La Lazio non ha mai avuto tanta fortuna nelle competizioni europee, anche se due coppe alzate e una finale persa restano comunque traguardi straordinari
La Lazio è approdata per la settima volta almeno ai quarti di finale di una competizione europea, traguardo raggiunto dagli uomini di Baroni, dopo aver eliminato i cechi del Viktoria Plzen in Europa League, che rappresenta uno dei migliori risultati di sempre nella storia del club biancoceleste. E anche se negli occhi e nella mente di tutti i tifosi resteranno per sempre le imprese di Birmingham nella finale di Coppa delle Coppe, vinta contro il Maiorca, e quella di Montecarlo nella finale di Supercoppa europea, vinta contro gli invincibili del Manchester United, nella nostra storia ci sono anche alcuni gol che hanno significato tanto in quel momento e forse non sempre vengono ricordati nella maniera giusta.

Lo spunto arriva dal recente gol di Isaksen realizzato nella gara d’andata in Repubblica Ceca, valida per gli ottavi di finale dell’ex Coppa UEFA, che ha visto i biancocelesti non solo segnare il gol vittoria al minuto 97 della partita, nell’ultimo tuffo del tempo di recupero, ma realizzarlo quando la squadra era in doppia inferiorità numerica dopo le espulsioni di Rovella e Gigot. Un’impresa dal carattere eroico che forse non è stata omaggiata a dovere.
Le avventure europee della Lazio
Per una società con 125 anni di vita, la Lazio ha una storia piuttosto recente nelle Coppe europee e per di più sempre molto travagliata. Basti pensare che la prima volta che il club romano riesce a ottenere una qualificazione a una manifestazione europea è soltanto nella stagione 73-74, quando arriva a giocare i sedicesimi di Coppa Uefa contro gli inglesi dell’Ipswich Town, una gara a dire poco sfortunata che tra l’altro, a causa di alcuni incidenti accaduti in campo, impedirà a Chinaglia e soci di partecipare alla Coppa dei Campioni l’anno successivo, dopo aver vinto uno straordinario quanto sorprendente scudetto. Dopo un altro paio di partecipazioni negli anni 70, bisognerà aspettare addirittura gli anni novanta per rivedere la Lazio in Europa. Da quel momento tante sono state le notti europee che hanno esaltato il tifoso biancoceleste, con gol che in quel momento regalavano gioie diverse, mai vissute prima, e che anche se alla fine non portavano un trofeo in bacheca hanno fatto vivere momenti davvero esaltanti, però troppo presto dimenticati.

Nella stagione 94-95 la Lazio agguanta per la prima volta gli ottavi di finale di una competizione europea, la Coppa UEFA con il boemo Zeman in panchina. Dopo aver eliminato la Dinamo Minsk al primo turno, i biancocelesti trovano sulla loro strada gli svedesi del Trelleborgs. Due partite combattute, tanto che dopo lo 0-0 dell’andata in Svezia anche al ritorno sembra oramai tutto pronto per i tempi supplementari, finche è Boksic a scaraventare da sotto porta un pallone in rete al quinto minuto di recupero, regalando una gioia incredibile ai 50mila presenti sugli spalti e la possibilità di andare avanti in Europa. La stagione 96-97 vede la società di Cragnotti crescere tecnicamente con una campagna acquisti davvero importante, oltre all’arrivo di Sven Goran Eriksson sulla panchina biancoceleste. La campagna europea in quella stagione si rivelerà straordinaria e si fermerà soltanto davanti all’Inter di Ronaldo nella finale di Parigi. L’esordio ufficiale in quell’edizione della Coppa UEFA la Lazio lo fa in Portogallo contro il Vitoria Guimaraes con una roboante vittoria per 4-0, sigillata nel finale dal primo gol ufficiale in maglia biancoceleste di Alessandro Nesta, giovane talento del vivaio che segna un gol bellissimo dopo una galoppata di 50 metri conclusa con un diagonale imprendibile per il portiere avversario.

Gli anni duemila, dopo la crisi societaria e l’avvento di Claudio Lotito alla presidenza, si rivelano piuttosto complicati e anche tornare a giocare in Europa resta per alcuni anni un miraggio, ma nella stagione 2007-08 la squadra guidata da Delio Rossi acciuffa una qualificazione incredibile alla Champions League, che vede la Lazio affrontare nella fase a girone una corazzata del calcio mondiale come il Real Madrid. All’Olimpico sessantamila spettatori assistono a una gara bellissima e coraggiosa dei biancocelesti, premiata da un meritato pareggio per 2-2 grazie a uno straordinario guizzo nel finale del macedone Goran Pandev che fa esplodere di gioia lo stadio.
Gol incredibili troppo presto dimenticati
Nella stagione 2015-16 la Lazio deve affrontare il preliminare di Champions League, dopo averne conquistato il diritto in un incredibile “spareggio” all’ultima giornata a Napoli contro i partenopei. In pieno agosto, oltre sessantamila tifosi riempiono l’Olimpico per spingere la squadra allenata da Pioli contro i tedeschi del Bayer Leverkusen. La Lazio vince 1-0 grazie a uno straordinario gol in contropiede di Keita, che resiste prima alla carica del difensore Tah, per poi fulminare il portiere Leno all’angolino. Un gol bellissimo per forza e determinazione che fa impazzire la gente presente sugli spalti. Lo scorso anno, i biancocelesti, grazie a uno strepitoso secondo posto in campionato, sotto la guida di Maurizio Sarri, tornano a disputare la Champions League e all’esordio devono affrontare una delle squadre più forti del torneo, l’Atletico Madrid allenato dall’indimenticato eroe dello scudetto del 2000, Simeone.

Un gol di Barrios nel primo tempo sembra spezzare subito i sogni dei tifosi, ma a pochi secondi dalla fine del quarto minuto di recupero concesso dall’arbitro, sugli sviluppi di un corner, Luis Alberto pennella al centro dell’area uno dei suoi palloni perfetti, sul quale a sorpresa si getta il portiere biancoceleste Ivan Provedel, che di testa batte il suo omologo Oblak, per uno dei gol più incredibili della storia del calcio. Un momento indimenticabile per qualsiasi tifoso appassionato di questo sport che stava assistendo alla partita, figuriamoci per tutti i tifosi della Lazio. Qualche settimana fa poi il gol di Isaksen in nove contro dieci, che ha permesso alla Lazio di vincere una gara fondamentale per continuare a sognare in questa stagione in Europa League, conferma questa tradizione tutta particolare dei biancocelesti in Europa.