I fatti, le partite e i personaggi che si sono messi maggiormente in evidenza nella storia della Lazio il 20 marzo. Giorno in cui si festeggia un portiere rimasto nella storia
Il 20 marzo è il compleanno del primo portiere “straniero” della storia della Lazio. Una piccola licenza, che Mario Pennacchia, una delle penne storiche del mondo biancoceleste, si concesse nel momento in cui stilò la classifica dell’undici straniero più forte della storia. Era il 1997 e fino a quel momento non c’erano stati portieri non italiani capaci di mettersi in evidenza tra i pali biancocelesti. Erano lontani gli anni in cui la porta della Lazio è stata difesa dai vari Muslera, Carrizo, Bizzarri, Berisha, Strakosha, Reina e Mandas.
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Per trovare un numero uno “straniero”, si optò per un giocatore italiano, ma nato a Sarajevo. “Certamente mi fa piacere – confermò Martina – anche se posso confermare a tutti di essere italiano al cento per cento. Sono nato a Sarajevo soltanto per pura coincidenza. Entrare però in una classifica di merito è gratificante e dunque l’accetto di buon grado”.
20 marzo, il compleanno di Silvano Martina: la storia con la Lazio
Due stagioni in maglia biancoceleste, nelle quali è riuscito ad ottenere una promozione in serie A (alla guida di Eugenio Fascetti) e la salvezza l’anno successivo, (con Giuseppe Materazzi in panchina). Martina ha legato il suo nome a due anni molto positivi, prima di essere ceduto al Torino e di iniziare, a carriera conclusa, il lavoro di procuratore. Nella sua nuova veste si è trovato spesso ad incrociare il suo destino con quello della Lazio, concludendo anche affari importanti. Come quando entrò nella trattativa che portò Goran Pandev a Roma, o come quando è riuscito a concludere lo scambio con la Sampdoria tra Bazzani e Simone Inzaghi.

La storia di Silvano Martina con la Lazio parte all’improvviso: mentre ancora veste la maglia del Torino, Martina incontra i biancocelesti in aeroporto: Fascetti lo scruta con occhio critico e gli dice: “ti trovo in forma, evidentemente sei stato in palestra, tieniti pronto che tra un po’ potresti servirmi”. Da li a breve la società biancoceleste si trova costretta a trovare un sostituto di Giuliano Terraneo, che decide di lasciare la Lazio sedotto da un provino con il Manchester United. Fascetti e Calleri puntano sul rilancio di Martina. “E’ stata una sfida con me stesso. Venivo da un lungo stop – ha ricordato in una recente intervista – ai tempi del Torino e avevo una grande voglia di rimettermi in discussione. Parlando la prima volta con il presidente Calleri venni a conoscenza dei problemi che la società ebbe con Terraneo. Problemi contrattuali e caratteriali e mi fu prospettata l’opportunità di sostituirlo. Sapevo che non sarebbe stato semplice, ma ero convinto di essere ancora un giocatore importante e avevo una grande voglia di stupire”.
Due stagioni da protagonista
Martina difende i pali biancocelesti nella stagione che riporta la Lazio in serie A. In tutto il campionato salta solo due gare a causa di un’espulsione ricevuta da Lo Bello durante la trasferta di Padova. Quando torna in campo partecipa alla cavalcata finale. Fino all’ultima giornata: 19 giugno 1988, davanti ad un’Olimpico stracolmo (fatta eccezione per la curva nord, abbattuta per i lavori di ristrutturazione in vista di Italia 90) la Lazio batte il Taranto e torna meritatamente in serie A.

“La prima cosa che ricordo è l’entusiasmo della gente. Entrando in campo pensai tra me e me che non potevamo rovinare una festa così. I tifosi della Lazio sono davvero unici. Ricordo che la settimana precedente invasero Parma per festeggiare con noi una promozione che non riuscimmo ad ottenere. Lo stadio Tardini era tutto biancoceleste. Non ho mai visto una cosa del genere”. La stagione successiva parte titolare, poi a metà campionato lascia il posto al giovane Valerio Fiori.