I fatti, gli episodi e le partite disputate dalla Lazio il 28 marzo nella sua storia. Il racconto di un fatto increscioso, accaduto al patron più vincente dei biancocelesti
Sergio Cragnotti diventa a tutti gli effetti il presidente della Lazio, effettuando il cosiddetto closing della società con Gianmarco Calleri, il 24 marzo del 1992. Il patron biancoceleste chiude la trattativa e inizia un’avventura che in dieci anni lo porterà a vincere uno scudetto, una Supercoppa Europea, una Coppa delle Coppe, due Coppe Italia e due Supercoppe italiane. Dieci tra gli anni più belli e intensi della storia laziale, vissuti su una sorta di giostra.
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Il 28 marzo del 1992 Cragnotti assiste per la prima volta da nuovo patron del club biancoceleste ad una partita della Lazio. I biancocelesti salgono al Delle Alpi per affrontare la Juventus. Dopo una gara complicata, la Lazio va in vantaggio a cinque minuti dalla fine grazie ad un guizzo di Karl Heinz Riedle. Cragnotti, all’esordio nella sua nuova veste, si lascia andare ad un’esultanza genuina in tribuna, che scatena l’incivile risposta degli juventini presenti. I tifosi bianconeri insorgono, urlandogli di tutto: “Borgataro”, “siediti”, ed altri insulti non trascrivibili.
29 marzo, Cragnotti insultato a Torino: la reazione è furiosa
Parole alle quali si sono aggiunti fischi, insulti e altre minacce. La situazione è poi degenerata al 90′ quando la Juventus ha trovato il pareggio con Schillaci, nell’unica occasione creata dai bianconeri in novanta minuti. Un gruppo di esagitati ha continuato a prendersela con il nuovo presidente della Lazio: “Non pensavo che potessero accadere certe cose qui a Torino”, ha commentato a fine partita, criticando anche i dirigenti della Juve: “Boniperti deve rivedere molte cose in questo stadio”.

Negli spogliatoi del Delle Alpi, Cragnotti è una furia: “Mi dispiace per la Lazio. La contestazione di Torino coinvolge la squadra e la società. Ho solo inteso esprimere la mia gioia per il gol di Riedle e non pensavo davvero di provocare una reazione cosi violenta. Perchè tanto accanimento?”. Il patron è rimasto molto scosso da ciò che è accaduto in tribuna: “Mi sento offeso. Non meritavo quell’accoglienza. quel clima ostile. Non sono un borgataro e soprattutto, non mi sono comportato come tale. Ho fatto festa, come un tifoso qualsiasi. Ma io aspetto tutti. Esultare è un mio di ritto, insultare non lo è di nessuno”. Il patron si prenderà la rivincita otto anni dopo, sfilando alla Juve uno scudetto da sotto i baffi.
Tanti auguri a Renzo Garlaschelli
Il 29 marzo del 1950 nasce a Vidigulfo Renzo Garlaschelli, una delle ali più forti e complete che hanno mai vestito la maglia biancoceleste, con la quale ha vinto lo scudetto nel 174. Renzo Garlaschelli ha scritto pagine indimenticabili della storia della Lazio. E’ stata l’ala destra in grado di regalare gol, assist ed equilibrio alla “Banda Maestrelli”, diventando un partner offensivo perfetto per Giorgio Chinaglia. Ha partecipato alla crescita della squadra, che nel giro di pochi anni è passata dalla serie B alla vittoria dello scudetto.

Renzo Garlaschelli componeva con Chinaglia e D’Amico il reparto offensivo negli anni in cui i biancocelesti combattevano contro la Juventus per la conquista del titolo. Ed ha disputato dieci stagioni nella capitale, diventando un beniamino della tifoseria. “Ancora oggi la gente mi vuole bene”, ci ha detto recentemente. “I tifosi della Lazio non fanno altro che ricordare quello che abbiamo raggiunto in quegli anni. E non può che essere così. Abbiamo vinto lo scudetto, ci siamo divertiti e abbiamo fatto divertire tutti, giocando un calcio, per certi versi, moderno”.