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Turn over, le differenze tra la Lazio e le big: come ha gestito le forze Baroni?

Si è tanto parlato della gestione della rosa biancoceleste da parte del tecnico toscano come una delle chiavi della straordinaria stagione che la Lazio sta disputando

La Lazio è uscita dalla campagna di acquisti e cessioni estiva profondamente modificata, sono andati via giocatori importantissimi, fondamentali, che hanno segnato pagine indelebili nella storia del club biancoceleste. Giocatori che è sempre stato difficile lasciare fuori, perchè titolari inamovibili vista la loro forza di gran lunga superiore all’eventuale alternativa presente in panchina. Un reset che ha portato quindi giocatori nuovi, diversi per caratteristiche e soprattutto per età ed esperienza che, quasi sicuramente in valore assoluto, erano in partenza meno forti di quelli andati via, ma che hanno comunque allungato la rosa a disposizione del nuovo mister.

Turn over, le differenze tra la Lazio e le big: come ha gestito le forze Baroni? -LaLazio.com – LaPresse,it

E Marco Baroni, anche se si è ritrovato per la prima volta a sedere su una panchina con ambizioni diverse dalla salvezza e soprattutto con tre competizioni da gestire, ha saputo utilizzare al meglio questa opportunità ruotando il più possibile gli uomini a disposizione, rendendo la Lazio, soprattutto nella fase ascendente della stagione, una squadra quasi perfetta.

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Una rotazione sistematica

La prima parte dell’annata è stata caratterizzata per i biancocelesti, come per tutte le altre squadre impegnate nelle coppe europee, da una serie di gare ravvicinate molto impegnative. Per i primi 4 mesi di stagione la Lazio ha dovuto affrontare più volte, tra campionato ed Europa League con il nuovo format allargato, tre partite in sette giorni che hanno reso molto complicata la gestione delle formazioni da mandare ogni volta in campo. Baroni ne è uscito con un turn over ragionato, ma praticamente sistematico, quasi scientifico, nel ruotare anche 7/8 giocatori ogni partita a prescindere dalla competizione. Un modo di fare che ha valorizzato la rosa al massimo, facendo sentire tutti protagonisti e al centro del progetto, non soltanto la cosiddetta vecchia guardia, a Roma da più anni, ma anche i nuovi appena sbarcati nella Capitale.

Una rotazione sistematica – LaLazio.com – LaPresse.it

La Lazio ha volato nella fase ascendente della stagione, con un quarto posto in classifica, davanti a squadre molto più attrezzate dei biancocelesti, e un primo posto nella classifica finale della fase a girone unico dell’Europa League, fatto mai accaduto in precedenza e conseguente testa di serie numero 1 nel tabellone a eliminazione diretta. Poi, tra Natale e l’inizio del nuovo anno, qualche infortunio di troppo e alcune squalifiche hanno rallentato queste rotazioni e la squadra ne ha subito risentito nei risultati, essendo meno brillante e con qualche passaggio a vuoto nelle prestazioni. E qualcuno ha cominciato a mettere in discussione anche l’operato del tecnico accusato di gestire nelle ultime settimane la rosa in maniera diversa.

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I numeri però non mentono

Un’approfondita analisi delle intere rose a disposizione delle squadre che come la Lazio erano iscritte alle coppe europee, quindi Inter, Milan, Juventus, Atalanta, Roma, Bologna e Fiorentina, hanno però evidenziato che il mister della Lazio ha sfruttato a dovere l’intera rosa, fermo restando la qualità complessiva degli uomini a disposizione dei vari allenatori, molto diversa per numero, per investimenti e stipendi elargiti, rispetto a quelli a disposizione di Baroni.

I numeri però non mentono – LaLazio.com – LaPresse

Il giocatore più utilizzato fino all’ultima domenica di campionato disputata, la ventottesima, è il difensore della Roma N’Dicka che, nonostante i tre allenatori che si sono succeduti sulla panchina giallorossa, non ha mai saltato un minuto nelle 40 partite stagionali già disputate, 3600 minuti totali. Quasi un paradosso per un calciatore che soltanto lo scorso anno ha avuto un principio d’infarto durante la gara Udinese-Roma! Dopo i portieri Svilar della Roma e Maignan del Milan, al quarto posto troviamo un fedelissimo di Gasperini, De Roon, che a 33 anni ha già giocato 3481 minuti. Poi Reinders del Milan con 3419, Angelino della Roma con 3357 ed Ederson il tutto campista dell’Atalanta con 3193, Gatti della Juventus con 3186 e Theo Hernandez del Milan già a quota 3159. Chiude le prime dieci posizioni nella classifica dei più presenti un altro portiere, Sommer dell’Inter.

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Per i laziali una media diversa

Il primo stakanovista laziale che troviamo in questa classifica non poteva non essere il francese Guendouzi, che troviamo al quattordicesimo posto con 3047 minuti già nelle gambe, poi Provedel al 28 posto con 2610, Rovella al 34 con 2566 minuti e Romagnoli, 42esimo, con 2469 minuti già accumulati. Subito dopo alla posizione 44 e 45 troviamo Mario Gila  e Mattia Zaccagni, con poco meno di 2500 minuti e ancora Marusic, 48esimo, con 2396 minuti.  Insomma, risulta evidente come mister Baroni sia riuscito a gestire i suoi giocatori, nessun giocatore nei primi dieci, uno solo nei primi venti e soltanto sette nei primi 50 posti. Un turn over quasi totale che ha portato la squadra a essere sempre molto brillante fino a quando qualche infortunio di troppo, che nonostante la costante rotazione adottata è arrivato ugualmente, ha condizionato le scelte del tecnico.

Per i laziali una media diversa – LaLazio.com – LaPresse

Allargando l’analisi dei dati ai primi 20 calciatori per ogni squadra presa in considerazione, la Lazio risulta essere la quinta squadra per rotazioni effettuate, soltanto Juventus, Milan e Atalanta hanno ruotato di meno, ma c’è anche da tenere in considerazione ad esempio che Roma e Milan hanno cambiato più volte allenatore, una soluzione che solitamente porta nuovi sistemi e un nuovo modo di gestire lo spogliatoio. La speranza è che il sistema adottato da Baroni possa portare benefici in questo finale di stagione che si preannuncia tiratissimo e con ancora tanti impegni e tutti ravvicinati.

Published by
Mauro Simoncelli
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