Dopo il deludente pareggio col Torino, si parte con il tour de force, gare ravvicinate e tutte decisive tra campionato e coppa
Nessuna ripartenza e nessun sorriso. Anzi, il deludente pareggio col Torino ha aperto quasi una piccola crisi all’interno dell’ambiente biancoceleste, non certo nella squadra, anche se i risultati non ci sono. L’arrivo della Roma in classifica che adesso ha gli stessi punti della Lazio, con i giallorossi che erano sotto di quindici punti il 5 gennaio giorno del derby, e lo stop col Torino hanno reso l’atmosfera attorno alla squadra un po’ più pesante del solito. C’è tanta amarezza, soprattutto per come è arrivato il pareggio della squadra granata dopo che con Marusic la Lazio era riuscita a sbloccare la partita. Si era presa la gara col Torino come un piccolo punto di riferimento per ripartire, quelle classiche gare da non sbagliare anche per ricreare un po’ d’entusiasmo attorno alla squadra in vista del rush finale tra campionato e coppa.

Sul banco degli imputati, neanche a dirlo, Marco Baroni, se non altro perché è l’allenatore, ma anche e soprattutto per via di alcune scelte nelle ultime partite, a maggior ragione quella col Torino, più che altro perché è l’ultima. Ci sono dei giocatori che sono stati impiegati spesso e altri meno anzi alcuni praticamente mai. Il caso più eclatante è quello di Reda Belahyane che nelle 9 partite che ci sono state da quando ha messo piede a Roma, ne ha giocate tre, collezionando la miseria di appena 88 minuti, nemmeno una partita intera. E’ sempre subentrato, non ha mai giocato dall’inizio.
Baroni e quello che sembra quasi un caso
Una vicenda particolare quella di Reda Belahyane, molto più di quello che si possa pensare. Se non è un giallo, poco ci manca. Inseguito da diverse squadre, alcune di primissimo piano come il Milan e il Chelsea, alla fine, anche grazie al fatto che i club interessati avevano probabilmente dei dubbi, Lotito l’ha spuntata sugli altri per via di un rapporto privilegiato col presidente Setti. Il giocatore, quando è stato ingaggiato, ha avuto un buon riscontro all’interno dell’ambiente laziale, nel senso che i tifosi era incuriositi ma comunque soddisfatti di aver tra le loro fila per gennaio un nuovo giocatore e per di più un centrocampista, una risorsa in più per Baroni visto che non aveva Vecino infortunato, e che poteva contare solo su Rovella e Guendouzi, con l’aggiunta di Dele Bashiru. Insomma, tutti contenti? Non proprio.

Quello che doveva essere il più soddisfatto, anche perché è un ragazzo che conosce dai tempi del Verona, è Marco Baroni, invece, dati alla mano, sembra sia stato quello meno contento di tutti. Nonostante le difficoltà, i diversi infortuni, le squalifiche e le tante partite ravvicinate che ci sono state tra febbraio e marzo, il buon Belahyane, la pepita di gennaio per Lotito, ha giocato appena tre partite, sempre subentrando e totalizzando ottantotto minuti in tutto. Nemmeno un’intera partita. Lotito e Fabiani ne hanno parlato con il tecnico, per lui nessun problema anzi ha elogiato Reda, dicendo alla vigilia della gara col Torino che era pronto. Minuti giocati con i granata? Zero, nonostante il suo apporto poteva essere molto utile con Baroni che ha fatto quattro cambi e non cinque come fa sempre. Ora si avvicinano le gare con Atalanta, Bodo Glimt, derby e altre ancora, considerando che in Europa League Belahyane non è in lista (altra cosa curiosa ndr) e che Guendouzi è squalificato, per Baroni scegliere come titolare a Bergamo il franco-marocchino è un rigore a porta vuota. Sicuramente giocherà dall’inizio accanto a Rovella, squalificato con il Bodo Glimt, ma se non dovesse essere così, allora sarà ufficiale che qualcosa non va davvero.