Accadde oggi, 13 marzo: tanti auguri Maurito. Sei stato un bel sogno!

I fatti, i calciatori, i personaggi e le gare disputate il 13 marzo nella storia della Lazio. In questo giorno si registra un esordio di un calciatore eccezionale e la nascita di Mauro Zarate, una meteora che ha fatto impazzire i tifosi

Mauro Zarate oggi compie oggi 38 anni. L’attaccante argentino, protagonista nella stagione 2008-09 di una cavalcata incredibile, che si è chiusa con la vittoria della Coppa Italia, è ancora oggi molto amato dai tifosi. Nonostante una lunga serie di alti e bassi, che ne hanno contraddistinto la carriera, e tante (probabilmente troppe) promesse non mantenute. Descrivere la sua storia calcistica è complicata; per certi versi impossibile da catalogare.

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13 marzo
Accadde oggi, 13 marzo: tanti auguri Maurito. Sei stato un bel sogno! – lalazio.com – La Presse foto

Definirlo una meteora è improprio: ha giocato una stagione da fuoriclasse assoluto, vincendo (quasi da solo) una Coppa Italia: ha segnato un gol fantastico in un derby e nella finalissima con la Sampdoria, oltre al rigore più complicato della serie che ha deciso la gara. Catalogarlo tra i fuoriclasse è impossibile, perchè non è riuscito ad avere quella continuità di rendimento che tutti (in primis Lotito che ha speso venti milioni di euro per riscattarlo) si aspettavano. Potrebbe rientrare tra le promesse non mantenute, anche se ha chiuso la carriera con due scudetti (in Argentina), due Coppe Italia e 140 gol segnati nelle varie squadre con cui ha giocato.

13 marzo, auguri a Mauro Zarate, una fantastica cometa

Forse sarebbe più giusto definirlo come un gran bel sogno: di quelli che vengono vissuti in prima persona e che quando terminano ti lasciano l’amaro in bocca. Perchè speravi che si tramutassero in realtà. Un sogno esaltante, ma che poi si è concluso con un risveglio brusco e improvviso. Zarate ha chiuso la sua esperienza laziale dopo tre anni e mezzo. Sedici gol segnati il primo anno, otto il secondo e nove il terzo. Ancora oggi è ricordato come uno dei calciatori che avrebbero certamente potuto avere una carriera diversa.

Un talento straordinario e per certi versi contraddittorio. Una magnifica illusione per i tifosi; uno spettacolo per gli occhi degli amanti del calcio e una vera e propria disperazione per gli allenatori: da Delio Rossi a Reja, fino a Petkovic: tutti hanno provato a coccolarlo, proteggerlo o a scuoterlo. In pochi hanno ricevuto risposte confortanti. Con Rossi è esploso; l’allenatore romagnolo è quello che lo ha gestito meglio: con Reja il rapporto è stato altalenante, mentre con Petkovic non è mai sbocciato l’amore. La sua carriera poteva regalare soddisfazioni diverse. Ma negli occhi di chi lo ha visto giocare rimarranno per sempre le prodezze e le giocate della sua prima, straordinaria stagione. Quando a Roma scoppiò la Mauritomania.

13 marzo, l’esordio di Alessandro Nesta

Il 13 marzo del 1994 Alessandro Nesta gioca la sua prima gara in serie A con la maglia della Lazio. Dopo le esperienze nel settore giovanile e gli allenamenti in prima squadra, arriva la grande occasione. Zoff lo fa allenare spesso con i grandi, intuendone le qualità. Il 13 marzo la Lazio è attesa alla trasferta di Udine, contro i friulani. E’ una gara difficile per i biancocelesti, che dopo pochi minuti rinunciano ad Alen Boksic per infortunio e sono costretti a rincorrere i padroni di casa che vanno due volte in vantaggio. Ma la Lazio, in maglia gialla, c’è e si fa sentire. Al gol di Borgonovo risponde Winter, a quello di Pizzi, Beppe Signori, che segna una delle sue poche reti della carriera di destro. Succede tutto nel primo tempo.

Nesta
13 marzo, l’esordio di Alessandro Nesta -La Presse foto – Lalazio.com

Ad un quarto d’ora dalla fine e con il risultato in bilico, Zoff decide che è arrivato il momento di gettare nella mischia forze fresche, e di grande qualità. E’ il momento che Alessandro aspettava da una vita. Entra in campo al posto di Casiraghi e gioca un quarto d’ora a difesa del risultato, piazzandosi nel ruolo di terzino. Un esordio positivo, bissato quindici giorni più tardi nella trasferta di Torino, quando Zoff gli concede pochi minuti nel finale di gara. E’ l’inizio di una carriera eccezionale. Di un’avventura straordinaria, destinata a durare nel tempo.

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