La Lazio sta entrando nella fase decisiva della stagione ed è attesa da partite tutte complicate e importanti, ecco perchè la squadra forse dovrebbe riacquistare anche qualche certezza di gioco in più
La sosta del campionato, per permettere all’Italia di Spalletti e a tutte le altre nazionali di disputare le gare ufficiali tra Nations League e qualificazioni mondiali, è sicuramente arrivata al momento giusto per permettere agli uomini di Baroni di riprendere fiato, guarire da qualche acciacco o recuperare del tutto da infortuni vari, per presentarsi al meglio a quella che appare una vera e propria volata finale.

Alla ripresa del campionato infatti la Lazio è attesa dal Torino all’Olimpico, prima di andare a Bergamo contro la lanciata Atalanta di Gasperini, che darà inizio a una settimana fondamentale tra le gare di andata e ritorno per i quarti di finale di Europa League, prima contro il Bodo/Glimt e dopo con il derby con la Roma. Per chiudere poi questo ennesimo mini ciclo impegnativo a Genoa contro i rossoblù di Viera.
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Ora arriva il bello, ma anche il difficile
Un antico detto recita, “hai voluto la bicicletta, ora pedala”. La Lazio, disputando fino ad oggi una stagione straordinaria per i presupposti di partenza dopo la campagna acquisti e cessioni voluta dalla società, adesso è arrivata al gran ballo finale e non può certo tirarsi indietro rinunciando a questo o quell’obiettivo. Deve giocare tutte le partite al massimo delle possibilità, cercando di ottimizzare le energie che a questo punto della stagione non sono tante per nessuno, anche con gare intelligenti dal punto di vista tattico.

Ecco, forse è proprio questo il vero snodo di tutto. Il tecnico toscano dal giorno del suo arrivo a Formello è stato semplicemente straordinario nel motivare un gruppo uscito a pezzi dalla scorsa stagione e nell’ inserire al meglio e subito i nuovi arrivati, grazie a un’idea di gioco offensiva che permettesse prima di tutto alla squadra di giocare divertendosi, all’attacco. Pressing e pressione continua sul portatore di palla, attaccare con tanti uomini, cercando di recuperare se possibile prima la palla per poi attaccare la porta avversaria. “Questa si difende attaccando”, il mantra di Baroni in ogni post partita, anche per giustificare qualche gol di troppo preso dalla difesa e per esaltare una certa mentalità.
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Ora serve qualche accortezza in più
Un sistema di gioco che ha calzato a pennello alla squadra in grado di esaltare ed esaltarsi affrontando tutte le squadre e in ogni competizione, sia in casa sia in trasferta, senza paura a viso aperto, il vero segreto per le tante vittorie in campionato e lo splendido cammino in Europa. Ma questo modo di giocare ha avuto però nel corso delle settimane un rovescio della medaglia, ha richiesto infatti uno sforzo enorme da parte di tutta la rosa che, quando qualche infortunio ha ridotto le possibilità di rotazione, ha pagato dazio con alcune sconfitte troppo pesanti. Ecco perchè, adesso che arriva la fase decisiva della stagione, quella del dentro o fuori, del tutto o niente, forse anche Baroni potrebbe ripensare tatticamente la squadra.

Il ritorno di Vecino, il recupero di Dele Bashiru e un utilizzo maggiore di Belahyane, potrebbero permettere di variare lo schema tattico e passare a un più “tranquillo” 433. Un giocatore d’attacco in meno e un centrocampista in più, ma soprattutto un atteggiamento della squadra diverso, in vista di partite più complicate, come ad esempio in trasferta a Bergamo o nel derby, memori anche dei folli primi 15 minuti dell’andata contro la Roma. Un modo per non dissipare troppe energie in un momento dove il serbatoio è quasi in riserva, con una squadra schierata magari 20 metri più indietro, ma sempre pronta poi a catapultarsi in avanti con la velocità degli esterni e con gli inserimenti dei centrocampisti a “rimorchio”. E per riprendere poi il paragone ciclistico, se dobbiamo continuare a pedalare, proviamo a farlo al riparo dal vento a centro gruppo, per piazzare poi la stoccata in volata.