I fatti, i personaggi e gli eventi accaduto nella storia della Lazio il 26 marzo. Allo stadio Olimpico l’attuale presidente della Lazio e l’ex bandiera si sfidano in una battaglia di nervi
Il 26 marzo del 2006 è una data difficile da dimenticare per i tifosi biancocelesti: mentre allo stadio Olimpico gli uomini di Delio Rossi sconfiggono la Sampdoria 2-0 grazie ad una doppietta di Massimo Oddo (una rete su calcio di punizione e una su rigore), in Tribuna d’Onore si consuma uno scontro a distanza tra il patron Lotito e Giorgio Chinaglia, ex bandiera biancoceleste, che ha annunciato nei giorni precedenti la sua volontà di presentare un’offerta per il pacchetto azionario del club.
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Chinaglia, ascoltato dalla Consob nei giorni precedenti, aveva annunciato di rappresentare una cordata ungherese e aveva presentato in pompa magna il suo progetto, creando grande attesa tra i tifosi. Lotito si era detto assolutamente contrario a qualsiasi trattativa ed aveva rifiutato di incontrare l’ex bomber. Quel giorno all’Olimpico i due si sedettero vicini, senza degnarsi di uno sguardo. Chinaglia era due file sopra Lotito. “Spero sia una settimana importante ma non dipende da me. La persona preposta per dare questa risposta è Lotito. Ribadisco che i soldi da parecchio tempo sono disponibili così come noi”, le parole dell’ex centravanti. La vicenda si chiuderà in modo decisamente poco felice per Chinaglia e la sua cordata.
26 marzo, tanti auguri al portiere sfortunato
Il 26 marzo del 1955 nasce Maurizio Moscatelli, uno dei portieri più sfortunati della storia laziale. Un numero uno forte e completo, ma bersagliato da contrattempi di ogni tipo. Nel momento migliore della sua carriera, quando era in rampa di lancio e conteso dalle squadre più forti, subì un infortunio gravissimo che lo tenne quasi due anni lontano dai campi di calcio e che non gli ha permesso di esaudire il suo sogno: esordire in Serie A. Moscatelli infatti ha sempre sfiorato il grande salto, senza riuscire a realizzarlo. Quando ottenne la promozione con la Pistoiese, decise di trasferirsi a Roma conquistato dal fascino di una piazza importante.

Ma una volta giunto nella capitale, i biancocelesti vengono retrocessi in B a causa del calcio scommesse. Pochi giorni prima aveva firmato il contratto con il club. Sulla Lazio si abbatte la scure della giustizia sportiva. A causa del coinvolgimento di alcuni suoi calciatori, la società biancoceleste viene retrocessa in serie B. Al danno, per Moscatelli, si aggiunge anche la beffa: gli altri calciatori, che non avevano ancora firmato il contratto in vista della nuova stagione, pretendono e ottengono cifre più alte per rimanere in una squadra retrocessa in B. Il portiere, unico ad aver già messo in calce la sua firma sul contratto, resta spiazzato.
L’infortunio e la lenta ripresa, prima dell’addio
Ma la voglia di giocare in un club prestigioso e di raggiungere la serie A, gli fanno dimenticare l’amarezza per la retrocessione d’ufficio e le polemiche contrattuali. L’inizio di stagione è positivo: con Moscatelli in porta la Lazio parte forte e dopo dodici giornate è nelle posizioni di vertice, forte di sei vittorie e sei pareggi. Da imbattuta, il 6 dicembre 1980 sale a Monza. Si gioca in condizioni climatiche pessime. Il freddo entra nelle ossa dei calciatori, soprattutto in quelle dei portieri che stanno a guardare per lunghi tratti della gara. A dieci minuti dalla fine il portiere laziale vive il suo dramma personale, In un contrasto si rompe il tallone d’Achille.

Resta fermo quasi due anni, quando torna in campo la Lazio ha già due portieri: Marigo e Felice Pulici, che il club ha richiamato dal’Ascoli. Moscatelli torna titolare e si mette in evidenza. L’anno successo, si alterna tra i pali con Orsi e festeggia il ritorno in Serie A. MA non fa in tempo a giocarla con la Lazio, che al termine del campionato lo cede.