La Lazio giovedì si appresta ad affrontare la gara di ritorno contro i cechi del Viktoria Plzen cercando di ottenere una qualificazione che sarebbe quasi storica
Una Lazio incerottata, visibilmente stanca dalla quinta partita in 14 giorni, pareggia in casa contro l’Udinese per 1-1 e non riesce nel controsorpasso ai danni della Juventus, caduta fragorosamente in casa contro l’Atalanta. Un momento non facile quello che sta vivendo la squadra biancoceleste alle prese con alcune defezioni che stanno privando il tecnico Baroni delle necessarie rotazioni per mantenere fresca la squadra in questo ciclo di partite ravvicinate, prima di arrivare alla sosta per lasciare spazio alle Nazionali.
Probabilmente sarà una di quelle partite che ricorderemo per il resto della vita. Un finale epico, eroico, che resterà scolpito nella storia ultracentenaria della società. Vincere la gara d’andata, in trasferta in Europa, di un turno a eliminazione diretta in 9 contro 11, all’ultimo respiro dei minuti di recupero concessi dall’arbitro, entra di diritto nelle gare indimenticabili. Ora però serve mettere a frutto un’impresa del genere, conservando il vantaggio nella gara di ritorno per vidimare così il biglietto per i quarti di finale di Europa League.
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Giovedì sera la Lazio affronterà il Viktoria Plzen nella gara di ritorno degli ottavi di finale di Europa League, per blindare il passaggio al turno successivo guadagnato al gol di Isaksen al minuto 97 della gara d’andata. Una gara leggendaria vinta all’ultimo tuffo in doppia inferiorità numerica, dopo aver sofferto tantissimo la forza fisica e l’entusiasmo degli avversari su un campo al limite della praticabilità.
Vincere o comunque non perdere la gara di ritorno permetterà quindi ai biancocelesti di mettere il punto esclamativo a una campagna europea tra le più entusiasmanti della nostra storia e a mister Baroni di entrare nel ristretto giro degli allenatori della Lazio in grado di far arrampicare i biancocelesti tra le prime otto di una manifestazione europea.
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Infatti, escludendo le due finali consecutive, quella purtroppo persa a Parigi di Coppa UEFA contro l’Inter e quella che ha regalato la Coppa delle Coppe l’anno successivo a Birmingham, due risultati ottenuti nell’era Cragnotti con una squadra imbarazzante per quanto era costituita da tanti campioni. Nel nuovo secolo, quindi negli ultimi 25 anni, i biancocelesti soltanto in un’ occasione sono riusciti a fare meglio dei quarti di finali in una coppa europea, stagione 2002-03, quando la Lazio di Mancini arrivò a un passo dalla finalissima di Coppa UEFA, fermata solo dal Porto di Mourinho. Poi soltanto in due altre occasioni la Lazio è riuscita a entrare nelle prime otto d’Europa.
La prima nella stagione 2012-13 in Europa League, quando con Petkovic sulla panchina la Lazio si arrese ai turchi del Fenerbahce e alla direzione pessima dell’arbitro Collum, poi nella stagione 2017-18 quando furono gli austriaci del Salisburgo, in una rocambolesca partita, a spezzare il sogno di Immobile e compagni sempre nei quarti di finale di Europa League, fermando una cavalcata europea entusiasmante della Lazio di Simone Inzaghi. Poi soltanto altre tre volte la Lazio di Lotito ha saputo entrare nella fase a eliminazione prima di Baroni in questa stagione, lo scorso anno quando la Lazio di Sarri arrivò a sfidare l’impossibile negli ottavi di finale contro i tedeschi del Bayern Monaco e una volta, sempre negli ottavi di finale, ma di Europa League, nel 2015-16 quando i biancocelesti allenati da Pioli si arresero allo Sparta Praga e nel 2011-12, con Edy Reja in panchina, quando furono sconfitti dall’Atletico Madrid del Cholo Simeone.