I fatti, le partite e i personaggi che si sono messi in evidenza il 18 marzo nella storia della Lazio: tre gare indimenticabili, giocate allo stadio Olimpico
Tre gare difficili da dimenticare: per una lunga serie di motivi. Il 18 marzo nella storia della Lazio si sono disputate tre gare che hanno lasciato il segno. Tre vittorie che ancora oggi, a distanza di anni, vengono ricordate con attenzione e affetto dai sostenitori biancocelesti. La prima è arrivata in derby unico, vinto nel finale e dal sapore indimenticabile; una stracittadina nella quale i biancocelesti di Lovati hanno fatto sentire la loro forza, mettendo in seria difficoltà i cugini giallorossi.
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La seconda sfida è una gara di Coppa delle Coppe, che ha portato i biancocelesti in semifinale e che ha visto la prima e unica rete di un giocatore che ha rappresentato una delle più grandi meteore della recente storia laziale; ultima, ma solo in ordine cronologico, una grande vittoria arrivata contro la Juventus, letteralmente annientata allo stadio Olimpico da una Lazio super, capace di imporre la propria legge e di stravincere la sfida.
Era partito tutto con un bandierone immenso, che occupava l’intero tabellone luminoso dello stadio Olimpico: un telo bianco con la scritta “Ve mannamo in B”, con l’ultima lettera colorata di giallorosso. II biancocelesti di Lovati erano stati protagonisti di una buona stagione; i giallorossi lottavano per non retrocedere, invischiati nella zona calda della classifica. Il derby rappresentava l’ultima chance per la Roma per cercare di salvare la stagione, mentre la Lazio sperava di regalarsi una domenica unica.
Il derby, combattuto ed equilibrato come da consuetudine, si è deciso nel finale. I giallorossi erano passati in vantaggio grazie ad un’autorete dell’ex Cicco Cordova (passato dalla Roma alla Lazio). Nella ripresa, dopo un palo colpito da Wilson e uno da Giordano, Nando Viola (sfruttando una deviazione di De Sisti), portava il risultato in parità. Nel finale, all’ultimo minuto, arrivava il gol di Aldo Nicoli: una prodezza che al 90′ permetteva ai biancocelesti di festeggiare la vittoria nella stracittadina.
Il 18 marzo del 2001, la Lazio di Dino Zoff batte 4-1 la Juventus di Ancelotti, in uno scontro diretto valido per la corsa scudetto. I biancocelesti dominano la sfida e chiudono la gara grazie ad una prestazione eccezionale dei propri fuoriclasse. I bianconeri crollano sotto i colpi di Nedved e Crespo, autori di una doppietta a testa, che rendono inutili la rete di Del Piero. Il pubblico sugli spalti è ammaliato dalla prova dei biancocelesti: su tutti Veron, autore di una serie di giocate incredibili, Poborsky (che ha dispensato assist a non finire) e dei due goleador di giornata.
Due anni prima, il 18 marzo del 1999, la Lazio di sven Goran Eriksson sconfigge il Panionios allo stadio Olimpico, nel ritorno dei quarti di finale di Coppa delle Coppe. Un successo che permette ai biancocelesti di raggiungere la seconda semifinale consecutiva di un torneo internazionale (dopo quella in Coppa Uefa dell’anno precedente). Dopo aver dominato la gara d’andata, la Lazio si impone 3-0: a battere il portiere Strakosha (padre di Thomas, che una ventina di anni dopo difenderà i pali biancocelesti) i gol di Stankovic, Nedved e De La Pena, alla prima e unica rete con la maglia della Lazio.