Nella giornata fantastica dei biancocelesti a Bergamo contro l’Atalanta, soltanto il nuovo problema accusato a metà primo tempo dal portoghese ha rabbuiato l’ambiente
Era importante ripartire. Era fondamentale dare un segnale. Potrebbe essere stato decisivo vincere. La Lazio torna alla vittoria dopo alcune partite sottotono e lo fa espugnando il Gewiss stadium, battendo così un’avversaria molto quotata, in uno scontro diretto che potrebbe rivelarsi il viatico giusto per la corsa a quel posto per la prossima Champions League. Una vittoria targata Isaksen, come già anche a Napoli, al termine di una prestazione davvero convincente da parte di tutti gli uomini impiegati dal tecnico Baroni.
La Lazio, dopo aver soltanto pareggiato contro il Torino nel posticipo della scorsa giornata di campionato, era chiamata a quattro partite che potevano risultare davvero decisive per l’esito dell’intera stagione. Dallo scontro diretto contro l’Atalanta alla trasferta in Norvegia per la gara d’andata dei quarti di finale di Europa League contro il Bodo/Glimt, per poi affrontare la Roma nel derby e subito chiudere il mini ciclo terribile con il ritorno contro i norvegesi all’Olimpico.
Una vittoria straordinaria
Si diceva che la Lazio non sapesse più vincere, che fosse oramai arrivata stanca nell’ultima parte di stagione, che sarebbe crollata sul più bello. Invece il calcio, come la vita, non smette di sorprendere e, nella prima partita di quattro gare davvero toste e decisive, gli uomini di Baroni ritrovano tutte insieme quelle caratteristiche che l’avevano portata a essere la più bella sorpresa della fase ascendente della stagione sia in Italia che in Europa. I biancocelesti battono l’Atalanta di Gasperini, ne acuiscono la crisi e ora il terzo posto occupato proprio dai bergamaschi è paradossalmente più vicino, soltanto tre punti più.
Un gol nel secondo tempo di Isaksen su assist di Dele Bashiru consegna tre punti fondamentali a Zaccagni e compagni tornati decisi, in forma e convincenti per tutti i novanta minuti. Molto positivi gli esordi di Belayhane dal primo minuto, che al fianco di Rovella non ha fatto rimpiangere l’assenza di Guendouzi, e di Provstgaard nei minuti finali al posto dell’affaticato Gigot. Altri due segnali davvero positivi per il tecnico toscano che proprio nelle rotazioni aveva trovato il suo tesoro nel girone d’andata.
L’infortunio di Nuno Tavares
L’unica nota stonata è arrivata dal nuovo infortunio che ha colpito Nuno Tavares a metà primo tempo, che ha costretto il terzino portoghese a lasciare il posto a Luca Pellegrini. Una tegola che proprio non ci voleva per Baroni che aspettava proprio che il laterale sinistro tornasse nelle migliori condizioni per ritrovare quelle accelerazioni che tanto male hanno fatto a tutte le avversarie. Tavares, tornato in anticipo dal ritiro della sua nazionale proprio per qualche problemino muscolare, paradossalmente era stato lasciato a riposo precauzionale nella gara contro il Torino alla ripresa del campionato, ma evidentemente non è bastato.
Lanciato titolare a Bergamo, Baroni confidava poi di averlo nelle migliori condizioni magari domenica prossima nell’attesa stracittadina, ma a metà primo tempo, dopo aver intercettato un passaggio nella metà campo laziale e impostato un triangolo con Zaccagni, lo si è visto rallentare e poi lasciarsi cadere a terra per coprirsi il volto con la maglietta. Immediata c’è stata la sensazione che qualcosa era successo, tanto da lasciare immediatamente il campo scuro in volto. A fine partita però, intervistato dalle televisioni, l’allenatore Baroni ha rilasciato dichiarazioni importanti che fanno sperare in una soluzione diversa. “Tavares? Vediamo, secondo me è ancora affaticamento. Lui ha tanta esplosività. Dobbiamo fare valutazioni ma non credo sia niente di importante, lo spero almeno”, ha detto quindi a caldo il tecnico biancoceleste, una speranza che non possono non avere tutti i tifosi della Lazio in vista delle importanti partite che attendono i biancocelesti nei prossimi giorni.
