Il tecnico biancoceleste è tentato da una pazza idea in vista della sfida di giovedì contro il Bodo Glimt per l’andata dei quarti di finale di Europa League
Un dubbio atavico alberga nella testa del tecnico biancoceleste Marco Baroni: l’allenatore della Lazio sta infatti riflettendo sulla formazione che giovedì sera affronterà il Bodo Glimt in Norvegia, nell’andata dei quarti di finale di Europa League. In palio un posto in semifinale: un traguardo che nella sua storia la Lazio ha raggiunto solo tre volte. Nel 1998, quando i biancocelesti di Eriksson raggiunsero la finale di Coppa Uefa; la stagione successiva in Coppa delle Coppe e nel 2003, con Roberto Mancini in panchina.
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La vittoria sul campo dell’Atalanta, oltre a rilanciare le ambizioni della squadra biancoceleste in campionato, ha portato il tecnico a importanti riflessioni. A Bergamo ha scelto una squadra zeppa di “seconde linee”. O meglio, di calciatori che generalmente non partono tra i titolari, lasciandone a riposo numerosi. La risposta ottenuta, è stata fantastica: da Mandas a Gigot, da Pellegrini a Belahyane, da Dele Bashiru a Provstgaard: chi è stato chiamato in causa, ha risposto presente.
Baroni, il dubbio per Bodo-Lazio
Che formazione schierare in Norvegia? Il tecnico sta pensando ad una pazza idea per l’attacco. Una scelta che, alla luce di ciò che è successo in passato, sarebbe per lo meno discutibile. L’allenatore biancoceleste è infatti attanagliato da un dubbio: evitare rischi e la ripetizione di errori già commessi in passato, o cercare di non fare troppi calcoli e provare a sbaragliare?

Il dubbio amletico riguarda l’utilizzo dal primo minuto di Taty Castellanos. L’argentino ha lavorato oggi con il resto dei compagni, regalando ottimi segnali all’allenatore. L’intenzione di Baroni era di lanciarlo nel finale di Atalanta-Lazio, concedendogli una ventina di minuti: che sarebbero diventati almeno trenta a Bodo, per poi tornare titolare nel derby di domenica prossima con la Roma. “Avevamo in programma di utilizzarlo almeno venti minuti, ma nel finale così caldo non c’è stato spazio”, ha piegato negli spogliatoi del Gewiss Stadium.
Castellanos in campo dal primo minuto? Baroni è tentato
Baroni è tentato dall’idea di lanciarlo dal primo minuto a Bodo. A frenarlo c’è il precedente con il Viktoria Plzen: Castellanos si era fermato il 15 febbraio con il Napoli, procurandosi una lesione di media entità all’adduttore. I tempi di recupero erano stati stimati in almeno trenta giorni. Allo scadere del venticinquesimo, l’argentino è sceso in campo in Europa League. Un rischio troppo grande, che è stato pagato con un affaticamento muscolare e un nuovo stop. Nessuno vuole commettere altri errori. La posta in palio è alta (in palio una semifinale europea), ma il rischio di perdere nuovamente una pedina fondamentale per la squadra porta necessariamente a riflessioni e valutazioni.

Cosa farà Baroni? Lo rischierà dal primo minuto o aspetterà? Le risposte avute dagli altri calciatori che hanno giocato nel ruolo di centravanti, sono state fino ad oggi poco incoraggianti: Noslin, Tchaouna, Dia e Pedro, non sono stati in grado di andare in gol: anzi, da diverse gare i centravanti della Lazio faticano a calciare in porta: l’unico che ci è riuscito è stato Noslin, nel secondo tempo di Lazio-Torino (una conclusione deviata da Milinkovic Savic e una terminata sul fondo). Taty Castellanos è fondamentale per gli schemi offensivi di Baroni: mai come adesso, la Lazio non può fare a meno del suo centravanti.