Chiacchierata con uno dei giocatori che ha scritto e partecipato alla storia recente della Lazio: “Sono stati anni bellissimi, sono stato fortunato”
Numeri da incorniciare. Numeri che non hanno tanti. Ben 502 partite in serie A, 85 reti e ben 100 assist tondi, tondi, con 54 presenze con la maglia dell’Italia e 7 reti, tra tutte queste presenze vanno considerate e ricordate con tanto di emozione e celebrazione le 192 partite con la maglia della Lazio, 45 gol realizzati e 43 assist regalati ai compagni come un certo Miro Klose, ad esempio. Un giocatore che verrà ricordato per tante cose belle, ma soprattutto per l’assist decisivo a Senad Lulic, quel cross che al minuto 71 della finale di Coppa Italia Lazio-Roma del 26 maggio del 2013, regalò al bosniaco la palla dell’1-0, la rete della vittoria del trofeo storico.

Un giocatore come Antonio Candreva non ha certo bisogno di presentazioni, anche perché con la maglia biancoceleste ha dato tanto, di tutto e di più. E va ricordato come uno dei calciatori che in un momento non ricco, ha regalato soddisfazioni immense e prestazioni da incorniciare. “Posso solo dire che è stato un periodo magnifico della mia carriera, bellissimo e che sono stato fortunato di poter vivere, la Lazio è stata un’esperienza meravigliosa della mia carriera“, racconta il centrocampista qualche giorno dopo l’annuncio del suo ritiro. Sono tante le partite in cui, Candreva è stato protagonista con la maglia della Lazio, tanti ricordano l’assist nel derby di coppa Italia, quello del 26 maggio 2013, anche se Antonio di reti alla Roma ne ha segnate, soprattutto una su punizione.
La coppa Italia, Klose e la fascia di capitano…
Nonostante si sia ritirato, è uno che non smette mai di lavorare, mentre lo chiamiamo è in palestra, come tutti i giorni, non è uno che si ferma. Tutt’altro. “Di ricordi ce ne sono tanti, ricordo un Lazio-Empoli, un’atmosfera pazzesca, ho ricordi nitidi di uno stadio meraviglioso, ma i derby, i gol, e naturalmente quello di coppa Italia, mamma mia la tensione che c’era prima di quella partita, poi tutto è andato bene ed è stata una sensazione incredibile“, spiega Antonio che mentre parla si emoziona ancora anche perché lui, anche se di partite ne ha giocate tantissime e di alto livello, sa bene che significa aver vinto quella gara: “Non era un’attesa normale, ma ci stava era una finale di un trofeo e in più era il derby“.
Di ricordi ce ne sarebbero tantissimi, anche di giocatori coi quali ha giocato, anche se uno in particolare col quale aveva un ottimo rapporto, Miro Klose: “Campione assoluto, giocatore strepitoso e persona incredibile, mai avrei pensato di trovarmi davanti un campione e un fuoriclasse di quel tipo con un’umiltà pazzesca. Un esempio in tutti i sensi“. Sulla fascia di capitano non è che debba aggiungere più di quello che è stato fatto e detto negli anni: “Non è vero che l’abbia mai rifiutata, anche se non credo fosse stato Pioli a decidere di darla a Biglia, ma è passato, ho tanti bei ricordi della Lazio, tutti vissuti con grande emozione”.
Sulla Lazio del presente: davvero bravo Baroni, su Dia e Tchaouna
Pensare che Antonio quando è arrivato alla Lazio a gennaio del 2012, il suo acquisto fu quasi deriso e assai contestato dalla tifoseria, invece si rivelò come uno degli affari più incredibili che la Lazio abbia mai fatto, anche perché arrivò in prestito dal Cesena dove era stato inserito in un’operazione con l’Udinese, tanto che la Lazio rilevò la metà dalla squadra romagnola per meno di 3 milioni di euro, poi l’anno successivo Lotito e Tare fecero un’operazione con i friulani mettendoci dentro anche l’acquisto di Basta, con Candreva che in tutto venne a costare meno di 7 milioni di euro totali, inclusa la metà già pagata la Cesena. Un affare vista la resa e soprattutto il prezzo con cui è stato ceduto all’Inter, 21,5 milioni di euro più un bonus di 2,5 milioni di euro in caso di qualificazione in Champions League. Pochi lo annoverano tra gli affari di Lotito e Tare, ma Candreva fu una notevole plusvalenza. All’Inter non fece male per niente ben 151 presenze e uno scudetto con Conte, dove giocò titolare.

Tanti ricordi e tante emozioni con la maglia della Lazio, sin da quando è arrivato fino a quando è andato via, uno dei pochi giocatori che ha trasformato in fischi in applausi e ancora adesso viene ricordato con grandissima affetto dai sostenitori di fede laziale, tanto che lui stesso, che sogna di fare l’allenatore “ma non ho ancora deciso, anche perché non è semplice, di sicuro resterò nel mondo del calcio, vediamo cosa farò“. E ovviamente osserva calcio e guarda la Lazio con il cuore e con grande attenzione: “Il lavoro che sta facendo Baroni è incredibile, è stato davvero bravo, non credevo arrivasse così lontano e facesse così bene. Un lavoro incredibile e c’è ancora tanto da fare, bello vedere la Lazio giocare”. Ma ha anche parole per due ragazze che conosce bene come Dia e Tchaouna avendoci giocato nella Salernitana per anni: “Sono due ragazzi incredibili e bravi, Dia è fortissimo, me lo ricordo al suo primo anno a Salerno fece benissimo, poi la storia con i procuratori non l’ha aiutato molto, ma adesso alla Lazio può fare bene e la differenza. E’ un gran bel giocatore, ma anche Tchaouna, è giovane e ha grandi mezzi, deve migliorare ancora un po’ nel capire in che ruolo giocare, ma i mezzi non gli mancano“