione. In squadra c’è Zaccagni che secondo me deve lavorare di più su questo aspetto. Nel calcio di oggi i calci piazzati sono diventati fondamentali e la Lazio non può trascurare questa possibilità”.

Zaccagni
La Lazio di oggi: “Fantastica. Ma deve lavorare sulle punizioni” – Lalazio.com – La Presse foto

I biancocelesti sono in lotta per il quarto posto. “Devono crederci fino alla fine. Mancano una decina di partite e non ci sono squadre imbattibili. Anzi… Poi basta guardare il calendario: la lotta scudetto e quella Champions sono ancora aperte per tante squadre. Ci sono tanti scontri diretti che possono decidere tutto. La Lazio non deve precludersi nulla”.

Gestione cookie