La Lazio ha già incassato 41 gol in 29 giornate: numeri da correggere in fretta se vuole davvero restare in corsa per la zona Champions
All’assalto della Champions, ma con troppi varchi aperti dietro. Nove giornate al traguardo, nove tappe per invertire la rotta e blindare la porta. Perché così, con questi numeri difensivi, l’obiettivo quarto posto resta una salita ripidissima. I conti riportati dal Corriere dello Sport sono impietosi: 41 i gol subiti finora in campionato, già oltre i totali registrati nelle ultime due stagioni.

Erano stati 30 nel 2022-23, chiuso con un sorprendente secondo posto sotto la guida di Sarri, e 39 lo scorso anno, con Tudor chiamato in corsa a sostituire il “Comandante” e oggi diretto rivale sulla panchina della Juventus. Sul fronte offensivo la Lazio ha già fatto meglio (50 gol segnati contro i 49 della scorsa Serie A), ma dietro c’è da rimettere tutto in ordine. E a pesare sul saldo sono soprattutto gli 11 incassati nei due tracolli contro Inter e Bologna, che hanno scompensato le medie e lasciato scorie a Formello.
Si riparte dal Torino con l’urgenza di sistemare la fase difensiva. Un anno fa, alla stessa giornata, la Lazio aveva incassato 33 reti: 8 in meno rispetto ad oggi. Eppure era nona, mentre ora è sesta a soli due punti dal Bologna quarto.
Il dato racconta di una squadra che, nonostante la frenata, è ancora in corsa su due fronti – Serie A ed Europa League – ma che dovrà necessariamente alzare il livello dietro per restare in scia. La storia recente della Serie A parla chiaro: nessuna squadra con questa media gol subiti ha mai centrato la qualificazione alla Champions.
Numeri da brivido per la Lazio
I numeri sono precisi: 41 gol in 29 partite, una media di 1,41 a gara. Stabile tra andata (27 in 19 giornate, 1,42) e ritorno (14 in 10, 1,40). Proiettando la media fino al termine del campionato, il totale potrebbe superare quota 53. E con un simile bottino al passivo, la Champions è più miraggio che traguardo. Il peggior dato recente in zona Champions è del Milan 2023-24: 49 reti subite in tutta la stagione, pari a 1,28 a partita. Ancora meglio di questa Lazio.

È da qui che Baroni deve ripartire: dal rendimento difensivo. La società a inizio stagione non aveva fissato pubblicamente l’obiettivo Champions, consapevole che si trattava dell’anno uno di un nuovo ciclo, con tanti volti nuovi e qualche addio pesante.
Ma il cammino ha alimentato ambizioni, e ora serve superare i limiti mostrati. Il reparto arretrato è stato spesso il tallone d’Achille: qualche blackout di troppo, disattenzioni in momenti chiave, meccanismi da affinare. Servono progressi concreti, individuali e collettivi.
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Nel quadro complessivo rientrano più elementi: la scelta degli esterni, il rendimento altalenante degli interpreti, le leggerezze pagate a caro prezzo – basti pensare a Bologna – la condizione fisica, le rotazioni, il peso delle tre competizioni, la volontà di restare competitivi su ogni fronte. Ma una cosa è certa: la Lazio deve serrare le fila. Se vuole davvero lanciarsi verso la Champions, non può più permettersi di essere così esposta.