Il tecnico, che è stato appena ufficializzato dal club bianconero, è reduce dall’avventura alla Lazio: ecco come parlava della Juve lo scorso anno
Igor Tudor è il nuovo allenatore della Juventus. L’ex tecnico della Lazio è l’uomo scelto dalla dirigenza bianconera per risollevare la squadra dopo una stagione turbolenta. Tudor guiderà la Juve fino al termine della stagione, la conferma è atrrivata attraverso una nota ufficiale pubblicata dal club bianconero sul proprio sito ufficiale.
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“Igor Tudor è il nuovo allenatore della Prima Squadra Maschile. Bentornato, Igor! Il Club ringrazia Thiago Motta e tutto il suo staff per la professionalità dimostrata e per il lavoro svolto in questi mesi con passione e dedizione, augurando loro il meglio per il futuro“. Tudor ha firmato un contratto fino al prossimo trenta giugno, con opzione per un altro anno. Come accadde lo scorso anno alla Lazio, quando fu chiamato a risollevare la squadra dopo la fine dell’era Sarri, il tecnico croato dovrà cercare di rigenerare un gruppo che sta vivendo un momento di difficoltà.
Tudor, ecco cosa diceva della Juve lo scorso anno
Per Tudor si tratta della terza avventura alla Juve: ha vestito la maglia bianconera da giocatore dal 1998 al 2005, portando a casa una coppa Intertoto, due Supercoppe e due scudetti. Ha giocato 174 partite segnando ben 21 gol e collezionando 6 assist. Numeri più vicini a quelli di un centrocampista che ad un difensore. A marzo dell’anno scorso Lotito e Fabiani lo chiamarono per allenare la Lazio, dopo la fine dell’era Sarri e le dimissioni del tecnico toscano. Tudor fu protagonista di un buon cammino: si è seduto (considerando le gare di campionato e la doppia semifinale di Coppa Italia) undici volte, collezionando 6 vittorie tre pareggi e due sconfitte.

La scorsa stagione ha esordito sulla panchina biancoceleste proprio contro la Juventus. Nel giro di poche settimane l’ha affrontata tre volte: in campionato (battendola 1-0 con gol di Lulic) e due volte in Coppa Italia (sconfiotta 2-0 allo Stadium e vittoria 2-1 allo stadio Olimpico con due reti di Castellanos). Alla vigilia della gara di campionato parlò delle emozioni nello sfidare la Juventus. Una squadra che ha rappresentato e che ancora rappresenta molto per la sua carriera.
“Non credo al destino – rispondendo a chi gli chiedeva se affrontare la Juve rappresentasse una sorta di sfida del destino – le sensazioni sono sempre positive quando si gioca, uno che sta nello sport come me vede sempre una sfida davanti a sé e la possibilità di poter vincere e gioire con la squadra. Alla Juve ho fatto 8 anni della mia vita, dove uno si costruisce non solo come giocatore ma come persona. Sono grato perché ho avuto delle persone che mi hanno fatto diventare come sono, anche nella cultura di allenatore”. Parole che confermano un attaccamento molto forte. Che continuerà anche in questa stagione…