Il Direttore Sportivo della Lazio rilascia una lunga intervista a Il Messaggero. Il passaggio su Baroni e il futuro fa discutere: ecco cosa ha detto…
Il momento attuale della Lazio, il crollo di Bologna, la gestione dei rinforzi arrivati nel mercato di gennaio e il futuro di Marco Baroni. Il direttore sportivo della Lazio Angelo Fabiani è un fiume in piena. Il diesse biancoceleste, in una lunga intervista a Il Messaggero, tocca numerosi punti. l primo, il più delicato e sul quale è doveroso fare delle riflessioni, riguarda il futuro del tecnico biancoceleste.
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“Mi sembra la classica intervista dove il diesse scarica tutte le responsabilità sull’allenatore: non è stato mai ribadito come, nonostante le difficoltà, il tecnico ha raggiunto dei risultati importanti”, ha ribadito Daniele Magliocchetti su Radio Olympia. Stesso pensiero di Mauro Simoncelli: “Più che costruire il futuro insieme, mi sembra che si siano date delle responsabilità evidenti all’allenatore. Certe risposte sono chiare. Si potevano dare delle risposte diverse. Se guardate bene, non c’è mai la parola fiducia, rivolta al tecnico”.
Fabiani: “Il futuro? Se c’è un pezzo che non va…”
Ma cosa ha detto Fabiani nell’intervista pubblicata oggi da Il Messaggero? Quando gli viene chiesto se il tecnico è in discussione, il diesse ribadisce: “No, non lo è”, ma poi, immediatamente viene ribadita una cosa importante: “Io sono come il progettista di una macchina. Aspetto la fine della corsa per vedere se c’è un pezzo che non va”. Quale sarebbe il pezzo che non va? Fabiani ribadisce che “il discorso riguarda tutti, non solo il tecnico. Le somme del lavoro verranno tirate a giugno. Ora stiamo facendo un campionato più che soddisfacente, abbiamo raggiunto il traguardo storico dei quarti di Europa League, ma non ci accontentiamo”.

La Lazio è a due punti dal quarto posto e nei quarti di finale di Europa League: “Siamo a un crocevia delicato, ma ancora in lotta su due fronti, a differenza di altre squadre che sono uscite dalle Coppe. Stiamo soffrendo di più a giocare ogni 72 ore. Così succede che incontri un Bologna in grande salute ed ecco il patatrac. Questo non giustifica il passivo pesante, anzi ci deve servire da insegnamento”. La Lazio ha subito un duro ko a Bologna che porta Fabiani a dire che “bisogna capire dove arrivano i meriti della squadra di Italiano e i nostri demeriti”.
Baroni, le scelte e il mercato
Dopo la sosta ci sarà un confronto che Fabiani definisce “un dialogo quotidiano. Baroni analizzerà in prima persona cosa non è andato e faremo insieme un riflessione profonda per chiudere al meglio il finale di stagione in Europa League e in campionato. Subito dopo la sosta avremo cinque finali di fuoco con Torino, Atalanta e Roma e Bodo. Dovremo dare tutto”. Un dato che ha fatto storcere il naso alla società è stato il poco utilizzo dei calciatori arrivati nel mercato di gennaio: “Decide l’allenatore, che ha messo il veto sulle uscite e indicato alla società le caratteristiche sulle entrate…Cosa dovevano fare di più Fabiani e Lotito? La Lazio dominava in Europa e in campionato, abbiamo inserito tre giovani importanti in linea con il nostro progetto. Bisogna dare modo a questi ragazzi di mostrare le qualità e il talento. Se non giocano, è difficile che possano farlo”.

Chiusura dedicata ai progetti futuri: “Come primo anno stiamo facendo un percorso egregio, ma non basta, o meglio, io non mi accontento mai. Dobbiamo migliorare nella testa”. Cosa cambia con o senza qualificazione in Champions? “Cambia la visibilità, cambia tantissimo, sarebbe una bugia dire il contrario. Ma se non dovessimo centrarla, non ci sarebbe alcun ridimensionamento. Ho dimostrato che si può rinforzare una rosa con le idee, senza buttare soldi. Quando abbiamo preso Guendouzi, Rovella, Tavares, Dia, Isaksen e Castellanos, chi pensava che avevamo acquistato calciatori di questo livello? Solo noi, perché ci abbiamo creduto”.