Accadde oggi, 22 marzo: tanti auguri ad un bomber “mai sbocciato”

Il 22 marzo si festeggia il compleanno di un centravanti rimasto una sola stagione alla Lazio, capace di creare un legame fortissimo con i tifosi, ma senza riuscire a lasciare il segno

La storia della Lazio è estremamente affascinante perchè ricca di sfaccettature. In oltre 125 di partite e di giocatori che hanno vestito la maglia biancoceleste, si possono narrare storie incredibili: per certi versi impensabili. C’è chi ha giocato poco ma è riuscito a ritagliarsi un ruolo fondamentale; chi è arrivato tra l’esaltazione generale ed è stato costretto a lasciare la capitale tra i fischi, chi ha lasciato il segno nonostante le poche aspettative e chi, nonostante un rendimento non all’altezza della situazione, è stato in grado di lasciare un ricordo indelebile nel cuore dei tifosi.

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22 marzo
Accadde oggi, 22 marzo: tanti auguri ad un bomber “mai sbocciato” – Lalazio.com

Dell’ultima categoria fa parte Giuseppe “Nanu” Galderisi. Uno dei centravanti più forti che il calcio italiano ha potuto mostrare negli anni ottanta. Il suo palmares recita tre campionati italiani (con Juventus e Veron), un Mondiale giocato titolare nel 1986, il trasferimento al primo Milan di Berlusconi, che iniziava a fare sul serio nel mondo del calcio. Una carriera di grande rispetto, dove l’unica nota stonata resta l’esperienza alla Lazio.

L’avventura alla Lazio

Galderisi sbarca nella capitale l’estate del 1987, dopo una stagione al Milan. “Fu un anno difficile a Milano – ci ha raccontato -. Tutti avevano la sensazione che con l’avvento di Berlusconi le cose stessero cambiando, ma il ciclo era ancora all’inizio. Partimmo in campionato con Liedholm, poi ci fu il cambio con Capello. La squadra era già forte, aveva un bel gruppo: Baresi, Ancelotti, Di Bartolomei. Poi arrivarono gli olandesi e ci fu l’esplosione definitiva. Io in attacco mi giocavo il posto con Virdis e Hatley e chiusi la stagione con quattro gol”.

L’avventura alla Lazio – lalazio.com

In estate arriva il trasferimento nella capitale. La Lazio di Calleri e Fascetti lo chiama per tornare in serie A “La Lazio mi fece una corte pazzesca e alla fine accettai. Fu una bella sfida. Io che ero reduce dal mondiale messicano lasciai il Milan per ripartire dalla serie B. La garanzia era la forza di una società che voleva crescere e ripartire. Vincemmo il campionato, tornammo in serie A, ma per me fu una stagione molto particolare. Mi sono impegnato al massimo, ho dato l’anima, e questo è stato apprezzato da tutti. In primis dai tifosi che mi hanno sempre sostenuto”.

“Ho pensato che le porte fossero più piccole”

Galderisi arriva tra mille promesse, che non riesce a mantenere. Segna un gol (di testa…) al Bologna dopo poche giornate, poi si spegne: colpisce pali, trova alcuni miracoli incredibili dei portieri: quando capisce che sbloccarsi è quasi impossibile, inizia a lavorare per la squadra.“Ad un certo punto ho pensato che le porte avversarie avessero le rotelle e qualcuno le spostava quando io tiravo. Senza contare i pali, i miracoli dei portieri avversari, le palle che sono uscite di un soffio. E’ stata un’annata molto particolare, forse la peggiore della mia carriera, almeno dal punto di vista individuale, ma io la ricordo con grande affetto per l’amore che il pubblico laziale mi ha regalato”.

“Ho pensato che le porte fossero più piccole” – lalazio.com

Alla fine del campionato, lascia la capitale. Io con la Lazio ho fatto solo un gol in campionato. E’ stata la squadra con la quale ho fatto peggio in carriera, eppure i tifosi mi hanno apprezzato e riversato affetto e amore. Si è creato un grande feeling, che c’è tutt’ora. Credo che i tifosi hanno capito il mio momento. Si sono immedesimati nelle difficoltà di un attaccante che non riusciva a fare gol, ma che non mollava e che dava tutto. Alla fine ottenemmo la promozione in serie A e credo di aver dato il mio contributo. E la gente lo ha apprezzato”.

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